Maurizio Dania

 

 

ROSSINI OPERA FESTIVAL - LA CENERENTOLA
Dramma giocoso in due atti di Giacomo Ferretti
musica di Gioacchino Rossini
edizione critica della Fondazione Rossini, in collaborazione con Universal Music Publishing Ricordi, a cura di Alberto Zedda
Angelina-Cenerentola, Marianna Pizzolato
Don Ramiro, Lawrence Brownlee
Dandini, Nicola Alaimo
Don Magnifico, Paolo Bordogna
Clorinda, Manon Strauss Evrard
Tisbe, Cristina Faus
Alidoro, Alex Esposito
Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
direttore, Yves Abel
maestro del coro, Paolo Vero
regia, Luca Ronconi
scene, Margherita Palli
costumi, Carlo Diappi
progetto luci, Guido Levi

A me è piaciuta molto l'esecuzione vocale degli artisti italiani. Su tutte una bellissima prova di Marianna Pizzolato. Non credo abbia fatto rimpiangere chi l'ha preceduta nelle altre occasioni sul palcoscenico, questa volta dell'Adriatic Arena. M' impressiona la freschezza del timbro, la partecipazione emotiva, l'interpretazione del personaggio che le appartiene. Brava nel canto in cui esprime sentimenti romantici, abbagliante nelle agilità. Stupendo il rondò. Applausi meritati: un vero trionfo in omaggio alla simpatia che suscita, ma soprattutto alla bravura della cantante, tecnicamente ineccepibile. Sbagliato sarebbe fare confronti proprio perchè alla fine sembra, anzi è stucchevole. Tutti si sono impegnati con grande professionalità: scrivo che Alaimo, un Dandini correttissimo e non caricaturale, attore eccellente, è un magnifico cantante, e Bordogna, un Don Magnifico barone di Monte Fiascone così credibile e abile nel porre in evidenza le caratteristiche che il suo ruolo impone, tanto che entrambi meritano la fama di cui godono e con essa l'ammirazione di chi vuol sentire Rossini cantato con bravura e sicurezza, divertendosi e divertendo. Ecco è stata una Cenerentola giovane, fresca: un'arietta primaverile dopo due serate con il Rossini serio che ha concorso a continuare due lavori, in gran parte privi di un autografo, e che hanno avuto la necessità di uno studio ancora più approfondito e di interpreti certamente bravi, ma con caratteristiche diverse da quelli che hanno illuminato la conosciutissima Cenerentola. Anche Alidoro mi ha convinto magari non pienamente per alcuni suoni non bellissimi, a mio parere, specie nelle zone più basse, a volte raggiunte con una tecnica che non mi è sembrata prevedere la morbidezza dimostrata da altri interpreti. Ma la microfonazione RAI può ingannare e l'aria del primo atto è stata cantata benissimo. Abel ha concertato meglio di altri direttori che son saliti sul podio di teatri sulla carta più prestigiosi. Si capisce che il lavoro è stato accurato sia con l'orchestra che con gli artisti del coro. Ottimo il sostegno dato ai cantanti. Un Rossini straordinario che incanta sempre. Specie se cantato così e concertato e diretto da un ottimo professionista. Lawrence Brownlee aveva il compito più difficile sotto tutti i profili che lascio a voi indovinare. Non ha deluso. Ha dato ciò che poteva nel secondo atto. "Si ritrovarla io giuro", ovviamente è una delle punte di diamante di un altro cantante rossiniano. Oggi, in questo repertorio, il più bravo. Che è già entrato nella storia della vocalità. Brownlee l'ha cantato in modo corretto, gli acuti non sono quelli a cui siamo abituati, però ha meritato applausi. Comunque non mi pare il caso di aggiungere altro. Mi piace il colore della sua voce. Corrette le sorellastre.
Concludo.
Spettacolo eccezionale.
La regia di Ronconi è geniale. Non mi sembra superata. Piace ancora.Per concludere vorrei solo tornare a Marianna Pizzolato. Nella sua interpretazione è stata sè stessa. Una Cenerentola cicogna può tutto anche affaticarsi. Freschezza ho scritto già, giovinezza, tecnica: queste le caratteristiche che le permettono nello spazio di poche misure di portare la voce dalle note gravi alle acute e poi nuovamente a quelle gravi: la classica volata rossiniana la Pizzolato la sviluppa come intendeva Rossini, con bravura e precisione prima di esplodere con la forza della fantasia e della gioia. Per non parlare delle variazioni. Nel rondò sa variare ed il tutto viene trasformato con brio irresistibile nella forma variata. Certo come sa fare lei che non è un contralto, ma un mezzo soprano. Successo personale. Il Genio, anche questa sera, è stato servito al meglio delle attuali possibilità dai cantanti che si sono esibiti al ROF 2010. Il pubblico voleva divertirsi e si è divertito.

Maurizio Dania - settembre 2010

 

 

Segnala questa pagina ad un amico:




 

 

 

Piazza Scala - settembre 2010