dal libro di Francesca Gaido e Francesca Pino  - Archivio Storico Intesasanpaolo
 

 

Tratti distintivi degli interventi di Mattioli

Insieme alla gestione della Comit, agli affari e alle riflessioni sull’economia, un altro filone ben presente nelle Carte è quello della ‘cultura’, intesa in senso ampio : un modo di intendere e vivere il sapere non settoriale, e tanto meno fine a sé stesso, ma multidisciplinare, volto allo sviluppo civile, senza cesure fra attività speculativa e pratica, fra operatività di banca e attività esterne.

Grazie all’inventariazione analitica è emerso infatti come le tematiche culturali lambiscano anche i prominents dell’ambito economico-finanziario, ed operanti in esso : di cultura e di libri si parlava nei circoli dell’alta finanza dell’epoca, e non per vezzo formale (si veda il paragrafo sui rapporti con i banchieri esteri).

Ma il fenomeno meno conosciuto è quello dei direttori della Banca Commerciale Italiana, incaricati da Mattioli di ricercare ed acquistare libri antichi, vigilare sull’avanzamento dei progetti editoriali, mantenendo con tatti con autori ed editori, e talvolta di svolgere in prima persona ricerchi presso biblioteche ed archivi. Il più rappresentativo di questa schiera di alti funzionari, capaci di destreggiarsi con pari abilità fra edizioni rare e affari, è Giuseppe Lapreta, funzionario e poi direttore della sede Comit di Napoli.  Su di lui gravarono contemporaneamente la cura quotidiana dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, e i rapporti con il variegato entourage partenopeo di Mattioli, che annoverava le figlie di Benedetto Croce, intellettuali  come Fausto Nicolini e Gino Doria, il direttore del Museo e Gallerie il Capodimonte, poi delle Antichità e Belle Arti, Bruno Molajoli, la bibliotecaria Guerriera Guerrieri, direttrice della Biblioteca Nazionale, e Angelo  Rossi dell’Arte Tipografica, presso il quale uscirono raffinati volumi di arte e storia partenopea.  Una mole non indifferente di lavoro, e difatti tali questioni occupano quasi interamente la sua corrispondenza con Mattioli  nelle Carte, senza lasciar spazio all’attività bancaria. In modo meno pressante, ma sempre impegnativo, il direttore generale della Sudameris  Ettore Bottoni  dovette avviare e seguire, passo per passo, il progetto mattioliano di edizione in spagnolo delle opere di Croce; altre volte il rapporto  era tenuto in prima persona da Mattioli, ad esempio per la traduzione del  fondamentale volume ricciardiano Filosofia, poesia, storia da parte di Cec il Sprigge.  Portiamo questi come esempi dei numerosi casi incontrati durante l’inventariazione.

La rete italiana ed estera della Banca Commerciale Italiana costituiva, dunque, uno strumento molto efficiente in ambito culturale, anche per l’alto grado di preparazione di molti dei suoi funzionari; e non a caso ad essa si appoggiavano per le loro esigenze insigni personalità come Piero Sraffa o Gianfranco Contini.

Attraverso queste corrispondenze e quelle con i librai antiquari si delineano le dinamiche di formazione della Biblioteca di Economia di Mattioli, e le date di acquisizione di numerosi volumi, cercati ad uno ad uno.

Chiare appaiono le direttive di sviluppo della sua azione, sempre attenta a un efficace impiego delle risorse intellettuali disponibili, senza sprechi: la precoce scelta e cura dei talenti; la raccolta delle ‘forze disperse’ - anche eterogenee - intorno all’eredità dei grandi maestri, come Benedetto Croce e Luigi Einaudi, per impegnarle in imprese collettive di ampio respiro; la ‘battaglia’ contro la sterile duplicazione degli sforzi e i particolarismi accademici; l’attenzione all’‘utilità’ delle iniziative, contro la vacua retorica. Sotto il profilo operativo, il fundraising condotto in prima persona per le iniziative di lunga durata e una più capillare opera di soccorso tempestivo nel momento del bisogno, e la già ricordata fedeltà alle amicizie.

Si distinguono almeno due profili di interventi culturali: quello dell’editore e quello del promoter di istituzioni culturali e di giovani studiosi. Pur essendo queste due dimensioni sempre intrecciate tra loro nel cenacolo interdisciplinare unificato dalla sua figura, per chiarezza espositiva si procede a descriverli separatamente.
 

Presenza nel mondo dell’editoria

In questo ambito Mattioli si affacciava al dopoguerra avendo alle spalle una solida esperienza, grazie al salvataggio e alla gestione della rivista pluridisciplinare «La Cultura», tra il 1930 e il 1933, con cui aveva sperimentato il modello del periodico affiancato da collane di saggi e opere italiane e straniere, e creato un punto di aggregazione per correnti di tendenze diverse, anche per provenienza territoriale. In continuità con «La Cultura» nacque la casa editrice Einaudi, con la cessione del logo dello struzzo.

Di lì a pochi anni, nel 1938, Mattioli aveva rilevato, col proprio patrimonio, la raffinata casa editrice di Riccardo Ricciardi, di cui era divenuto parente.

Pur nel rispetto dello spirito delle origini, Mattioli le aveva impresso un indirizzo più ‘razionale’, con piani organici di collane di lunga gettata quali «La Letteratura Italiana. Storia e Testi» o i «Documenti di filologia».

