Il passaggio
tra il XV ed il XVI secolo con la scoperta dell'America
avvenuta nel 1492 segna l'esperienza storica finalmente
definibile "moderna". Gli avvenimenti portano tracce di
una forte divaricazione: da un lato eventi politici
tumultuosi che determinano la fine delle autonomie
italiane, le corti di Milano, Napoli e Firenze che
vacillano incalzate dalle pretese imperiali francesi
prima e asburgiche poi, l'insorgere della Riforma
protestante e l'apertura a nuovi mondi; dall'altro una
straordinaria floridezza culturale, forte di ingegni e
di mezzi quali difficilmente si possono riscontrare in
un così circoscritto numero di anni.
In quest'ambiente, Roma offrì ospitalità alla diaspora
d'artisti seguita alla caduta dei principali centri
della penisola e con l'ascesa al soglio pontificio di
Giulio II e Leone X divenne il più importante centro
dell'arte e dell'architettura rinascimentali.
In questi anni l'artista più attivo è il Bramante autore
di un progetto per la nuova Basilica di San Pietro.
Questi fa giungere a Roma il concittadino Raffaello,
allievo di Perugino e collaboratore di Pinturicchio.
Nato ad Urbino, Raffaello giunse a Roma nel 1508 lo
stesso anno in cui Michelangelo - di personalità diversa
tutt'altro che olimpica - iniziava gli affreschi della
Cappella Sistina.
Bramante - Raffaello
- Michelangelo |
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Architetto e
pittore, Raffaello fu incaricato di realizzare le
decorazioni delle stanze di Giulio II, nei Palazzi
Vaticani. Conosciuti in tutto il mondo sono i suoi
affreschi per la Stanza della Segnatura, La Disputa del
Sacramento, ricca di riferimenti teologici sul
sacramento dell'Eucarestia e La Scuola di Atene,
caratterizzata da una calibratissima composizione che si
sviluppa attorno alle due figure di Platone ed
Aristotele.
La Disputa del Sacramento
La Scuola di Atene
Lontano
dalla Capitale continuava, intanto, la grande tradizione
della pittura veneta. Dalla lezione di Giorgione,
maestro del colore dal tratto gentile e delicato, prese
avvio l'arte di Tiziano. La pennellata fluida, l'armonia
della composizione e la classica serenità delle figure
(ad esempio in L'Amore sacro e l'Amor profano del 1515
ca. - Galleria Borghese a Roma) sono i segni distintivi
della sua pittura.
Tiziano eseguì anche molti ritratti che divennero presto
modelli indiscussi del genere per tutto il secolo e per
buona parte del successivo.
Giorgione e Tiziano
L'amore sacro e l'amor
profano
La tradizione veneziana proseguì poi per tutto il
Cinquecento con altri grandi artisti come Lorenzo
Giorgione e Tiziano Lotto, Veronese e Tintoretto. A
Parma fiorì il genio di Correggio, il cui nome è legato
agli splendidi cicli d'affreschi della cosiddetta Camera
della Badessa (1519 - Refettorio del Convento di San
Paolo). Pittore capace di grande efficacia espressiva,
rivelò un'approfondita conoscenza della pittura romana
che rielaborò in uno stile molto originale. La ricchezza
di temi e soggetti delle sue opere, generalmente attinti
alla mitologia classica, i mossi giochi di luce, gli
scorci prospettici impostati su sorprendenti punti di
fuga, preludono al rifiuto dell'equilibrio dei canoni
della classicità e aprono la strada ai linguaggi più
lirici e decorativi tipici del manierismo.
Correggio
Il manierismo
Un
viaggiatore europeo che fosse sceso in Italia verso il
1520 per ammirare la vittoria sugli antichi conseguita
da Raffaello e Michelangelo, avrebbe provato sconcerto
vedendo, prima di arrivare a Roma, l'ardito
sperimentalismo del primo Correggio a Parma e degli
esordi fiorentini di Pontorno e di Rosso Fiorentino.
Nel 1520 Raffaello muore e sette anni dopo Roma è
saccheggiata: è un decennio dalle tinte catastrofiche e
il primo effetto storico artistico è quello della
dispersione degli artisti, soprattutto quelli cresciuti
alla scuola di Raffaello. La maniera moderna, dunque si
diffonde, ma nello stesso tempo è interpretata e per
certi aspetti contraddetta. E' il percorso del
manierismo sulla cui identificazione e cronologia è da
sempre aperto uno dei più accesi dibattiti
storico-critici. Occorre specificare, però,
che il manierismo non si sviluppò come reazione e
rifiuto totale ai canoni del Rinascimento, piuttosto
fiorì dal suo interno, esasperando alcuni elementi già
presenti nell'opera di maestri come Raffaello e
Michelangelo. Il Giudizio Universale presenta, ad
esempio, elementi e stilemi figurativi addirittura più
estremi di quelli di molti manieristi.