....ANZICHE’ UN TRISTE RICORDO PER I DEFUNTI.... 

 

Mercoledì scorso, durante un incontro promosso dalla F.A.B.I presso un noto Ristorante di Mestre, ho rivisto alcuni colleghi che non vedevo da almeno due-tre lustri. Oggettivamente, come succede in queste occasioni, la voglia di ascoltare le seppur interessanti argomentazioni sindacali del nostro settore, son passate in sott’ordine rispetto alla curiosità di vedere… chi c’era e chi non c’era della gloriosa Comit …per impedimenti diversi…e non aggiungo altro per scaramanzia.


Ad un certo momento, fra i tanti… diversamente giovani (e chiedo venia per i numerosi puntini richiesti da un certo humour) mi è venuto incontro un collega che, di primo acchito non avevo conosciuto non già perché, dato il tempo trascorso, l’avrei sicuramente immaginato più “anziano”, ma perché, al contrario, l’ho visto fisicamente ancor più giovane di quando condividevamo il lavoro nelle diverse filiali di Venezia, Mestre, San Donà di Piave. Ed è proprio di un fatto occorsoci in quest’ultima filiale che voglio raccontare.
Fine ottobre-inizio novembre anni 90. La filiale era stata appena aperta e, come succede in questi casi, i clienti non graditi da altre banche colgono l’occasione per… spostarsi ad altro Istituto di Credito che, per iniziare, non conoscendo bene il cliente, avrebbe visto l’approccio con altri occhi: andrebbe anche detto che c’erano allora banche della piazza che, per rientrare da posizioni vicine all’incaglio, davano buone informazioni alla concorrenza affinché quest’ultima, accordasse fidi per sistemare il loro profondo rosso già in essere.

Orbene, capitò anche a noi di accogliere un “fuggiasco” indebitato fino al collo: un fiorista napoletano che si era sistemato in pieno centro di San Donà di Piave. Venne da noi e, senza tanti preamboli, il direttore di allora gli concesse un fido di 15-20 milioni di lire sulla base di una semplice visura camerale, di informazioni “buone”, ma in realtà fasulle, raccolte su piazza per i motivi anzidetti, ma soprattutto sulla base del fatto che questo nuovo cliente era riuscito a convincere la nostra banca che, nell’arco di due settimane circa, avrebbe venduto una partita di crisantemi ad un prezzo doppio rispetto a quanto li aveva comperati per la commemorazione del 2 novembre, giornata dei defunti.

Come avrete capito da titolo, purtroppo detti crisantemi diventarono “fondi di magazzino” e, per di più, invendibili in quanto nel frattempo… appassiti.

Le peripezie messe in atto per il recupero dei soldi nel frattempo utilizzati a fronte del fido concesso furono bestiali e purtroppo anche inutili, non solo, ma successe anche che tanti versamenti a mezzo assegno bancario accettati allo scopo di ripianare un po’ l’esposizione di conto corrente non venissero onorati dalle banche trassate per cui, a debito si aggiungeva ulteriore debito…

Poi il cliente fallì, e non fu ovviamente più… rinnovato il fido.

Per questo, quando vado in cimitero a trovare i miei cari, preferisco portare delle rose bianche, pensando fra me e me che i crisantemi, i cosiddetti fiori d’oro dal significato delle parole greche da cui deriva il nome, della varietà chiamata rioki kiku, sono mangiati in Giappone dopo essere stati macerati in aceto di prugna zuccherato, mentre le giovani foglie di un'altra varietà di crisantemi chiamata kung-hao in Cina vengono mangiate in squisite insalate

Meno male che il predetto cliente fallito non aveva proposto anche questa alternativa alimentare alla banca a cui forse, chissà ?!, questa volta la Filiale di San Donà di Piave non avrebbe …bevuta.

ARNALDO DE PORTI - dicembre 2011

 

 

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Piazza Scala - dicembre 2011