Alberto Maccione ci racconta una tradizione genovese    

 

 

La Confraternita di S. Antonio Abate e Paolo I Eremita
 

Il collega Alberto Maccione, Priore della Confraternita, ci racconta la visita pastorale che il  Cardinale Angelo Bagnasco ha effettuato nel mese di marzo al Vicariato che, fra le altre Chiese, comprende anche la basilica di Nostra Signora dell' Assunta nel cui ambito territoriale vive e prospera la Confraternita.
La prima documentazione storica dell'esistenza in Genova di una sede laica confraternale risale al 1232 (Domus Disciplinatorum S. Antonii in Conventu S. Domenici). All'interno del convento di S. Domenico, i confratelli laici si riunivano per pregare e svolgere la loro attività religiosa. In quei periodi, la pratica penitenziale era stata diffusa dagli Ordini dei Mendicanti, Francescano e Domenicano, rappresentando una tipica espressione del profondo rinnovamento religioso del XIII Secolo. A detta del Cambiaso, questa confraternita, oltre ad essere la più antica, pare essere stata la prima a darsi uno statuto vero e proprio, il 20 Marzo 1306. Verso la metà del XIV Secolo venne uniformata la veste confraternale e le varie “Domus” si unirono in gruppi di quartiere, accomunando lo stesso testo base per le devozioni all'interno dei propri oratori. Fu nel XV Secolo che iniziarono a venire edificati oratori propri da parte delle confraternite, fino ad allora legate a chiese e conventi per le loro celebrazioni religiose. Così, nell'anno 1497, la Casaccia di S. Antonio uscì dal Convento di S. Domenico per officiare le sue funzioni in un oratorio proprio, poco lontano dalla Casa Madre, prima in Strada Felice e poi in Via Giulia. Questo oratorio fu denominato “dei Birri”, dato che molti dei suoi confratelli appartenevano a questo ceto sociale. Nel XVII Secolo, con l'approvazione del Cardinale Stefano Durazzo, la confraternita riordinò i propri capitoli, compilando nuove regolamentazioni. Durante le processioni, ad esempio, ai confratelli era proibito portare cappe e tabarri in seta o velluto, oro e argento sopra i medesimi. Dopo la soppressione napoleonica del 1811, l'oratorio venne riaperto nel 1815. Invece, il 2 Novembre 1898, vennero celebrati per l'ultima volta i divini uffici e qualche giorno dopo venne demolito per favorire i lavori riguardanti la nuova Via XX Settembre. Distrutto l'oratorio, i confratelli si trasferirono nella Chiesa di S. Marta fino al 1911, quando acquistarono l'antica Chiesa S. Maria in Via Lata. Essi provvidero a restaurarla e a riaprirla al culto nel 1912. Questa costruzione rappresenta l'unico monumento della Famiglia Fieschi risparmiato nel 1547 dall'ira dei Doria, a seguito della congiura che contrappose le due famiglie.

Il Cardinale è stato ricevuto dai membri della Confraternita, in primis il suo Priore Alberto Maccione che ha pronunciato un discorso di benvenuto che qui trascriviamo:

Eminenza Reverendissima, la Confraternita dei Santi Antonio Abate e Paolo I° Eremita è la più antica delle Casacce liguri di cui si abbia notizia certa, infatti già nel 1232 un documento cita la “domus disciplinatorum Santi Antonii in conventu Santi Dominici” fondata presso il convento di San Domenico, nell’attuale piazza De Ferrari, sede mantenuta fino al secolo XV°.ed è stata la prima a dotarsi di un vero e proprio statuto il 20 marzo 1306.
All’inizio del ‘400, nella generale espansione del movimento confraternale, la “domus disciplinatorum” costruì, a proprie spese, un oratorio-detto “dei Birri” per la folta rappresentanza delle guardie di città-nell’allora via Giulia, in cui rimase sino all’abbattimento per fare posto a via XX Settembre.
Nel diciassettesimo secolo il Cardinale Stefano Durazzo approvò il riordino dei capitoli della Confraternita che compilò nuove regole.
Dopo la soppressione napoleonica del 1811 l’oratorio di via Giulia venne riaperto nel 1815 e gli ultimi Uffici Divini vennero celebrati il 2 novembre 1898 prima della demolizione; i Confratelli si trasferirono dapprima nella chiesa di Santa Marta e, successivamente, nel 1911, sacrificando la cassa processionale del Maragliano,fu acquistata dagli eredi dei Fieschi la chiesa di Santa Maria in via lata in Carignano quale nuovo Oratorio che, da qualche tempo, condividiamo con la Confraternita del Santissimo Crocifisso ed Anime Purganti di Santo Stefano.
Alberto Maccione
(Priore)

 

 

Alcuni momenti della visita dell'illustre Prelato
Clicca sulle miniature sottostanti per ingrandirle

Il Priore Alberto Maccione illustra al Card. Bagnasco l'attività della Confraternita

Il Cardinale Angelo Bagnasco ed i Confratelli di Sant' Antonio Abate

Il Cardinale Angelo  Bagnasco termina la Visita Pastorale



 

 

 

 
Una nota sulla Chiesa di Santa Maria in Via Lata Genova
 
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Commenti:
19 aprile 2011 - da Domenico Pizzi: Alberto complimenti a te e ad Alfredo per il bel documentato che celebra Genova e le sue tradizioni
19 aprile 2011 -
da Bernardo: Il Dott. Alberto Maccione è il giusto esempio di un cristiano,cattolico,professante dedito alla cultura. Molto profondo ed interessante il suo discorso rivolto al Cardinale. Gli auguro di proseguire nel cammino intrapreso con costante interesse e successo personale.

 

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