La cosa non ha nessuna importanza  per chi non è catanese, soprattutto la descrizione minuziosa dei percorsi dei tram che può essere stucchevole  e quindi  da non tenere in considerazione. PREGASI SALTARE.

Descrive, però, uno squarcio di vita vissuta in altri tempi  e quello affascinante  che appariva agli occhi di un ragazzino.

Davanti  a una bella spigola ( appena  pescata nel  nostro mare) cucinata”all’acqua pazza”, assieme ad alcuni amici,naturalmente catanesi, nell’evocare certi ricordi della nostra città  venne fuori  il discorso dei vecchi  trasporti urbani.

Si contestava il percorso  e il numero  che un tram  dalla periferia portava al centro.

Alcuni dicevano il N.5 altri il N.4.

In  effetti il tram che dalla stazione Circum- Etnea  di Cibali  portava a Catania Centro non era il N° 5 ma il N° 4.

La cosa  ha poca  importanza . Però mi ha dato lo spunto  per parlare di   una mia  vecchia  passione  che   mi ha affascinato  fin   da ragazzino: la rete dei   trasporti urbani  di Catania.

Ero affascinato dai tram. Conoscevo  ( e lo  ricordo  ancora dopo più di 70 anni  )  i  percorsi di tutta la rete  tramviaria della città e ne traevo vanto con gli amici. La gestione era affidata a una Società belga  la:   TRAMWAYS  ET ECLAIRAGE ELETTRIQUES A CATANE  S.A. Per me allora  arabo (ho capito dopo). Come pure la scritta  “ made in Charleroi “   in rilievo, di rame, situata   sulla colonnina a sinistra nella parte anteriore del tram    dove il “manovratore” (tale era la sua mansione, perché  una scritta in alto diceva  chiaramente:  “non parlate al manovratore”) provvedeva alla conduzione  del tram  con due semplici aggeggi, una manovella orizzontale per far partire e regolare la velocità del tram  e uno strano  strumento  a forma di pistone   che incastrato  su una specie di cremagliera  fungeva da freno facendo sentire, eccome, lo sbuffo dell’aria compressa.

Ambedue gli aggeggi naturalmente  potevano essere spostati   perché quando il tram doveva tornare indietro  il manovratore  li staccava  e li montava  nella colonnina posta   alla coda del tram  che diventava la testa.

Per avvertire i pedoni  pestava col piede un pistoncino a molla che battendo contro  una base in ferro  produceva un  rumore  particolare.( Sempre ferro battuto era! Altro che clacson! )

Al manovratore era affidato anche il compito di provvedere  - scendendo ogni volta a terra - allo scambio  dei binari, quando necessario,  tramite  un semplice paletto di ferro.

Non mi vorrei dilungare  ma mi piace  esternare i ricordi  di allora  riepilogando le linee e i percorsi  della rete tramviaria catanese   dalla sua nascita  alla sua fine quando venne sostituita dai filobus.

Le linee erano 6   con i seguenti percorsi:
 

LINEA N. 1

Dal Tondo Gioieni  a Piazza Duomo. ( per  Via Etnea).  In un secondo tempo il percorso fu prolungato fino alla Stazione Centrale. ( Via Vittorio Emanuele – lato  est – via …Sei Aprile,( fontana del ratto di Proserpina),stazione.
 

LINEA N. 2/7A  Questo tram  era attaccata, la chiamavamo la “giardiniera”, (seconda vettura non trainante).

Dal Cimitero  arrivava a Picanello  ( via Acquicella, Porta del Fortino,Via Garibaldi,Duomo,via Etnea,ViaUmberto,viale Libertà, l’attuale Corso Italia,Piazza della Guardia Ognina,via Duca degli Abruzzi,Picanello.
 

LINEA 3

Da Piazza Duomo arrivava a Ognina ( porticciolo) seguendo lo stesso percorso  del 2/7 fino a piazza della Guardia   e  proseguendo  per via Messina  arrivava a piazza  Ognina.
 

LINEA 4

Da piazza Duomo arrivava a Cibali (stazione della Circum Etnea). Via Etnea, piazza Stesicoro, Salita dei Cappuccini, piazza S.Domenico,via Androne, piazza S.Maria del Gesù, via Cifali, Circum Etnea.

 

 

LINEA 5

Da piazza Spirito Santo  facendo il percorso interno della città  ritornava  al punto di partenza . Attraverso la “ Fera o lune ( fiera del lunedì)  porta di Aci ( piazza Stesicoro  o Stesicorea ),  salita dei Cappuccini, via Plebiscito, “Archi della marina”  piazza dei martiri, via Vittorio Emanueleverso ovest,via ………………, P.zza Spirito Santo. (dove c’era un “chioscu” di bibite eccezionale).
 

LINEA 6

Funzionava solo d’estate .Da sotto gli Archi della marina attraverso via “Gazzometro”  ( i catanesi la conoscevano così) portava alla Playa  attraversando nell’ultimo tratto,   tramite un sistema ingegnoso  di  traversine e  binari , la sabbia  viva.
 

Non so se queste memorie possano interessare qualcuno, però, nel passato, questa era la nostra città.
 

ROSARIO LA DELFA - Brescia

 

 


Alla mia città.

Ho trovato  questo brano in un articolo di giornale, non ricordo quale.

Anche il suo autore mi sfugge.  Siccome mi è sembrato  molto bello lo propongo  con piacere   agli amici  catanesi e non……….
 

CATANIA

Città dove il sale attico (1) condisce senza risparmio la vita,

riservandone un grano scaramantico alla follia intermittente

dell’Etna. Sulfurea deità  che sommuove la terra  e il mare

eternamente guata. (2)

 

Rosario La Delfa

 

(1)     Periodo della letteratura greca che va dal 500 al 323 a. C.

(2)     Fissare con stupore  o sospetto 

                                                                                               

 

 

 

 

 

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Piazza Scala - luglio 2015