Piazza Scala

 

I TUOI DETRATTORI NON SONO DELINQUENTI, MA SONO ED ERANO PERSONE DI BUON SENSO E RESPONSABILITA’ ANCHE IN ALTI CONTESTI COMIT, REALTA’ QUESTE PROBABILMENTE NON SEMPRE ALLA MIA O NOSTRA ALTEZZA !

 

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Permettete anche a me una “lenzuolata” alla Masia, con la differenza però che io mi arrogo quanto meno la presunzione di dire cose concrete, e soprattutto nell’interesse di tutti noi.

Ho letto, seppur di fretta, ma condividendole in toto, le osservazioni dei Colleghi Basilico, Minotti, Costantino e Marini  in risposta al monologo di Antonio Masia relativamente all’assemblea straordinaria, che io etichetto come farsa (le motivazioni le ho già addotte in diverse occasioni),  in quanto illegale e per certi versi buffa,  anche se approntata con crismi di apparente legalità confezionata “alla bisogna”,   tenutasi  a Roma il 26 scorso.  Ho letto anche, recependola nei limiti delle mie scarse risorse legali, la cronistoria elencata con molta chiarezza da parte dello studio degli avvocati Tommaso Civitelli, Pierfrancesco Fasano, Michele Iacoviello e del professionista “new entry“, avv. Antonio Pileggi di Roma, mentre tutti gli altri sono di Milano. Premesso che non comprendo, sia pur con tutto il rispetto dell’avv. Pileggi, la necessità di questa “new entry” del foro di Roma, devo dare atto agli altri tre professionisti di Milano di essere stati chiari, esaustivi e, cosa non sempre percepibile di questi tempi quando ci si rivolge ad uno studio legale, anche molto trasparenti e molto interessati a risolvere il problema delle liquidazione del fondo, al di là persino delle loro giuste spettanze professionali.. Essi infatti mettono per iscritto  “ noi verremo pagati solo se e quando i nostri assistiti percepiranno i loro soldi, altrimenti addirittura non percepiremo nulla per anni di lavoro !”

Ma al di là del fatto che non trovo corretto non pagare chi lavora seriamente nell’interesse di noi assistiti, ho voluto estrapolare alcune frasi scritte dai predetti avvocati, frasi che denotano inequivocabilmente come questa nostra annosa e vergognosa situazione, sia quasi del tutto riconducibile a Masia. Ecco le frasi :

  • pag. 2  “la ns. richiesta  di incontro collegiale  all’ANPEC è rimasta purtroppo inascoltata e l’ANPEC ha preferito chiedere un incontro ai soli liquidatori, e non alle Autorità Vigilanti”;

  • pag  2   “all’incontro del 10 nov.2011 i liquidatori si sono presentati con i loro avvocati ed invece Masia è andato da solo, mentre la nostra partecipazione sarebbe stata veramente opportuna tenuto conto del fatto che Masia non è un avvocato”;

  • pag   3   “non c’è niente di male se chiediamo a Masia di essere aggiornati sulla situazione delle trattative, e per la verità glielo abbiamo già chiesto per iscritto senza ottenere una risposta concreta”;

  • pag  4   “ci dispiace dirlo, ma Masia per iscritto ci ha detto di non firmare l’istanza di anticipazione d’udienza in Cassazione”;

  • pag  4   “Masia è arrivato ad intimarci per iscritto tramite r.r.r. di non comunicare con i nostri assistiti”;

  • pag  5   “perché Masia vuol “censurare” il passaggio delle informazioni a coloro che ci hanno conferito un mandato difensivo” ?;

  • pag   5   “perchè Masia vuole così pesantemente il nostro silenzio, fino al punto di screditarci con i suoi commenti ?”;

  • pag   5   “quello che dice Masia semplicemente non è vero”;

  • pag.  6   “nella convenzione firmata fra noi e l’Anpec, lo stesso Masia aveva voluto l’inserimento della seguente clausola nel nostro incarico professionale  “ di porre in essere lo svolgimento della migliore strategia ed attività, nessuna esclusa, di carattere  giuridico-legale nei confronti del Fondo ,  finalizzata ad ottenere la concreta realizzazione ed attuazione dell’Accordo”;

  • pag. 6   “stupisce ancora una volta che a ciò si sia opposto Masia sostenendo – per la sua evidente mancanza di competenze giuridiche – la curiosa tesi secondo cui noi in appello eravamo già stati “totalmente vittoriosi”;

  • pag. 7   “va detto che Masia è stato indotto ad erronee dichiarazioni dal parere tardivo e sbagliato del quarto componente del Collegio difensivo, ovvero dall’Avv. Pileggi di Roma”;

  • pag  8   “lo studio degli avvocati Civitelli,Fasano, Iacoviello, ha ricevuto una lettera di Masia nella quale dichiara di voler recedere dalla convenzione e di voler continuare solo con l’avv. Pileggi di Roma”;

  • pag. 8   “questa strana lettera di Masia non ha alcun effetto nel nostro rapporto professionale con i Clienti, che continueranno ad essere difesi da noi esattamente come prima e con il massimo scrupolo, poiché il mandato difensivo individuale ci è stato conferito da loro e non dall’ANPECOMIT, che ha solo il compito di coordinare i suoi iscritti".

