il primo (e speriamo ultimo.....) comunicato del sito Piazza Scala

Ho letto il comunicato/bollettino di guerra n. 14 dell’Anpecomit: è la solita minestra riscaldata, ripetitivo e gonfio di malcelate offese nei confronti di chi non la pensa come il Masia.
Chiaramente non sono un legale quindi non voglio addentrarmi in un terreno minato: del resto chi vi scrive  nulla ha mai chiesto al Fondocomit dopo aver incassato lo zainetto nel 2003, al contrario del Masia (anch’egli di legale mastica molto poco) il cui inserimento nello stato passivo per cifra importante è stato respinto con la seguente motivazione  “Domanda respinta. L' art. 27 dello Statuto (ove le plusvalenze prese in considerazione concernono solo la vita normale del Fondo) non si applica alla fase di liquidazione del Fondo e comunque ha un contenuto dispositivo che nel caso in esame determinerebbe un risultato difforme rispetto a quanto richiesto. Domanda respinta. L' Accordo UNP/ANPEC, avente per oggetto scambi globali fra intere categorie, non è stato stipulato da soggetti dotati di autonomia collettiva con effetti erga omnes nei confronti degli appartenenti alle categorie medesime; esso dunque è inefficace e comunque non applicabile a singole frazioni della platea degli interessati. Comunque la pretesa è anche prescritta.” Se il giudice dichiarasse che la pretesa è veramente prescritta l’unica possibilità di incasso starebbe in un accordo stragiudiziale dei ricorrenti in quanto sarebbe esclusa la reviviscenza dell’art. 27.

Inoltre nel comunicato ho riscontrato alcuni punti (in corsivo) che hanno attirato la mia attenzione:

  • lasciate perdere di ricordarci gli esiti peraltro poco indicativi e poco verificabili del sondaggio a sostegno”: tenuto conto che ho gestito io i sondaggi (tra l’altro nel primo il Masia poteva verificare quello che voleva in quanto ha direttamente ricevuto le oltre 600 mail dei colleghi che hanno partecipato) mi sembra che mi venga data la patente di bugiardo, cosa che chi mi conosce sa bene che non è nel mio stile: se così fosse respingo l'accusa decisamente al mittente; piuttosto perché il Masia non indice un sondaggio tra i suoi iscritti? Forse perché si rende conto che ne uscirebbe perdente? La Democrazia non esiste solo per una conferma delle proprie idee, giuste o sbagliate che siano, ma per indicare la strada da seguire!

  • “E a proposito dell’esigenza, da Noi rivendicata, che l’art. 27 debba essere applicato “erga omnes” mettiamo in evidenza, condividendola, la seguente risposta data ieri l’altro da un collega (offriamo così un’altra “rondine che non fa primavera” all’altare di Izeta) al Vostro Presidente Marini: “Chi invoca l’articolo 27 e non riconosce che applicarlo ad alcuni si ed ad altri no è contro i basilari principi giuridici generali, mente sapendo di mentire”. Sono stupito dell’affermazione e confermo di non aver ricevuto alcun messaggio così formulato: che se lo sia inventato il Masia per eccesso di autostima o per indebolire (si fa per dire….) la valanga di pareri di segno opposto;

  • E parlando della revoca dei tre legali “Lo sanno tutti che Noi abbiamo revocato i tre Legali proprio perché, contro il nostro parere, hanno voluto introdurre in Cassazione, attraverso un “ricorso incidentale”, ciò che non era possibile introdurre: elementi non pertinenti sin dall’inizio alla causa, e cioè la richiesta di ritenere valido l’Accordo Unp/Anpecomit (e non la difesa dell’art. 27 come Voi erroneamente (?) scrivete).” Se non erro la stessa cosa è successa alcuni mesi fa in un caso analogo ma opposto con alcune decine di soci Anpecomit di Parma ma il legale revocato non ha accettato la revoca, anzi ha emesso preavvisi di parcella (mi auguro che non facciano la stessa cosa i tre legali nei confronti delle centinaia di  revocanti e spero che un’eventuale loro azione in tal senso sia prescritta).

E’ chiara la volontà del Masia di portare avanti le cause per almeno un altro lustro con buone prospettive di perderle (come sempre è successo sino ad ora) e far perdere altro tempo ai colleghi ricorrenti, compresi i presunti prescritti che rischiano moltissimo, che non potranno accettare un’eventuale transazione. Infatti il Masia scrive “Noi sia chiaro non siamo disponibili a trattare sul principio e sulle nostre ragioni di credito (Art. 27), e ci opponiamo al provvedimento del Presidente della sezione fallimentare, pur disponibili a valutare tutti insieme a cosa è possibile rinunciare tutti insieme per addivenire ad una soluzione extra giudiziaria equilibrata e di buon senso.” Ma su cosa altro si potrebbe trattare? Sull'"asino che vola"? Nulla: rimane solo l’ostinato rifiuto del Masia di cui non riusciamo a capire i motivi (ci rifiutiamo di credere siano quelli sussurrati nei corridoi).
 

