Abbiamo il piacere di presentarvi il testo integrale dell'intervento del collega Sergio Marini al C.d.A. del 17 giugno 2014 della Cassa Sanitaria Intesa (per intenderci l'ente che - purtroppo - è stato sostituito in senso peggiorativo per il personale in quiescenza dal Fondo Sanitario Integrativo Intesa Sanpaolo.
Una precisazione: come sapete, tale organismo continua a "vivere" sino a quando il Giudice deciderà come rimediare alle (secondo noi) illegittime iniziative adottate nell'ottobre 2010 sul trasferimento delle riserve della Cassa al Fondo, con una delibera del CDA contestata da noi Pensionati.
La sentenza dovrebbe uscire in tempi contenuti (nel senso della parola per i tribunali italiani.....).
 

Piazza Scala


 

CDA CASSA SANITARIA INTESA DEL 17 GIUGNO 2014
Testo dell'intervento di Sergio Marini effettuato in sede di votazione
 

“Dichiaro voto contrario, anche a nome dei consiglieri Amici, Cobianchi e Manara, ritenendo la delibera in violazione di due norme statutarie e, per l’esattezza:

  • dell’art. 20 comma h dello Statuto che prevede che “..il Consiglio di Amministrazione predispone e presenta all’approvazione dell’Assemblea dei Soci il rendiconto annuale nonché la relazione generale attinente alla situazione finanziaria e all’attività svolta e programmata”;

  • dell’art 18 dello Statuto che prevede al primo capoverso che “...l’Assemblea dei Soci approva il rendiconto annuale e le relazioni del Consiglio di Amministrazione e del Collegio dei Revisori”... e, all’ultimo capoverso, che   “...la deliberazione relativa all’approvazione del Rendiconto annuale e delle relazioni del Consiglio di Amministrazione e del Collegio dei Revisori è valida con il voto favorevole del 50% + 1 dei votanti”.                    

Concludo il mio intervento affermando che il Consiglio di Amministrazione della Cassa Sanitaria  Intesa, con l’approvazione in via definitiva del Bilancio 2013, esercita un potere che non gli è stato attribuito dallo Statuto.
Sergio Marini”

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Intervento nelle “varie ed eventuali”
Le deprecabili conseguenze della  delibera adottata nell'ottobre 2010, per lo scioglimento della Cassa e la sua “confluenza” nel nuovo Fondo Sanitario, si stanno puntualmente verificando.
La divisione delle due sezioni – Attivi e Pensionati – ha sin dall'inizio provocato un vero e proprio “bagno di sangue” per i secondi, mentre i primi hanno accumulato – tenuto conto delle somme  rivenienti dalle “vecchie Casse” : circa 29 milioni - cospicue riserve sino a raggiungere, alla chiusura del bilancio 2013, l'incredibile importo di 94 milioni di €uro complessivi.
I Pensionati non hanno sinora visto alcunché sui rimborsi della quota di prestazioni “differite”; forse qualcosa accadrà per l'esercizio 2013, ma a livello ancora parziale; di contro hanno dovuto sborsare un supplemento di contributi per il primo anno – 2011 – e sopportare un progressivo taglio delle prestazioni; da ricordare anche l'ultima, lodevole “trovata”: il  calcolo per le vedove del contributo non sulla reversibilità percepita, ma sulla precedente pensione del consorte!
L'accumulo delle riserve degli Attivi, che in minima parte alleviano le perdite dei Pensionati mediante un contributo di solidarietà, ha comportato un progressivo disinteresse da parte dei Lavoratori che vanno in pensione, come  si evince da dati allarmanti:
- nel 2012 uno su quattro dei Colleghi andati in pensione ha revocato l'iscrizione al Fondo;
- nel 2013 uno su tre ha fatto la medesima scelta;
- quanti saranno nel corrente anno?
E così si realizza quello che è parso, sin dall'inizio, il disegno tracciato dalla Banca e condiviso dai Sindacati: la progressiva riduzione della sezione Pensionati a seguito della cancellazione della solidarietà intercategoriale legata alla redazione di un bilancio unificato. Del resto, ciò è già avvenuto in passato nel Fondo Sanitario Sanpaolo, citato a modello per il nuovo Fondo di Gruppo: soltanto uno su quattro dei Colleghi Sanpaolo, al conseguimento della pensione, manteneva l'iscrizione al Fondo.
Sarebbe inoltre opportuno che il fenomeno delle riserve degli Attivi, in costante accumulo in conseguenza della delibera di “separazione” segnalata in esordio, venisse segnalato all'autorità di vigilanza sui Fondi Sanitari e, perché no, anche all'Amministratore Delegato di Intesasanpaolo.
Si potrebbe così capire per quale ragione Banca e Lavoratori debbano sopportare un carico contributivo evidentemente eccessivo, destinato ad alimentare riserve di fatto “congelate”, anziché “risparmiare” o, quanto meno, dare maggiore solidarietà ai Pensionati.
Quanto poi alla giustificazione legata a previsioni pessimistiche per le risultanze future degli “Attivi”, elaborate in uno studio Attuariale che pochi conoscono, non è chiaro come si voglia assimilare alle procedure tipiche dei Fondi Pensione o delle Compagnie di Assicurazione – ramo vita -  un organismo, qual' è un Fondo Sanitario, che chiude i conti ogni anno e riassetta eventuali disequilibri ricorrendo a strumenti già previsti dallo Statuto.
Sergio Marini 

 

 

 

 

 

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Piazza Scala - giugno 2014