Essere ondivaghi non è un’offesa ma un atteggiamento che, molto spesso, nasconde il reale atteggiamento di chi, invece, vuole adattare la realtà alle proprie esigenze.
Dopo questo breve pistolotto vorremmo andare al sodo.
 

1) Il Fondo Sanitario Integrativo Intesa Sanpaolo (FSI) da sempre non pubblica i verbali del Consiglio di Amministrazione e, solo da qualche tempo, quello dell’Assemblea dei Delegati.
Vi chiederete. “Ma perché? Quali saranno queste supreme motivazioni che non consentono di fornire trasparenza ai 210.000 iscritti sulle riunioni tenute dai 19 componenti (9 per la banca, 9 per le OO.SS. e 1 il pensionato)?”.
Motivazioni di privacy, ci viene detto. Noi abbiamo già ribadito che da tempo immemore esiste l’utilizzo degli “omissis” e che, quindi, si potrebbe togliere opacità al CdA senza violare alcuna riservatezza.
Su questo abbiamo battagliato e continueremo a farlo anche perché è a dir poco anacronistico che non ci sia la stessa trasparenza che è prevista per tutte le associazioni, aziende, onlus, club, condomini e via cantando.

2) Il FSI, quando un attivo/esodato diventa pensionato e vuole mantenere l’iscrizione al fondo (cosa che non sta facendo il 34% dei novelli pensionati) chiede allo stesso di indicare se gode di altre pensioni integrative, oltre a quella AGO erogata dall’INPS. Qual è la motivazione? Dopo un interpello del rappresentante dei pensionati (unico e solitario nonostante i pensionati siano il 31% degli iscritti, in barba ad ogni regola di democrazia rappresentativa) viene così risposto:
- scheda di adesione dei nuovi pensionati: la richiesta di precisare in detto documento l’eventuale fruizione di pensioni integrative avrebbe, secondo quanto riferito, il solo scopo di appurare il coacervo pensionistico in funzione del calcolo dell’eventuale perequazione annuale, in modo tale da tenere aggiornato il dato su cui calcolare la contribuzione percentuale. In tal modo, verrebbe evitato, nell’interesse del pensionato, che il FSI, considerando solo la pensione INPS, conteggi su quest’ultima l’intera perequazione annuale, calcolando quindi il contributo sul risultato che, invece, potrebbe rivelarsi inferiore ove detta perequazione venisse correttamente computata. Ancora una volta, al fine di fare chiarezza e per evitare inutili allarmismi, sembrerebbe essere intendimento della Direzione del Fondo inserire tale precisazione sulla scheda di cui trattasi

Dopo aver superato lo sgomento di vedere la lingua di Dante e di Petrarca così martoriata, si chiede aiuto a chi se ne intende e ci viene in soccorso l’avv. Michele Iacoviello che ci spiega che la richiesta è per prima cosa del tutto inutile perché i dati possono essere – previa autorizzazione dell’interessato – direttamente attinti dal casellario INPS e, soprattutto, il domandone è “Caro FSI, a cosa ti serve conoscere questo dato se io pensionato pago il 3% sulla pensione INPS?”.
Ma come! Sei così attento a non violare la privacy che non pubblichi i verbali del CdA e poi vai a chiedere un dato riservato che non ti serve?
Un flash ci attraversa la mente nella coda velenosa del post dell’avv. Iacoviello:
“Viene spontaneo pensare che tale “schedatura” in realtà preluda all’applicazione del contributo anche sulla pensione integrativa, in modo da allontanare ancora di più i pensionati dal Fondo”.
Conclusione:
- chiediamo con forza al rappresentante dei pensionati, ai rappresentanti sindacali ai quali vorremmo ricordare che fra gli iscritti hanno personale in servizio e in quiescenza, alle numerose associazioni dei pensionati di muoversi con fermezza affinchè questa insensata richiesta venga eliminata dal modulo di adesione al FSI. Il dato della pensione INPS è più che sufficiente per calcolare il quantum della contribuzione annuale.

Esodati Gruppo Intesa Sanpaolo
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Piazza Scala - marzo 2015