SECONDA PUNTATA

    N.B.: cliccare sulle immagini sottostanti per ingrandirle   

 

 

Appurata  la necessità di aria e luce accompagnate da una giusta temperatura, per una buona coltura doppiamo conoscere la preparazione del terriccio, l’ innaffiamento e  la concimazione.

 

Terriccio

Una vera e propria ricetta per la preparazione del terriccio non esiste; le succulente vivono in ambienti estremamente variegati  come nei deserti  (terreni argillosi, sabbiosi, sassosi), nella praterie fra l’erba, frea i cespugli, negli anfratti delle rocce (scarsa terra) oppure come abbiamo visto sui residui vegetali che si accumulano nelle biforcazioni degli alberi.

Quindi riflettendo su quanto appena detto dobbiamo tenere conto che il terriccio  deve essere fondamentalmente permeabile all’acqua ed all’aria deve asciugarsi ne lentamente ne velocemente e soprattutto non essere mai troppo ricco di azoto. Possiamo allora formare una composta secondo  la formula seguente: 1/3 Terriccio di giardino 1/3 sabbia grossolana 1/3 terriccio di foglie, cioè una miscela

soffice.  Personalmente ho avuto buoni risultati con    ½ terriccio di giardino  ½ di Kanuma (acquistabile in negozi specializzati per bonsai) dato che il substrato di molte specie è preferibile sia leggermente acido.

 

Innaffiamento

Diciamo subito che i cactus vanno innaffiati come tutte i vegetali (il fatto che trattengono l’acqua è loro utile solo per superare momenti abbastanza lunghi di crisi idrica). Buona norna  è bagnare  e non riperere fino a che il terriccio risulti secco. L’acqua deve uscire dal buco di drenaggio ed il terriccio dovrà restare umido per un tempo ne troppo lungo ne subito seccarsi

 

Concimazione

Le ‘nostre’ hanno bisogno  – come tutti i vegetali –  di sostanze nutritive che sono:

Potassio, per la fotosintesi e la resistenza alle malattie

Fosforo, per la formazione di radici, fiori

Azoto, utile per l’assorbimento degli altro elementi e lo sviluppo vegetativo

 magnesio, ferro, calcio ed altri:

Personalmente sono molto cauto nel somministrare concimi: uso un concime liquido per cactus e ci vado abbastanza cauto nella somministrazione.

 

Rinvaso

Per il rinvaso teniamo presente che lo si pratica solo se la pianta ne ha bisogno.

I vasi devono necessariamente avere il foro di drenaggio sul fondo: in ristagno d’acqua sarebbe deleterio.

Se diamo troppa acqua le radici marciscono e non assorbono più. Paradossalmente la pianta muore assetata quando non marcisce prima

 

Moltiplicazione

La più praticata e quella per mezzo dei semi: bustine in miscuglio si stravano nei migliori negozi di fioristi.

Viene poi quella per talea. Molto frequentemente basta staccare un pollone o un  ‘figlio’ che cresce lateralmente sulla pianta madre. Si mette in sabbia e si aspetta il radicamento

Per i più esperti si può praticare l’innesto.

Che cosa è l’innesto?

Consiste nel prendere una parte di una pianta (marza)  e fissarla su un’altra pianta (porta innesto di solito vigoroso) in modo che i fasci midollari di una e dell’altra siano a stretto contatto. Questa ‘tecnica’ fa si che la marza cresca rapidamente.  In seguito, se lo si vuole , si può affrancare la marza  staccandola facendola radicare come una talea. Ovviamente si puo innestare tra specie affini vale a dire cactus con cactus, grassa con grassa ma non cactus con grassa e viceversa.

Ma come si innesta? Bene ecco una serie di foto per apprendere il procedimento. 

Prendiamo le sotto illustrate piantine. Nella Fattispecie abbiamo un Notocactus ed un  Myrtillocactus.

 

Tagliamo la base,(poco più sopra del colletto il Notocactus e capitozziamo il Myrtillocactus smussando gli spigoli delle costole perché non ci siano ostacoli alla sovrapposizione della marza.

Accostiamo quindi uno sopra l’altro facendo aderire bene il canale centrale e fermiamo con un elastico.

Dopo un pò di tempo le due superfici saranno saldate e il Notocactus crescerà piu velocemente perche il Myrtillocactus é molto più vigoroso del Notocactus. Questa tecnica si può usare per salvare piante che sono in abbozzata marcescenza delle radici.  Sopra alcuni esempi di innesto.

 

Malattie e parassiti.

Succede talvolta che le ‘nostre’ possano ammalarsi.

Il pericolo più concreto e terribile è la marcescenza. Il marciume in genere colpisce  quando il terreno è troppo grasso ed al freddo umido. Ecco perché il terriccio e meglio che sia abbastanza magro e le irrigazioni mai copiose. Il marciume è subdolo perche cominciando dalle radici si propaga poi al fusto …ed  é troppo tardi.

Per salvare la piante si può tagliare il fusto fino al tessuto sano ( per le piante basse è praticamente impossibile) lasciando seccare il taglio e quindi usarla come talea e piantarla in sabbia grossolana. In alternativa subito dopo il taglio si può  innestarla parte sana seguendo il procedimento anzidetto.

Oltre il marciume le piante possono essere attaccate da animali  quali pidocchi lanosi, ragno rosso (acaro) , anguillule (piccoli vermi che penetrano nelle radici); tutti succhiano la linfa delle piante  e le loro deiezioni  possono essere causa di attacchi fungini

e muffe. Bisogna ricorrere subito ai vari prodotti in commercio.

Anche le formiche sono nemici temibili, oltre a ‘rubare i semi’ (sono un ottimo alimento), portano con se la melata delle cocciniglie (pidocchi non Coccinelle che invece sono utili perché mangiano appunto i pidocchi) che contiene le uova e quindi girando in cerca di cibo e di pidocchi, propagano il parassita.

Una curiosità; le cocciniglie erano usati anticamente per colorare di rosso i tessuti ; infatti se schiacciati emettono una polpa rossastra.

 

 

 

Vincenzo Graziano

Fine seconda puntata

(continua)

 

 

 


 

 

 

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