VENTESIMA PUNTATA
Cactus di Foresta
E’ opinione comunemente diffusa che i Cactus siano piante provenienti unicamente dalla zone aride semidesertiche del continente americano. Certo, la maggior parte di essi vive nelle lande semibrulle e desertiche dell’Arizona ,Texas, California ,Mexico e, scendendo verso sud, nelle valli andine e ai margini del deserto di Atacama ai piedi della dorsale cilena.
Tuttavia esistono cactus che vivono nelle foreste umide del Centro America e del Brasile. La maggior parte si questi curiosi cactus sono epifite, vivono cioè sugli alberi non come parassiti ma affondando le radici nel soffice humus che si raccoglie nelle biforcazioni dei rami o nelle fessure delle cortecce, traendo il nutrimento dall’umidità dell’aria. In alternativa si possono insinuare negli anfratti delle pareti verticali dei canyons o delle formazioni rocciose delle foreste. La causa di tutto ciò e da ricercarsi nella scarsa abitudine dei cactus a lottare contro la concorrenza della altre specie vegetali garantendosi, al di sopra del terreno, la possibilità di vivere senza antagonisti.
Ma vediamo nel dettaglio i vari generi.
Aporocactus
Cactus epifita
proveniente dallo stato messicano di Hidalgo dove prospera
al di sotto dei 2000 metri di altitudine. Fu introdotto in
Europa alla fine del XVII secolo; grazie alla sua abbondante
fioritura ed al suo adattamento ai nostri climi ebbe subito
fortuna. Lo si trova tanto franco quanto innestato su altre
cactacee colonnari (Pereskia, Selenicereus, Opuntia) data la
sua tendenza decombente.
Forma rami spinosi, sottili, cilindrici, intricati - da cui
il nome ‘Aporocactus flagelliformis’ (impenetrabile
flagello) - lunghi anche più di un metro e grossi un
centimetro.
I fiori nascono in primavera nella parte più vecchia dei
rami e possono essere di colore rosa talvolta rossi.
La sua coltivazione, qui da noi, viene fatta in substrato
poroso con aggiunta di terriccio di foglie, sabbia e ghiaia;
al contrario delle altre epifite tollera un PH relativamente
elevato.
La moltiplicazione avviene per talea dei rami. Le
irrigazioni adeguate nel periodo estivo con esposizione in
pieno sole e riposo invernale indispensabile, per ottenere
una rigogliosa fioritura; resiste a temperature prossime
allo zero.
Forma ibridi con altre specie (Epyphyllum); l’ Aporophyllum
ne è una molto bella.
Epiphyllum
Questo genere di
cactus, epifita per eccellenza, presenta fusti articolati e
piatti, fiori tubulari grandi diurni, assenza di spine.
Tuttavia le specie pure di Epiphyllum si trovano solo negli
orti botanici per via della loro difficile coltivazione che
richiede esigenze particolari di umidità e temperatura
costanti e substrato molto acido. Quindi possiamo dire che
gli Epiphillum in commercio sono tutti pressoché ibridi,
molto più resistenti, provenienti da incroci con altre
specie quali ad esempio, Echinopsis, Selenicereus.
Possiamo suddividere il genere in due grandi sottogruppi:
Epiphyllum, sudamericani bisognosi di più umidità con fiori
a tubo lungo, diurni, bianchi e Nopalxochia nord americana
con fiori più corti ma colorati. Di quest’ultima specie,
originaria del Mexico, si trovano molti ibridi di
Nopalxochia Ackermannii (vulgo Lingua di Suocera).
Essa si moltiplica molto facilmente per talea con un
substrato di terra ben concimata e aggiunta di terriccio di
foglie. L’esposizione deve essere a mezz’ombra pena lo
scolorimento dei fiori; riposo invernale con temperatura
attorno ai 10 °. La innaffiature regolari con terreno sempre
umido.
Concimazione bilanciata mensile dalla primavera all’autunno,
con fertilizzante ternario (10,10,10).
Hylocereus
Cactus dell’America
centrale con fusto strisciante/rampiocante in forma
cilindrica o triangolare portanti aureole di spine soffici.
Il loro habitat preferito é la chioma degli alberi nelle
foreste tropicali o fenditure di rupi in clima umido e
caldo. La principale attrattiva di questo cactus sono i
fiori effimeri ma molto grandi. Predilige intensa luminosità
(non sole diretto), Il terriccio deve essere a prevalenza
torboso con aggiunta di foglie. Grandi vasi per permettere
l’espansione delle radici e uno o più supporti per
arrampicarsi. Concimazione come la specie precedente.