Ovviamente, chi vuol integrare gli stralci sopra riportati, non fa che leggere la lettera integrale degli avvocati, pubblicata anche su Piazza Scala. 

 

Ritornare sugli argomenti, già oggetto di varie discussioni, mi sembra superfluo, oltre che noioso ed avvilente per tutti noi che ci saremmo aspettati proposte serie e concrete in relazione alla liquidazione del fondo-Comit,  ed invece, ancora una volta, chiacchiere, chiacchiere chiacchiere.… fino alla nausea.   Le ultime “lenzuolate”, alias i Comunicati  n. 7 ed 8  su NoiComit , rispettivamente del 2 e 3 aprile scorso,  ne costituiscono conferma.

 

Ormai, Masia non convince più nessuno, nemmeno i suoi avvocati !!!,  e penso che egli abbia molti più nemici che amici, almeno da quanto si evince dal numero di partecipanti alla predetta assemblea, molto verosimilmente rigorosamente precettati,  per dare appunto una parvenza di contorno  ad una legalità traballante costruita a tavolino, come succede nei vari Consigli di Amministrazione delle…S.p.A, prima di certe assemblee, circostanza di cui noi funzionari di banca, ne sappiamo qualcosa.

 

Temo però che questo castello di carte o, per usare un termine più soft con riferimento alle prossime ferie al mare, di questi castelli costruiti con la sabbia, non possano avere lunga vita in quanto gli animi degli “esclusi d’imperio” si stanno scaldando davvero, forse mettendo in crisi gli stessi nostri nervi d’acciaio, struttura fisica che eravamo soliti gestire anche nella nostra seria professione.
 

Infatti, c’è chi parla di organizzare dei pullman da Milano ed altre città italiane con destinazione Roma, sosta di fronte alla sede di Anpecomit, per dire a Masia che se ne deve andare al più presto, come del resto gli è stato detto più volte da numerosi colleghi delusi dalla sua gestione. 
 

C’è chi minaccia anche di impugnare il risultato dell’assemblea con ogni mezzo, stante non solo l’autoritarismo che l’ha contraddistinta in ogni sua fase, e cioè limitando con tempi di risposta ridicoli, quanto a tempo,  qualsiasi tipo di contradditorio. E’ parimenti assurdo che ai soci non venga consentito di avere una lista per sapere con chi sono associati, cosa del tutto illegale: in passato l’elenco era pubblicato aggiornato sul vecchio sito!   In ogni caso,  ognuno di noi   ha  il sacrosanto diritto di conoscere la verità e, se del caso, agire di conseguenza, senza peraltro venir minacciato di azioni legali  per  calunnia, come qualcuno paventa. C’è poi chi bandisce pullman per venire a protestare a Roma  e lascia perdere anche le azioni legali preferendo usare l’arma della satira, come fa Maurizio Croza al martedì su Ballarò.

 

Voglio raccontarvi una storia che mi è stata raccontata da un professore di lettere della mia città e che mi sembra adatta alle nostre vicende:
“Preannunciato da mesi, arriva nel bellunese un circo equestre e inizia a piantare il tendone ai margini della città.

Tutti si preparano per gli spettacoli: equilibristi, acrobati, domatori e persino gli animali sembrano essere contagiati da un’atmosfera particolare. Un incendio improvviso rischia di vanificare il lavoro di ognuno e gli spettacoli dei giorni successivi: l’acqua e gli estintori per spegnerlo non sono sufficienti.
A questo punto il proprietario invia il capo dei  “clown” in città per chiedere aiuto. Il poveretto non toglie neppure il suo costume  di Pierrot: corre in città e vi arriva ansante e senza fiato. Si sbraccia, emette suoni strani, cerca di far capire alle persone che devono seguirlo per portare aiuto ai suoi colleghi. Invece tutti lo applaudono e considerano il poveraccio come l’aperitivo degli spettacoli a venire, senza capire che al circo si sta consumando una tragedia.
Il clown prova invano a far capire che il suo scopo non è presentare il circo ma salvare uomini ed animali: solo dopo molto tempo e molte insistenze riesce a spiegare alla ressa di persone cosa sta succedendo ed a far accorrere i bellunesi al circo. Purtroppo quando arrivano sul posto, il circo non esisteva più. Una coltre di cenere copriva uomini ed animali bruciati insieme.”   
(questa è pura satira che va concepita come tale a tutti gli effetti !)

 

Detto questo, vorrei aggiungere una mia personale preoccupazione:  temo – ahimè – che la gestione di Masia con riferimento ad Anpecomit  possa finir molto male, come è successo di recente per FAPCREDITO: in entrambi i casi, addirittura i quattro vice presidenti (due di ANPECOMIT e due di FAPCREDITO) lo hanno contestato (i due di FAPCREDITO si sono dimessi per protesta ritirando le rispettive associazioni: qui Masia è stato addirittura costretto alle dimissioni).

Questo che cos’è se non un indice di autoritarismo, di antidemocrazia che,  potrebbe, giorno dopo giorno, autoalimentarsi e  far molto male allo stesso promotore ? Che non ascolta ma impone, addirittura promuovendo epurazioni? Un altro particolare: possibile che quelli che l’hanno avversato o l’avversano (e sono molti....) siano tutti in errore? Forse sarebbe opportuno un suo serio esame di coscienza!

 

ARNALDO DE PORTI
Feltre  6 aprile 2012                                                                             

 

 

 

 

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