Non voglio apparire un “bastian contrario” ma, alla mia età e soprattutto
dopo aver percorso in macchina oltre 5 milioni di chilometri senza incidente
alcuno (di cui almeno 1 milione percorsi in diversi anni per conto di Mamma
Comit durante la mia attività di produzione e sviluppo in tutta la provincia
di Venezia), io anche oggi penso che l’uso delle cinture di “sicurezza”
debba essere facoltativo. Di questo problema dibatto sin dal decreto Ferri,
ossia da quando è diventato obbligatorio indossarle.
A questo proposito, ma anche per quanto attiene all’assunzione di un
bicchiere di vino durante i pasti ed altre cose, vorrei riproporre qualche
articolo che ho scritto verso la fine degli anni 80, con successivi revival,
il cui contenuto avrebbe a mio parere la pretesa di fornire alcune mie
motivazioni, anche opinabili, in proposito a cinture, analisi alcometriche
(si dice così ? bah.), autovelox e quant’altro.
Primo titolo . MA OGGI SERVE ANCORA ALLACCIARE LE CINTURE ??
Dal 26 aprile 1989, come si evince da allegati documenti che produco
(Gazzettino 18.5.1989, lettera docente università di Milano 21.9.1989 e
mille altre pezze giustificative che non produco perché impossibilitato in
questa sede) sono
contrario all’obbligatorietà delle cinture di sicurezza in quanto, per una
miriade di fatti a cui ho assistito direttamente ed indirettamente, le
cinture di sicurezza sono state dei veri e propri “killer” anziché strumenti
di difesa per l’automobilista. Se il Ministro Lunardi dice di farne un
problema personale circa il loro uso in quanto suo fratello è morto in un
incidente stradale per mancanza delle cinture di sicurezza, io gli rispondo
che un mio amico è morto annegato sul Brenta (vicino a Mira di Venezia)
perché aveva le cinture allacciate.
Per sgomberare comunque subito il campo da chi dice che anche gli altri
paesi, fra cui gli USA, Canadà ecc.…., rispondo subito che .. ieri era ieri,
mentre oggi è oggi. E mi spiego.
Va detto anzitutto che l’uso delle cinture non riduce il numero degli
incidenti, ma cambia semplicemente il tipo delle lesioni nel caso di
incidente (spappolamento del fegato, della milza, dell’intestino, lesioni
allo sterno, vertebre lombari, annegamenti ecc)., come mi ha scritto
personalmente ancora, nel lontano1989, il prof. Paolo Sturlese, Libero
docente in Patologia e Clinica chirurgica dell’Università di Milano. Se lo
dice un personaggio di questo “standing” mi pare che il suo discorso vada
privilegiato rispetto a quello di un politico. Inoltre, anche in base a dati
di fatto, l’allacciamento delle cinture sinora non ha prodotto risultati
significativi tali da poterli ascrivere a qualche statistica, per cui io
sono dell’avviso che, al giorno d’oggi, stante l’assoluta sicurezza che
offrono le macchine di cui alcune sono dotate anche di 6-8 “airbags” , le
cinture costituiscano solo uno strumento obsoleto, ....afflittivo,
liberticida, antigiuridico, pretestuoso, insomma inutile sotto ogni punto di
vista. Si eccepisce che l’uso delle cinture è necessario quando nella
vettura ci sono gli airbags in quanto, scoppiando, essi potrebbero soffocare
o, non sarà invece che essi potrebbero aggiungere pericolo su pericolo,
difficilmente individuabile ed ascrivibile nel caso di incidente in quanto,
quando succedono queste cose, viene a determinarsi un marasma all’interno
della macchina ? Chi è che ha monitorato dei dati credibili a questo
proposito ? Non è assolutamente vero quanto si accampa a pretesto e cioè che
ci sia una motivazione etico-sociale che obbliga lo stato a tutelare in
questo modo la salute dei cittadini con l’obbligo di indossare le cinture
(art.32 della Costituzione) perché è proprio lo stato, per primo, che
produce e smercia sostanze tossiche come il tabacco, legalizza il possesso
di droga per uso personale, non pone limiti all’uso dell’alcol pur sapendo
che in Italia muoiono più di mezzo milione di persone per etilismo, cirrosi
epatica. E ciò senza contare i morti di cancro da fumo e droga.
Di fronte a questa ecatombe, le 500-1000 vittime che si potrebbero
scongiurare con l’uso obbligatorio delle cinture – ammesso che siano tali e
che non siano controbilanciate da altrettante vittime provocate proprio
dalle cinture – sono UN’INEZIA.
Un avvocato di Treviso, Sandro Balduzzi, Patrocinante in Cassazione, un
giorno mi disse: “ Il rifiuto di usare le cinture non arreca danno a terzi.
