MUTUI SUBPRIME - di Mimmo Lopez
LA PIRAMIDE ROVESCIATA (da NUOVA REALTA' n.ro 4 del dicembre 2007)

L'estate scorsa i media in genere, e i giornali in particolare, hanno trattato a lungo e diffusamente, la cosiddetta "crisi finanziaria generata dai mutui subprime statunitensi" (mutui concessi a clienti di dubbia solvibilità, alias clienti non primari).
Crisi di liquidità del mercato monetario statuni-tense ed europeo allargatasi poi anche al mercato asiatico; interventi delle banche centrali di mezzo mondo (Fed e Bce in testa); tassi ufficiali previsti in rialzo solo pochi mesi prima, che, invece, rimangono invariati (Bce) o addirittura ridotti (Fed); tassi interbancari che, viceversa, aumentano quasi ignorando tassi di riferimento stabiliti dalle banche centrali; banche e gruppi * finanziari di risonanza mondiale che preannunciano notevoli riduzioni degli utili previsti se non perdite di rilievo.
Il tutto a causa dei mutui subprime americani.
Che sta succedendo? Un mutuo concesso "con leggerezza" a un cittadino americano poteva mettere in difficoltà la BNP Paribas, la più grande banca francese? Ci chiedevamo appunto in estate.
Una premessa può essere utile. Il mercato finanziario statunitense è, da sempre, il più innovativo, il più sviluppato e anche il più aggressivo del mondo.
I "derivati", inventati circa venti anni fa, ed il loro utilizzo come strumenti alternativi d'investimento ne sono ulteriore dimostrazione.
A tutt'oggi detti prodotti non solo hanno un mercato diffuso ed importante, ma sono anche unanimemente riconosciuti investimenti validi.
Alan Greenspan, sino a pochi mesi fa presidente della Fed, affermava: ".......questi nuovi strumenti (i derivati n.d.r.) rappresentano sempre di più un importante veicolo per diversificare i rischi ".
I derivati possono essere connessi a un qualunque prodotto di base (obbligazioni, azioni, fondi, tassi di cambio, tassi di inflazione ecc); ci soffermiamo, sia pure a grandi linee, sui derivati connessi ai mutui subprime, non senza avvertire il lettore che la materia è ben più complessa.
dicembre 2007
La banca о la finanziaria (negli USA esistono centinaia di finanziarie specializzate) concede, ad un cliente ad alto rischio di insolvenza, un mutuo garantito da ipoteca accesa su un immobile residenziale.
La stessa mutuante vende poi il mutuo a una società veicolo che cartolarizza lo stesso emetten¬do obbligazioni strutturate, garantite dall'ipoteca accesa dalla banca (e/o dalla finanziaria) all'atto dell'erogazione del mutuo, da rimborsare con i flussi di cassa generati dalle rate che il mutuatario dovrà paga-re. Queste obbligazioni strutturate sono denominate ABS (Asset Backed Securities).
Le suddette obbligazioni (bond) vengono vendute a investitori istituzionali (banche, fondi comuni, hedge fund, assicurazioni ecc). Investitori istituzionali che dividiamo in due categorie:
acquirenti intermedi che a loro volta rimpacchet-tano i bond in nuove cartolarizza-zioni, creando nuovi bond, i CDO (Collateralized Debt Obbligatiorì), garantiti dagli ABS, a loro volta garantiti dall'ipoteca sui mutui subprime. Anche i CDO finiscono sul mercato;
a
cquirenti finali che acquistano e mantengono nel loro portafoglio questi bond di prima, seconda e anche terza generazione perché molto remunerativi.
In altri termini, il mutuo concesso inizialmente (base della piramide) crea una moltiplicazione di emissioni di obbli¬gazioni strutturate (derivati) che aumentano (e con esse il rischio) man mano che ci si avvicina all'apice della piramide dove troviamo gli investitori finali. La piramide rovesciata appunto.
E allora se la base della piramide è solida (clien-tela solvente) non vi sono problemi o meglio si corre il rischio congenito a qualunque prodotto finanziario anche al più "sicuro"; se invece la base è costituita da mutui subprime concessa a clientela poco solvibile tutta l'impalcatura crolla quando l'insolvibilità comincia a manifestarsi. Ed è quello che è successo.
Una immediata considerazione. Non è lo strumento che è sbagliato, è l'uso dello stesso che porta alla crescita del mercato finanziario ovvero alla crisi dello stesso. Il coltello è stato inventato per tagliare il pane, se lo si usa per uccidere non è certo colpa del coltello ma di chi lo usa "impropriamente", tanto per usare un eufemismo.

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