Raffaele Mattioli

 

Il 24 marzo u.s. l'Archivio Storico IntesaSanpaolo ha presentato il volume "Raffaele Mattioli - Documenti e fotografie della maturità" a cura di Francesca Gaido e Francesca Pino, editore Ulrico Hoepli, Milano. Il libro offre un valido strumento per avvicinarsi al pensiero e all’opera di Mattioli nel dopoguerra, dagli anni della Ricostruzione a quelli del miracolo italiano, sino alle prime avvisaglie della stagnazione.
Ne presentiamo alcune parti unitamente ad qualche mmagine per commemorare ancora una volta colui che resta una vera e propria icona per i nostri lettori ex Comit.
Piazza Scala - aprile 2015

 

 

 

Francesca Pino

 

 

 

Si è formata come storica e come archivista. Chiamata nel 1984 a costituire l’Archivio storico della Banca Commerciale Italiana, dirige attualmente l’Archivio storico di Intesa Sanpaolo.
È consigliere dell’International Council on Archives dell’UNESCO (sezione Archivi d’impresa) e della European Association for Banking History. Ha pubblicato un centinaio di saggi storici, edizioni di documenti e guide archivistiche. Conduce ricerche sistematiche sulla biografia di Raffaele Mattioli e sui suoi interventi, anche in ambito culturale.
Tra le ultime pubblicazioni: Raffaele Mattioli, Uscire dalla crisi. Comunicazioni interne sul salvataggio della Banca Commerciale Italiana, 1933-1934 (Torino, Aragno, 2010).

 

 

Francesca Gaido

 

 

 

Laureatasi nel 2006 all’Università degli Studi di Milano con una tesi su Pietro Verri pubblico funzionario, indi borsista a Napoli presso l’Istituto Italiano per gli Studi Storici, è da vari anni collaboratrice scientifica dell’Archivio storico di Intesa Sanpaolo.
Insieme a Francesca Pino ha condotto varie ricerche sulla figura di Mattioli in ambito economico e culturale, e ha curato l’edizione degli scritti di banca di Giovanni Malagodi (Dalla crisi allo sviluppo. Scritti per la riorganizzazione delle filiali Comit, 1934-1935, Torino, Aragno, 2010).
Collabora anche con la Fondazione Raffaele Mattioli per la storia del pensiero economico.

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

Due pagine a stralciate dal dal volume

 

1)
È qui pubblicata l’introduzione all’Inventario delle Carte di Raffaele Mattioli dal 1946 al 1972 (Carte di Raffaele Mattioli, 1946-1972, a cura di Francesca Pino e Francesca Gaido, Torino, Intesa Sanpaolo, 2014). La presente guida offre uno strumento per avvicinarsi al pensiero e all’opera del ‘banchiere umanista’ nel dopoguerra, dagli anni della Ricostruzione a quelli del ‘miracolo italiano’, sino alle prime avvisaglie della stagnazione. Avvalendosi degli scritti inediti emersi dall’inventariazione con un grande lavoro di scavo, si illustrano le sue fondamentali concezioni di banchiere per lo sviluppo, economico e civile insieme: dall’imprescindibilità del credito all’economia reale, alla funzione storica dell’intervento dello Stato attraverso l'IRI, alla corretta applicazione delle regole del gioco nel mercato e nelle istituzioni. Ineguagliata la finezza delle sue analisi sia strutturali che congiunturali da cui scaturivano proposte di politica economica definite eretiche in quanto aliene da ogni dogmatismo. Tra le sue lezioni, utili per l’oggi, la necessità di allevare i giovani talenti e di promuovere in ogni campo la coesione delle forze in gioco.
In linea con la fede di Mattioli nel valore dell’agire, si mostra come tali concetti si siano tradotti in iniziative concrete sia in ambito economico, a favore di una ‘sana’ ed equilibrata crescita dell'ltalia, sia in ambito culturale, settore in cui altrettanto si manifestò la sua creatività con l’ideazione di prestigiose istituzioni per la ricerca e la formazione dei giovani studiosi. Un percorso per rileggere in modo critico la storia italiana della seconda metà del Novecento.
Ad agevolare la lettura aiuta la parte dedicata ai ‘documenti chiave’ e alle immagini, alcune delle quali inedite, che mostrano Mattioli al centro della sua rete di collaboratori, nei rapporti con le autorità istituzionali e bancarie italiane e internazionali, ma anche in privato. Si restituisce così un’immagine più completa, consentendo a specialisti (e non) di seguire la parabola professionale ed esistenziale di un uomo tra i più ‘corteggiati’ dalla politica italiana, ma anche fra i più ritrosi ad apparire in pubblico.


