Segnaliamo innanzitutto che abbiamo rifiutato di pubblicare due note che contestavano il pezzo di Filippo Vasta sui "capponi di Renzo": la causa del nostro diniego deve essere ricondotta a due ordini di motivi:
1) la presenza nei due testi ricevuti di espressioni irriguardose nei confronti del collega che ci hanno obbligato ad un'antipatica censura, che, come tutti sanno,  non è tipica del nostro sito (ricordiamo un solo caso precedente): anche se possiamo capire la loro delusione questo non li autorizza ad offendere le persone;

2) il desiderio di chiudere una questione che rischia di scatenare (dopo quanto successo con il Fondocomit) una seconda "guerra tra poveri", della quale si potrebbe avvantaggiare il solo "Don Rodrigo"....... (sapete tutti chi è).

Crediamo che quanto scrive ora Filippo sia sufficiente a placare gli animi: se qualcuno desidererà replicare e se del caso criticare il contenuto dell'articolo può farlo in modo conciso, civile e senza soffiare sul fuoco di una mera vis polemica: se risponderanno a questi requisiti, siamo disponibili ad aggiungere in questa pagina gli scritti che ci perverranno. Da parte nostra, per evitare in futuro il riacutizzarsi  della bagarre che si è scatenata su questo argomento ribadiamo che contiamo su una pronta informativa da parte del rappresentante dei pensionati su argomenti importanti quali quello dell'erogazione della quota differita, che non vogliamo apprendere dalle Organizzazioni Sindacali (altrimenti avremmo votato per i loro candidati.....); sarebbe anche opportuno che il predetto segnalasse ufficialmente un proprio recapito mail per permettere ai suoi elettori di contattarlo in caso di necessità.
Per concludere attendiamo la nota esplicativa di Filippo sul trattamento fiscale della quota differita per diffonderla a tutti gli interessati
Piazza Scala

 

.....sono stato probabilmente presuntuoso nel ritenere che il mio punto di vista sarebbe stato compreso. E’ ovvio che a me, che ho passato una ventina d’anni nell’ambiente della sanità integrativa, tutto appaia chiaro, come pure mi è evidente, avendolo vissuto da vicino, il cambio di filosofia introdotto nel Fondo dopo l’ingresso della componente San Paolo, con i nuovi metodi e le nuove finalità che hanno poi portato alle nefaste conseguenze per la sanità integrativa destinata alla nostra categoria.

Voglio ribadire che non ci sono fra di noi, networkers o meno, differenze di sorta nel sentimento di sdegno e ribellione verso chi tale situazione ha generato e sostenuto, taluni per prepotente tutela degli interessi aziendali, altri per acquiescenza o per una visione miope degli interessi di categoria (non voglio pensare a convenienze personali). Ma proprio per questo, io personalmente trovo veramente poco produttivo e soprattutto sbagliato prendersela con il nostro silente rappresentante, del quale non ho inteso, per principio e perché il suddetto non ne ha bisogno, assumere la difesa d’ufficio.

Difendo invece la scelta fatta dalle Associazioni di candidare una persona avente una preparazione giuridica. Questo perché in un Consiglio privo per statuto di qualsiasi responsabilità gestionale, tutte in mano alle Fonti Istitutive, le possibilità di intervento in difesa della nostra categoria sono in prevalenza destinate alla sfera legale, anche in vista delle ricadute sul Fondo Sanitario della vertenza della vecchia Cassa Sanitaria.

Gli amici esodati hanno tutte le ragioni per non essere soddisfatti, in vista del loro passaggio alla nostra categoria. Però li inviterei a rileggersi lo Statuto, per constatare come sia stata blindata ogni possibilità di iniziativa in capo agli organi elettivi. Gli ordini del giorno del CdA rispettano scrupolosamente il dettato statutario. Mi ricordo, tanto per fare un esempio, che in una riunione del 2013 la Presidenza (N.d.R: il ben noto e famigerato Micheli, di cui tutti avete sentito parlare) proibì ad Elisa Malvezzi di aprire una discussione sul tema dell’addebito della quota aziendale del contributo agli ex esodati, in quanto non di competenza del Consiglio, pretendendo anche la cancellazione a verbale dell’intervento per la sua estraneità ai lavori consiliari. Sappiamo tutti come poi è stata risolta la faccenda.

Non mi pare che sinora il nuovo Consiglio abbia avuto all’ordine del giorno argomenti sui quali fosse possibile o opportuna l’assunzione di iniziative da parte del nostro rappresentante. La stragrande maggioranza delle deliberazioni del Consiglio sono atti dovuti meramente amministrativi che interessano assai poco i soci. La prima delibera determinante sarà presumibilmente l’approvazione del bilancio, che quest’anno avrà qualche problematica in più dopo la sentenza del Tribunale di Milano. Vedremo in quella circostanza il nostro rappresentante all’opera, anche in materia di rendiconto.

Certo al Baroni, per quello che l’ho conosciuto, non si possono chiedere atteggiamenti tribunizi né è uno portato ad esibirsi. Ma è questo che ci serve? Sono convinto che il tempo sarà galantuomo e mi auguro che ogni polemica possa cessare.

Nei prossimi giorni preparerò una memoria sul problema fiscale della quota differita che sembra ci verrà riconosciuta, se i dati previsionali verranno confermati.

Filippo Vasta - 9 gennaio 2015

 

 

 

 

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Piazza Scala - gennaio 2015