Ma al di là di queste e altre ben note imprese, come la collana di Storia economica della Banca Commerciale, il cui piano era stato strutturato già nel 1941, nelle Carte colpisce la molteplicità di altri progetti, altrettanto interessanti.

Da una parte piani editoriali di ampia portata, che spaziavano su generi ed epoche particolari, come quello degli Storici dell’Ottocento  o quelli, non attuati, della collezione di filologia classica e degli scrittori latini; dall’altra singole monografie o studi, considerati pilastri della vita intellettuale, italiana e mondiale: i titoli, libri individuati da Mattioli e dalla sua cerchia, erano ritenuti meritevoli di diffusione, qualunque ne fosse l’editore.

In parallelo, specularmente alla già consolidata opera di introduzione in Italia di testi stranieri, occupava uno spazio rilevante la promozione di traduzioni di opere italiane, in primis di Croce in varie lingue straniere.

In questi anni l’opera di Mattioli si esplicò anche nell’aiuto, sia materiale che d’indirizzo, a favore degli altri editori italiani, impegnati in piani importanti per lo sviluppo culturale e civile dell’Italia, ma costantemente in perdita per la difficoltà insita nella attività editoriale. Ricordiamo qui, solo a titolo d’esempio, alcuni casi documentati nelle Carte: le Edizioni di Storia e Letteratura di Don Giuseppe De Luca (1947-48), Rizzoli (anni  trenta-inizio anni Settanta), Mondadori (anni Quaranta - anni Settanta),  Sansoni (inizio anni Sessanta - inizio anni Settanta),  Adelphi (1964-1970), Electa (1951-1972).

 

‘Promoter’ di alta cultura

L’altro ambito in cui Mattioli esplicò con continuità la sua azione fu quello  dei progetti di enti culturali: l’Istituto Italiano per gli Studi Storici, di cui tanto si è già scritto,  l’Associazione Italo-Americana (ricca di documentazione ancora da studiare), e la Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, sino ai piani, rimasti sulla carta, di un Istituto Italiano di Storia Economica e dell ’ Associazione per lo studio della formazione della classe dirigente nell’Italia Unita. Ovviamente l’apporto non si limitava a delinearne  funzioni e scopi, ma si estendeva alla partecipazione alla loro vita con l’indicazione della linea operativa da seguire e, soprattutto, la ricerca nel mondo bancario-imprenditoriale di finanziatori non occasionali. Mancando in Italia istituzioni come la Fondazione Rockefeller, Mattioli pensò coinvolgere aziende bancarie e imprese come sottoscrittori di regolari quote annuali, tanto da essere scherzosamente denominato con l’appellativo di  ’fra’ Galdino’.

Questa naturale propensione alla ‘compartecipazione’ si tradusse nella quasi infinita serie dei suoi interventi, spontanei  o su richiesta esterna, a  sostegno di altre istituzioni, giudicate meritevoli, di cui le Carte conservano ampia documentazione. Nell’ambito dello studio delle relazioni internazionali  si segnalano l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale Ispi) e la Società Italiana per la Organizzazione Internazionale (Sioi) di Roberto Ago.  Assai interessanti gli indizi dei suoi rapporti con frange del  mondo della stampa d’opinione, come ad esempio i circoli gravitanti intorno allo «Spettatore italiano» e all’Associazione Italiana per i Rapporti Culturali con l’Unione Sovietica, ed in particolare con Rossana Rossanda.

Per l’economia sono presenti nelle Carte l’Istituto Nazionale per lo Studio della Congiuntura (Iseo), l’Istituto per gli Studi di Economia (Ise) di  Ferruccio Parri, l’Associazione per lo Sviluppo nel Mezzogiorno (Svimez),  otre alla Università Bocconi.

Fra le istituzioni culturali vanno ricordati i significativi interventi a favore della Casa della Cultura, della Fondazione Luigi Einaudi e della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, oltre all’Accademia della Crusca e a vari istituti dell’Università Statale di Milano.  Al novero qui delineato bisogna poi aggiungere alcuni interventi per la difesa del patrimonio d’arte italiano, quali ad esempio la sottoscrizione per trattenere in Italia la Pietà Rondanini  la partecipazione ai primi passi di Italia Nostra e ai Comitati consultivi per Firenze e per Venezia.

Un altro significativo filone di continuità è individuabile nelle operazioni di ‘salvataggio’ di importanti biblioteche: all’Istituto Italiano per gli Studi Storici, oltre al patrimonio crociano di libri e documenti, furono versati i fondi librari di Federico Chabod  ed altri studiosi; all’Accademia della Crusca la biblioteca di Pietro Pancrazi;  all’Associazione Italo-Americana la collezione del diplomatico e bibliofilo Nelson Gay,  e alla Biblioteca Comunale di Milano il Fondo Stendhaliano Bucci.

Non mancano ovviamente testimonianze dei suoi aiuti individuali a studiosi nell’avvio della loro carriera accademica, a scrittori e a poeti, ma anche a personalità dello spettacolo e a pittori e musicisti.'48 In questa sede non è possibile narrare questi appassionanti episodi, ma la descrizione analitica delle Carte ha permesso di allargare enormemente la cerchia dei nomi conosciuti: basta sfogliare l’inventario per rendersi conto dell’ampiezza delle reti di relazioni e della gamma di episodi che hanno interessato ciascun personaggio.

 

 

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Piazza Scala -      2015