a spasso per la Tuscia    

 

 

Se decidete di visitare la Tuscia non potete esimervi dal passare qualche ora  nel borgo medievale di Civita di Bagnoregio (comune di Bagnoregio, provincia di Viterbo, proprio ai confini con la Toscana).
Ero stato a Civita una ventina di anni fa: allora il paese era completamente disabitato, ad eccezione di un mescita di vini al centro del paese e di numerose. colonie di gatti. La storia del paese si può sintetizzare con un processo di erosione e con frane che a partire dal XVI secolo hanno "staccato" Civita da Bagnoregio, condannando la frazione ad una lenta morte per il continuo assottigliamento della ripida collina sulla quale si trova. Poco più di 50 anni fa Civita è stata ricongiunta al mondo da un viadotto in cemento armato.
Sono ritornato a Civita alcuni mesi fa: alla base del viadotto sono sorti luoghi di ristoro e parcheggi, nel centro della borgata hanno aperto parecchi locali (bar, un B&B, rivendite di souvenirs) e nella chiesa è tornato un sacerdote. Oggi il paese non muore più, è nuovamente abitato, anzi sta diventando un'attrattiva turistica che attira migliaia di turisti dall'Italia e dal mondo!
Provate a dare un'occhiata alla sottostante galleria di fotografie.
 

Alfredo Izeta - luglio 2011

 

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I tufi, le ceneri e i lapilli eruttati per millenni dai vulcani Volsini, sovrapponendosi alle argille plioceniche lasciate dalle acque marine, hanno profondamente condizionato la storia di Civita di Bagnoregio, costruita sulla roccia e dalla roccia stessa consumata, vittima dell'erosione e delle frane, su cui la fervida immaginazione di Bonaventura Tocchi costruì ...la fiaba del paese che muore, del paese che sta attaccato alla vita in mezzo a un coro lunare di calanchi silenziosi e splendenti..., ma anche ...un'isola nell'aria, arditamente librata al sommo d'un cono tronco, sull'immane baratro..., secondo Filippo Paparozzi, poeta bagnorese. L'origine dell'abitato, che nel nome di "Civita" ("la città") conserva memoria di un antico passato, affonda le proprie radici alla fine dell'età del bronzo (Xll-X sec. a.C.), quando una piccola comunità si insediò sull'ultimo lembo della rupe di Bagnoregio, attraversò l'età del ferro (IX-VIII sec. a.C.) e si espanse in epoca etrusca sul resto del pianoro, dove nel Medioevo avrebbe avuto vita l'abitato di Rota (l'attuale Bagnoregio). All'Alto Medioevo sembrano risalire le fondazioni sia della Cattedrale, trasformata nell'XI secolo, sia della chiesa di San Pietro, andata completamente distrutta nel terribile terremoto del 1695. Nel corso del XIV secolp troviamo Civita in possesso dei Monaldeschi della Cervara, che l'avevano difesa contro l'assalto dei Ghibellini; subisce notevoli danni verso la fine del Quattrocento, quando viene bombardata dalle truppe di Carlo VIII. Nel corso del Cinquecento, mentre in piazza San Donato si ampliano la Cattedrale e il palazzo Comunale e si avvia la costruzione di palazzo Alemanni, il fenomeno delle frane ai margini della rupe si fa sempre più grave e si moltiplicano le notizie dei lavori per il consolidamento della strada che univa Bagnoregio a Civita. A partire dal XVIII secolo il processo di erosione accelera, le argille cedono e si scava un enorme solco tra Bagnoregio e Civita che, nonostante l'ardito viadotto inaugurato nel 1965, sarà per tutti e per sempre "il paese che muore".

 

 

 

 

 

 

 

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