2)
Poteri dell’Amministratore delegato
Per comprendere la natura delle Carte dell’Amministratore delegato bisogna fare riferimento alla struttura organizzativa della Banca Commerciale Italiana, scaturita dalle riforme degli anni Trenta. L’impianto rispondeva al principio ‘costituzionale’ di creare ruoli precisi tanto nella Direzione centrale quanto nelle filiali, conferendo marcate autonomie e responsabilità gestionali ai manager.
Nei rapporti tra centro e periferia vigeva il decentramento produttivo a favore dei direttori locali, a cui faceva da contrappeso l’accentramento dei controlli nei Servizi della Direzione centrale (Filiali Italiane, Controllo Crediti, Personale). Quindi il contatto con i clienti, anche i maggiori, era affidato al direttore della filiale della zona di competenza, il quale istruiva lo studio delle aperture di credito di primo livello e lo passava alla Direzione centrale, che giudicava da una prospettiva più ampia: in gergo, si valutava il ‘peso relativo’ della esposizione verso un singolo cliente rispetto all’ insieme dei rischi assunti dall’Istituto, in generale e in un determinato settore. Quando gli importi dei finanziamenti superavano i limiti di autonomia fissati per i direttori di filiale, era il Comitato della Direzione centrale a decidere, in seduta collegiale: come si è accennato, gli stessi Amministratori delegati si erano riservati un ruolo di ‘arbitri’ e garanti del lavoro di squadra e non deliberavano in modo autocratico, né di regola trattavano direttamente con i clienti. Questo spiega la scarna presenza, nelle Carte Mattioli, di carteggi con imprenditori o dirigenti di aziende : di conseguenza è fondamentale, per ogni ricerca sui rapporti tra banca e imprese, basarsi sulle delibere del Comitato della Direzione centrale.
Anche la governance e il rapporto con i consiglieri, espressione della proprietà, si esplicavano nelle sedute del Consiglio di Amministrazione e del Comitato esecutivo, mentre assai poco rimane di questi rapporti nella corrispondenza personale di Mattioli; viceversa i verbali di questi organi sociali, molto accurati, danno conto delle materie trattate e delle ‘comunicazioni’ strategiche e di andamento di Mattioli, di regola trascritte integralmente.
Il corretto funzionamento della Banca richiedeva dunque che tutti i dati e le pratiche fossero gestiti dalle unità organizzative competenti; ogni dipartimento o servizio (Contabilità, Ufficio Studi, Ufficio Finanziario, Crediti, Filiali italiane, Estero, ecc.) aveva un proprio archivio ben strutturato. Fortunatamente, molti di questi archivi dipartimentali e tutte le circolari emanate dai capi-servizio (che offrono una precisa fotografia del modo di lavorare) sono pervenuti in maniera intellegibile ai nostri giorni, tanto da potervi rintracciare talvolta anche direttive e disposizioni di carattere generale firmate da Mattioli.
Da quanto esposto sin qui si deduce che informazioni, istruttorie e decisioni avevano il loro iter regolare, che non prevedeva una tenuta di pratiche complete d’archivio nella segreteria degli Amministratori delegati. Nelle Carte Mattioli si trovano piuttosto i rapporti personali e istituzionali (con l'IRI, istituto controllante, con la Banca d’Italia e le associazioni bancarie in Italia e all’estero), e i contatti ufficiali con organi e personalità internazionali. I fascicoli, fortemente eterogenei e di contenuto spesso episodico, riflettono momenti di particolare impegno del banchiere : le sue meditazioni, gli esposti alle autorità monetarie e di categoria, o vicende legate alle sue cariche in enti internazionali, in partecipazioni bancarie e in istituti culturali. Oltre ai prominents, moltissima è la corrispondenza con gente comune e con il personale della Banca Commerciale, in Italia e all’estero.
Il lavoro della Banca emerge in modo significativo soprattutto dalle raccolte di «Note» e promemoria sulle questioni più diverse, portati all’attenzione dell’Amministratore delegato e trattenuti dalla sua Segreteria, oppure dalla corrispondenza con i capi di filiale. Quando si trova nelle Carte un rapporto su qualche azienda, si può presumere che si tratti di qualche ‘punta dell’iceberg’, ovvero di casi delicati, che richiedevano una particolare valutazione, una ricerca di soluzione o un orientamento deliberativo.

 

 

 

Alcune fotografie (fra le meno note)tratte dal volume


 

Nella biblioteca della sua abitazione (1961)

All'Assemblea Ordinaria ABI 1959 (tra Menichella e Dell'Amore)

All'Assemblea Ordinaria ABI 1959 (con Siglienti)

All'Assemblea Ordinaria ABI 1959  ( con Gino Luzzatto)

Ritratto fotografico alla Rappresentanza di Roma (1966)

In abito da cerimonia (anni cinquanta)

Con il nipote Luca (1948)

Con R. Bacchelli al matrimonio di G. Antonini con M.G. Carnazza (1958)

Tra F. Cingano e C. Bombieri (primi anni settanta)

La copertina del libro

 

 

 

 

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Piazza Scala - aprile 2015