Detrazione 36%
UN provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 2 novembre 2011
obbliga il contribuente alla
conservazione dei documenti cartacei relativi alle spese di ristrutturazione
edilizia che danno luogo alla detrazione Irpef del 36%. E’ l’effetto
dell’abolizione della comunicazione di inizio lavori e l’invio della stessa
al Centro Operativo di Pescara. Si tratta di documenti che in precedenza
dovevano essere allegati alla domanda. I dati catastali dell’immobile
dovranno invece essere indicati in sede di dichiarazione dei redditi
attraverso il modello 730 o l’Unico. Se i lavori vengono effettuati
dall’inquilino dovranno essere
riportati gli estremi di registrazione dell’atto, contratto di locazione o
comodato, che ne costituisce titolo. L’Agenzia delle Entrate individua i
documenti che il contribuente deve conservare per beneficiare della
detrazione del 36% sulle ristrutturazioni iniziate dal 14 maggio 2011 in
poi, da quando cioè non è più necessario inviare la comunicazione al Centro
Operativo di Pescara. Se non è necessario presentare la domanda all’ente
municipale per eseguire gli interventi agevolabili, la data di inizio dei
lavori deve essere indicata tramite una dichiarazione sostitutiva dell’atto
di notorietà sottoscritta dal contribuente con la specifica che le spese
sostenute sono agevolabili al 36%.
Saldo Ici 2011
Il versamento del saldo dell’imposta comunale sugli immobili deve
essere eseguito nel periodo compreso
tra il primo e il 16 dicembre 2011. L’importo deve essere pari al saldo
dell’Ici dovuto per l’intero 2011
comprensivo dell’eventuale conguaglio sulla prima rata. Il saldo, essendo un
conguaglio di imposta, deve
tenere conto delle aliquote e detrazioni eventualmente deliberate dall’ente
municipale per l’anno in corso. Alcuni comuni hanno previsto la non
obbligatorietà del pagamento in acconto a giugno 2011. In tal caso, il
contribuente che ha accertato tale modalità di versamento, dovrà pagare
entro venerdì 16 dicembre 2011 l’Ici dovuta per l’intero anno.
La pressione fiscale
La pressione fiscale misura la quota del reddito prelevato dallo
Stato o dagli enti locali tramite imposte, tasse e tributi allo scopo di
finanziare la spesa pubblica. E’, in pratica, il rapporto fra le entrate
fiscali ed il reddito nazionale e indica quindi quanta parte del reddito
nazionale viene incamerato dal Fisco per essere poi restituito sotto forma
di servizi pubblici. Nei Paesi con un’Amministrazione pubblica efficiente e
quindi con un buon livello di servizi pubblici come ad esempio Svezia,
Finlandia e Norvegia la pressione fiscale è accettabile. Di contro, in altri
Paesi come l’Italia, in cui i servizi pubblici sono di qualità inferiore la
pressione fiscale, anche se meno elevata, scatena proteste. L’aumento della
pressione fiscale corrisponde chiaramente ad una presenza pubblica sempre
più intensa tanto nella sfera della produzione con maggiori consumi ed
investimenti pubblici quanto nella sfera della distribuzione con maggiori
trasferimenti. Non mancano poi fattori culturali che spiegano le differenze
di pressione fiscale tra i diversi Paesi. In quelli “giovani” quali Usa,
Australia e Canada la pressione fiscale è più bassa perché è più bassa la
spesa pubblica.