Squillò il campanello d’allarme.
I ladri persero la testa.
II più alto si avventò sul commesso che aveva accennato un movimento e lo atterrò con un pugno.
« Fermi tutti o spariamo! » esclamò terrorizzato quello che aveva riempito la valigia di banconote.
Un altro corse minaccioso verso il direttore.
I quattro impiegati si mossero inquieti verso il centro della sala, titubanti, senza sapere che fare, tenendo sempre le mani alzate.
« Presto ! » disse il capo della banda. E uno dopo l'altro i ladri sgusciarono fuori dell’edificio.
S'udì il rombo di un’automobile.
Scappati.
« La polizia. Telefonate alla polizia! » urlò il direttore fuori di sé.
Qualcuno corse in strada per vedere almeno la targa dell'automobile. Ma era troppo tardi.
II campanello d'allarme squillò ancora.
Di lì a poco arrivarono i poliziotti.
Era mezzanotte.
« Che succede? » mi chiese l'ispettore.
« Hanno svaligiato la banca », risposi.
« Lei è il guardiano? »
« Sì ».
« E' lei che ha fatto suonare l'allarme? »
« Sì ».
I poliziotti si guardarono attorno.
La cassaforte era chiusa ermeticamente. Tutto era in ordine al suo posto. La calma regnava ovunque.
I poliziotti mi esaminarono con sospetto.
« Ha bevuto questa sera? » mi disse in tono offensivo l'ispettore.
Stavo per rispondere e in quel momento mi cadde sotto gli occhi il giornale, aperto sulla scrivania.
Mi chinai un poco e lessi :
« Squillò il campanello d'allarme ».
« I ladri persero la testa ».
« Il più alto si avventò sul commesso che aveva accennato un movimento e lo atterrò con un pugno».
« " Fermi tutti o spariamo ! ” esclamò terrorizzato quello che aveva riempito la valigia di « banconote ».
« Un altro corse minaccioso verso il direttore ».
Alzai gli occhi verso l'ispettore.
« E' successo così. E' qui sul giornale », spiegai.
« Lei è matto ! » urlò. « Come si chiama? Lo sa che è reato dare un falso allarme ? »
« Aspetti », risposi con dignità.
Voltai la pagina del giornale e continuai a leggere :
« E' successo così. E' qui sul giornale », spiegai.
« Lei è matto ! » urlò. « Come si chiama ? »
« Lo sa che è reato dare un falso allarme ? »
« Aspetti », risposi con dignità.
Come per incanto i poliziotti erano scomparsi.
Alle scrivanie sedevano gli impiegati, alla Cassa c’era il cassiere.
Era pieno giorno.
Pieno giorno, con i clienti che entravano e uscivano.
Entravano, facevano le loro operazioni e poi uscivano.
Le macchine da scrivere martellavano in cadenza il cha-cha-cha del lavoro.
Poi la clientela si diradò.
Fu allora che entrarono i quattro figuri.
Entrarono nell’ora più propizia, quando il flusso di gente sera esaurito.
Uno era molto alto, un altro aveva una grossa valigia.
Il primo s’avvicinò al direttore, il secondo alla Cassa. Gli altri due si posero ai lati della sala in modo da poter dominare la situazione ed estrassero le pistole.
« Fermi tutti e mani in alto! » ordinò il capo della banda.
I quattro impiegati dell'agenzia sorpresi dalla subitaneità dell’azione eseguirono meccanicamente.
In un batter d’occhio la valigia dei rapinatori era piena di banconote.
Fu allora, proprio allora che...
Che successe? Ah, sì.
Squillò il campanello d’allarme.
I ladri persero la testa.
II più alto si avventò sul commesso che aveva accennato un movimento e lo atterrò con un pugno...
Smisi di scrivere, guardai la finestra, lentamente presi il foglio, lo accartocciai e Io gettai nel cestino.
Accesi una sigaretta.
Oggi è domenica, sospirai, e non si lavora.
Meglio andare fuori a prendere una boccata d’aria.


Filippo Garrone - Genova
 

 

 

N.d.R.: un grazie particolare a Cesare Fasolato (Genova) che ci ha gentilmente fornito le copie del "Notiziario" da cui abbiamo estratto gli articoli pubblicati

 

 

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Piazza Scala - agosto 2014