Cari amici, in questi giorni ci sono state accreditate le quote differite del 2013. Questo riconoscimento è dovuto fondamentalmente ai consistenti tagli effettuati in questi anni alle nostre prestazioni. In sostanza, parte di quello che ci hanno dato in meno nell’immediato, ci è stato riconosciuto in differita.

L’accredito di queste quote fa sorgere un problema fiscale, in quanto la pressoché totalità degli appartenenti alla nostra categoria, sulla base delle esperienze degli anni scorsi in cui queste quote ci erano state negate, ha portato in detrazione d’imposta, in sede di dichiarazione dei redditi, le spese sanitarie rimaste a carico, senza tenere conto della componente differita.

Saremo pertanto tenuti, in sede di dichiarazione del 2015 relativa ai redditi del 2014, a sottoporre a tassazione le quote in questione. Per coloro che redigono il mod. 730, le stesse andranno riportate nel quadro D, quello relativo ai redditi diversi, nella sezione III. Non stiamo ora a precisare rigo e codice, in quanto da un anno all’altro la modulistica fiscale è soggetta a cambiamenti; ritorneremo in argomento a tempo debito, la prossima primavera.

Questo procedimento è comunque penalizzante per il contribuente, in quanto questi importi si sommano alla pensione e agli altri eventuali redditi che abbiamo conseguito nel 2013 e pertanto agli stessi verrà applicata l’aliquota dell’ultimo scaglione (la c.d. aliquota marginale), contro il 19% che abbiamo risparmiato. E’ pur vero che il fisco consente, in alternativa, di sottoporre questi redditi a tassazione separata, ma il 20% che si paga se si esercita questa opzione è a titolo d’acconto; dopo qualche anno ci arriva una cartella con la differenza e tutti, più o meno, sappiamo quanto sia poco gradevole ricevere una cartella fiscale. Tanto vale optare per la tassazione ordinaria e non pensarci più.

Solo nel caso in cui la vostra quota differita è particolarmente rilevante, conviene fare un modello  UNICO rettificativo della vostra dichiarazione, entro i primi di settembre, pagando con mod. F24 la differenza che emergerà per l’eccesso di spese sanitarie che avete portato in detrazione non considerando il rimborso della quota differita. Rivolgetevi quindi al vostro CAF solo se ne vale veramente la pena, perché vi verrà senz’altro chiesta una certa somma (non meno di 100 euro) per quest’intervento.

 

Filippo Vasta - 5 luglio 2014

 

 

 

 

 

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Piazza Scala - luglio 2014