Quindi, oltre che ipocrita la motivazione etico-sociale di cui sopra, è
afflittiva in quanto non tutti sono in grado di sopportare un tale ingombro,
specie le persone anziane, con qualche chilo di troppo, oltre che essere
antigiuridico. Infatti, egli mi disse, se Tizio vuol ammazzarsi e si butta
sotto il treno e, per puro caso, non soccombe, egli non viene processato per
questo atto che viene definito “insano gesto”. Se invece Tizio istiga Caio a
togliersi la vita e questi finisce per farlo, Tizio risponde di istigazione
al suicidio. Trasferito il principio sul piano di guida, se Tizio ha in
uggia la cintura di sicurezza perché si sente dalla stessa oppresso, rischia
del suo: può aspirare al suicidio –guidando – come quando tentò di buttarsi
sotto il treno. Insomma non si può essere obbligati. Semmai, si potrà
invocare la facoltatività.
Concludo dicendo che oggi le case automobilistiche costruiscono veicoli tali
da poter viaggiare in condizioni di assoluta sicurezza per efficienza
frenante e tenuta di strada, 4-6-8 air-bags che prima non c’erano, per cui
le cinture non risolvono alcunché. Anzi, essi finiscono per danneggiare
quelle persone che finora, nella guida, si sono sempre comportate con il
buon senso.
L’ideale sarebbe cambiare la testa di certi italiani. Ma si sa, questo è un
discorso difficile, tanto per usare un eufemismo.
Secondo titolo. LA PATENTE A PUNTI.
l’articolo apparso sull’Amico del Popolo a titolo “La patente a punti
fra disinformazione e paura” ha centrato
in pieno il sentimento della stramaggioranza degli Italiani dotati di buon
senso, posto che, al giorno d’oggi, si possa parlare ancora di buon
senso....
D’accordo, educare con il metro della paura, è un metodo che fa più danni
che altro, specie per coloro che finora hanno fatto uso del buon senso ancor
prima delle…cinture di sicurezza, strumento di “sicurezza” che io detesto e
sul conto del quale, come ho scritto qualche giorno fa su di un quotidiano
locale, vorrei conoscere – con dati oggettivi alla mano che ancor oggi non
esistono – se le vittime che si potrebbero scongiurare con l’uso
obbligatorio delle stesse (si parla di 500 –1000 vittime) ed ammesso che sia
tale il numero delle vittime o che non sia addirittura controbilanciato da
altrettante vittime provocate proprio dalle medesime che, in caso di
incidente, come mi disse qualche anno fa il Prof. Paolo Sturlese, Libero
docente in patologia e clinica chirurgica dell’Università di Milano
invocandone solo l’uso facoltativo, se non trasferiscano invece pari pari le
lesioni in altre parti del corpo....
E’ meglio buttarla in ridere, come ha fatto don Sandro Vigani, Direttore del
settimanale diocesano “Gente Veneta”, con un pezzo che allego con qualche
mia aggiunta personale…
“DIAMO LA PATENTE A PUNTI AI GOVERNANTI” , ha proposto don Sandro Vigani,
direttore di un importante settimanale diocesano di Venezia, don Sandro
Vigani, fra il serio ed il faceto. Dando infatti una patente a punti anche a
chi ci governa, si eviterebbe così all’elettore di recarsi alle urne per
dare una delega in bianco ai nostri governanti senza poi avere la
possibilità di controllare il lavoro che faranno in nome del popolo
italiano.
La proposta, anche se risente… dell’afa di questi giorni, a mio avviso
potrebbe però essere presa in una qualche seria considerazione, con le
stesse modalità con cui si tolgono i punti della patente di guida nel caso
di infrazioni. Come ? Ecco la proposta, con qualche modifica da parte mia
rispetto a quanto propone don Sandro….
Si diano subito 500 punti a tutti coloro che ci governano. E poi ? Sotto il
controllo di una commissione di esperti “super partes” si tolgano 500 punti
tutti in un colpo a chi si fa le leggi ad “personam”, si tolgano 400 punti a
coloro che fanno fallire l’Italia con la finanza creativa, si tolgono 300
punti a coloro che portano i fazzoletti verdi della cosiddetta Padania in
quanto qui siamo in Italia, si tolgono 200 punti a coloro che mentono al
popolo italiano, si tolgano 100 punti a coloro che litigano in parlamento,
offrendo uno spettacolo indecoroso agli Italiani..
Terzo titolo. ETILOMETRO, LIMITI DI VELOCITA’ E CINTURE DI SICUREZZA.
L’entrata in scena del tanto discusso etilometro e delle sue
correlazioni escogitate nei bar, ristoranti, discoteche e quant’altro, mi fa
pensare che il mondo stia per andar fuori di senno, posto che non lo sia
già.
Che ci siano delle persone che “alzano il
gomito” più della loro soggettiva tolleranza sarà anche vero, ma vietare di
bere uno-due bicchieri di vino al ristorante perché si ha paura che, uscendo
dallo stesso, si potrebbe essere sottoposti ad analisi alcometrica, mi pare
un po’ troppo, se non addirittura assurdo in quanto, io per primo, sarei
soggetto al ritiro quotidiano della patente, pur essendo sempre
assolutamente a posto con i riflessi quando guido: lo testimonia il fatto
che, in oltre mezzo secolo di guida, non ho mai trascurato un bicchiere di
vino od una birra media, senza avere incidenti di sorta, almeno per mia
colpa.