Riparare dal vento. Temperatura invernale al di sopra dei
7/8° C. Hylocereus Undatus oltre al al grande fiore bianco
genera un frutto tondo rosso o giallo, ricoperto da
linguette verdi, chiamato ‘Dragonfruit o Pitaya’. La polpa
ricca di sali minerali, calcio, fosforo, vitamina C ed
antiossidanti, leggermente lassativa, a volte rossa o
bianca, contiene una miriade di semi neri; é commestibile,
con sapore dolciastro/aromatico. E ottimo come dessert, solo
36 calorie per 100 g., e viene utilizzato anche per la
preparazione di cocktail e frullati, dando loro un colore ed
un gusto particolare. Con la polpa si prepara una succosa
bevanda chiamata "agua de pitaya", mentre dalla pelle
cucinata, si ottengono marmellate e gelatine o bollita come
te.
Selenicereus
Semi-epifita in
quanto piantato nel terreno ne trae direttamente nutrimento
ed umidità, anche se sa comportarsi come una epifita.
Originaria del centro America (Cuba e Haiti), è un cactus a
crescita veloce tanto che viene impiegato come porta innesto
per le altre cactacee a crescita lenta.
Il più noto S. Grandiflorus , ha Il fusto cilindrico (2 cm),
coste poco prominenti, spine piccole e portamento
strisciante o rampicante. I fiori grandi fino a 30 cm
bianchi con un lungo tubo si aprono la sera , stanno aperti
ahimé solo una notte ma emanano un profumo di vaniglia. I
fiori venivano usati in medicina contro disturbi cardiaci.
La pianta richiede terreno sabbioso ma ricco di humus;
esposizione a mezz’ombra
S. Pteranthus ha fusti grossi il doppio é meno esigente del
Grandiflorus e più fiorifero.
I cactus delle feste
Sono epifite
originarie delle foreste umide del Brasile chiamate così
perche nel nostro emisfero fioriscono a Natale ed a Pasqua.
Ma vediamole da vicino.
La Schlumbergera, Zygocactus, o cactus di Natale, e
Rhipsalidopsis o Cactus di Pasqua sono cactacee con steli
piatti che si susseguono fino a formare un ramo sui cui
apici, nel periodo autunno inverno, o da marzo a maggio,
spuntano abbondanti fiori rossi/lilla/bianchi. In commercio
vi sono numerosi ibridi. Come le altre cactacee non ama le
temperature rigide e quindi vegeta bene nei nostri
appartamenti a condizione di ricevere una buona
illuminazione ma non raggi diretti del sole pena fioritura
scarsa. Il substrato deve essere composto da torba, terra
grassa e sabbia. Irrigazioni regolari in estate specie se
viene posta all’aperto. Con cure amorevoli riesce a
sorprenderci con una fioritura natalizia o primaverile, a
seconda nell’’ibridazione prevalga Zygocactus o Epiphyllum,
di tutto rispetto. La moltiplicazione avviene per talea
degli articoli. Concimare con concime per cactus. La
Schlunbergera, secondo uno studio della Nasa, è pianta
antismog poiché assorbe notevoli quantità di anidride
carbonica liberando ossigeno durante la notte.
Rhipsalis
Fa
parte dei cactus di foresta, le oltre 60 specie si collocano
principalmente nelle foreste pluviali del centro e sud
America fino all’Argentina, ma anche nei paesi dell’area
indonesiana in Asia e nella fascia equatoriale umida in
Africa (Rhipsalis Cassuta) i cui semi sono stati portati
dagli uccelli migratori. E’ una cactacea epifita molto
ramosa dai fusti sottili, decombenti o rampicanti rotondi
(dal greco Rhips = vimini) o appiattiti, portanti alle
ascelle piccoli fiorellini seguiti poi da bacche bianche
rosso nerastre tanto da assomigliare al nostro vischio. La
loro coltivazione nei nostri climi è esigenti poiché
abbisogna di substrato umifero leggermente acido,permeabile,
discreta umidità (in inverso tenere il terreno leggermente
umido) e temperatura ottimale compresa tra i 18 ed i 21
gradi con tolleranze + / – 6°C., esposizione ombreggiata.
Recenti studi all’università del Surrey (GB) hanno
dimostrato che la Rhipsalis ha effetti calmanti antistress.
Mettiamole quindi nelle nostre case o sulle scrivanie dei
nostri uffici: ci renderanno più pronti ad affrontare
incarichi di responsabilità.
Vincenzo Graziano (Genova)
Fine ventesima puntata
(fine)
(*) Foto da Internet