Cari colleghi, un uccellino mi ha riferito che dal 2007 l’Anpecomit ha perso almeno 1500 iscritti (e quindi circa 30.000 Euro di versamenti annui); fra questi potete trovare, oltre al sottoscritto, Domenico Pizzi, Filippo Vasta, Leo Marchetti, Giuliano Chiarotti, Giacomo Morandi, Massimo Osti, Graziano, Gimmi Folesani, Gregorio Cerra, Salvatore Gatto, Francesco De Luca, Renzo Saitta, tutte persone di elevato spessore morale cui bisogna aggiungere i quattro esponenti del Direttivo cacciati da un’assemblea-burletta a Roma (badate bene: cosa sarebbe successo se fosse stata convocata a Milano o in qualunque altro posto?) costruita ad hoc, dove una claque pari a meno del 5% dei soci ha avuto il coraggio di dichiarare che Costantino, Minotti, Marini e Basilico erano indegni di prestare la loro consulenza ai soci Anpecomit (sino allora proficua ed efficace) “senza fornire adeguate e convincenti giustificazioni di carattere morale e di buon senso ma solo di carattere giuridico, su chi ha diritto e chi no”.

Questi sono fatti: di fronte ai quali i continui e ripetitivi bollettini di guerra del Masia lasciano il tempo che trovano……

 

Alfredo Izeta (sito Piazza Scala) - 26 luglio 2015  

 

Ricevo dall'Avvocato Michele Iacoviello la seguente mail
Caro Alfredo, leggo nel tuo ultimo Comunicato le Tue considerazioni relative alla revoca del mandato all’Avv. Pileggi di “alcune decine di soci Anpecomit di Parma ma il legale revocato non ha accettato la revoca, anzi ha emesso preavvisi di parcella”, in cui aggiungi che “mi auguro che non facciano la stessa cosa i tre legali nei confronti delle centinaia di revocanti e spero che un’eventuale loro azione in tal senso sia prescritta”.
Non voglio qui prendere posizione sul comportamento dell’ Avv. Pileggi verso i “revocanti”, ma solo precisarti la nostra posizione.
Per quanto ci riguarda, noi tre Avvocati del Collegio Difensivo (Civitelli, Fasano, Iacoviello) abbiamo sempre rispettato i patti stipulati con i clienti, che prevedono come onorari il pagamento del 10% di quanto  incassato, ma solo ad incasso avvenuto (e non prima). Tale dovere dei nostri clienti è previsto espressamente anche in caso di revoca del mandato (come avvenuto).
Così prevede il documento firmato da ciascuno dei ricorrenti nel 2012, i cui singoli originali si trovano custoditi nel mio studio.
Quindi noi non abbiamo mai chiesto nulla finora ai nostri clienti, anche se “revocanti”, perchè questo era semplicemente il nostro dovere verso di loro. Noi continueremo quindi a lavorare per l’ incasso delle somme da parte degli opponenti, e solo dopo tale incasso chiederemo il nostro giusto compenso del 10%, e lo faremo naturalmente anche nei confronti dei “revocanti”, come da loro espressamente firmato.
Come noi abbiamo rispettato i patti, così allo stesso modo pretenderemo fermamente ed inderogabilmente il pagamento di quanto pattuito nei nostri confronti, da parte di ciascuno degli opponenti, ivi compresi i “revocanti”.
Da ultimo vengo alla tua considerazione sulla eventuale prescrizione del nostro credito per onorari.
Voglio rassicurarti: noi siamo molto attenti al tema della prescrizione, ed infatti anche per i Liquidatori nessuno dei nostri clienti è “prescritto”.
I nostri onorari si prescriveranno solo nell’ anno 2022, poiché il nostro mandato ci è stato conferito nel 2012.
Vedrai che riusciremo a portare a casa i soldi di tutti molto prima, forse anche entro quest’anno, malgrado quelli che remano contro…..
Ricevo da Giampiero Bovolenta la seguente mail

27 luglio 2015 - Non tocca a me entrare nel merito di quello che dici ma, oltre a chi applaude al tuo scritto, poichè nella premessa dici che non hai mai chiesto niente al Fondo mi sai dire come mai il Fondo risponde di no ad una tua richiesta per importo imprecisato come da allegato (pag 275) dello Stato Passivo????? Te ne sei dimenticato ??????


Ecco la mia risposta
27 luglio 2015 - Per fortuna non me ne sono dimenticato....
La spiegazione è molto semplice: nel luglio 2013 il sito Piazza Scala prese spunto da un appello di Alberto Costagli (pensionato ante 98)  ai Liquidatori per invitare i propri lettori a rivolgere analoga e generica richiesta al Fondo. Il tutto risulta dalla pagina
http://www.piazzascala.altervista.org/letteracostagli/index.html
del sito stesso.
A comprova ulteriore allego (in un unico file pdf: visualizzalo):
- la mia richiesta di insinuazione al passivo (!?) per cifra zero generata dalla mia mail del 14/7/2013 ai liquidatori così formulata "Con la presente ACCETTO incondizionatamente ed irrevocabilmente i termini e le condizioni dell'ACCORDO UNP/ANPECOMIT del 12.07.2010 ritenendo che, dato tale consenso dalla maggioranza dei soci/pensionati e con il suo inserimento nello Stato Passivo, esso contribuisca a rafforzare il modo per poter dare soluzione al riparto del residuo del capitale disponibile del Fondo Pensioni per il Personale della Banca Commerciale Italiana in Liquidazione."
- uno scambio di mail con il Capo dei Liquidatori Angelo Elia   che attesta chiaramente la mia posizione.
Converrai che è ovvio che non si trattava di una richiesta di inserimento nello stato passivo (nel quale il mio nome, per quanto ovvio, non compare nulla avendo mai chiesto) ma di un semplice intervento ad adiuvandum a conclusione della vertenza.
A maggior ragione ti confermo che il mio nome non figura nel prospetto di erogazione
Alfredo Izeta

 

 

 

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Piazza Scala - luglio 2015