Io penso pertanto che questo divieto dovrebbe essere bandito e che, al suo
posto, si debba insegnare l’educazione, obbligando tutti coloro che hanno la
patente ad appositi seminari. In difetto, si finirà per accrescere la
psicosi del ritiro della patente anche presso le persone a posto, non solo,
ma anche a sminuire la già tanto sminuita qualità della vita.
Insomma, a mio avviso, questo divieto, oltre a non aver alcun senso, finisce
anche per non aver alcun effetto in quanto, gli alcolizzati, come i drogati,
rimarranno la piaga di sempre, a danno delle persone che invece andrebbero
premiate per il loro comportamento di guida esemplare.
Che dire poi dei limiti di velocità ? Fissare oggi il limite di 50 Km/h su
strade sicure, percorribili anche a 80-90 Km/h, non costituisce certo una
remora alla diminuzione degli incidenti, specie con le macchine di oggi
sicure sotto ogni aspetto, ma solo un sistema per crearli, e soprattutto uno
strumento - purtroppo - mirato solamente a fare cassa per le amministrazione
comunali, specie quelle povere e fors’anche eticamente scarse.. Anche qui il
discorso abbisognerebbe di qualche sviluppo.
Cinture di sicurezza ? A che servono ? Premesso che so di sollevare un
vespaio, io penso - almeno per
quanto
mi riguarda – che esse costituiscano un serio impedimento alla libertà di
guida e che il loro uso non contribuisca affatto ad attenuare il costo
sociale nella dinamica complessiva degli incidenti del paese.
A suo tempo, esattamente dal momento in cui gli ex ministri Ferri e Prandini
le obbligarono per legge, io feci loro causa col supporto di considerazioni
a livello universitario (prof. Dott. Paolo Sturlese, Libero Docente di
Patologia e Clinica chirurgica all’Università di Milano data 21.9.1989) il
quale mi scriveva : “ le cinture non riducono il numero degli incidenti, ma
cambiano semplicemente il tipo delle lesioni. Infatti, dopo il decreto
Ferri, sono diminuite le lesioni della faccia del 18 %, ma sono aumentate
del 115 % le lesioni dello sterno, del 78 % le fratture costali, dell’8 %
delle vertebre lombari…
Altri famosi studiosi, avvocati, medici e giuristi, mi hanno anche scritto
che il rifiuto di usare le cinture non arreca danno a terzi. Quindi, oltre
ad essere ipocrita il decreto Ferri, è anche affittivo, incostituzionale,
liberticida ed antigiuridico. Ed altri aggiungono :….se Tizio vuol
ammazzarsi e si butta sotto il treno e, per puro caso, non soccombe, egli
non viene processato per questo atto definito “insano gesto”. Se invece
Tizio istiga Caio a togliersi la vita e questi finisce per farlo, Tizio
risponde di istigazione al suicidio. Trasferito il principio sul piano della
guida, se Tizio ha in uggia la cintura di sicurezza perché si sente dalla
stessa oppresso, oppure non gradisce che il dispositivo gli…sgualcisca il
vestito o il seno (per una donna), rischia del suo: può aspirare al suicidio
– guidando – come quando tentò di buttarsi sotto il treno. Insomma, è
necessario togliere l’obbligo e rendere facoltativo l’uso di queste
maledette cinture.
In conclusione, anche se certe cose nel frattempo possono essere diventate
obsolete, (gli articoli infatti datano oltre 20 anni fa), io penso che
sarebbe cosa buona e giusta:
- stabilire che l’uso delle cinture debba essere facoltativo in quanto,
spesso, sono proprio le cinture a determinare la morte;
- l’etilometro debba essere usato quando necessario, dopo gli incidenti o in
flagranza di certe situazioni, in quanto detto strumento, usato
indiscriminatamente, finisce per certificare “alcolizzato” chi ha bevuto un
bicchiere di vino o di birra a cena e che, dopo mangiato, deve uscir di casa
per i suoi motivi;
- quanto al tele-laser, autovelox ecc. si dovrebbe fare un discorso a parte
in quanto esso non colpisce, nella stramaggioranza dei casi, chi sbaglia, ma
chi magari supera sbadatamente di soli di 10 km un divieto, circostanza
assolutamente ininfluente rispetto alla sicurezza stradale. Insomma, esso si
trasforma in uno strumento per perpetrare dei furti legalizzati da parte di
certe amministrazioni comunali ! Il che non va certo condiviso dalle persone
oneste !
Ed infine, lo voglio dire, io penso che questo coacervo di strumenti, alla
fin fine, finisce per stabilire il coefficiente di imbecillità del popolo
italiano che dovrebbe in ogni caso osservare le regole della convivenza
civile, in barba al sempre più farneticante impegno di chi propone stupidi e
costosi artifizi, perseguendo solo l’effetto di colpire le persone oneste.
Quasi sempre con l’inganno, attraverso quegli autovelox che, come detto poco
fa, servono il più delle volte non già educare gli utenti della strada, ma a
fare cassa. E questo è un abuso da cui le persone per bene devono prendere
le distanze, alzando correttamente la voce !
Arnaldo De Porti - novembre 2010
|