DICIANNOVESIMA PUNTATA 

 


Il Genere Opuntia

 

 

Questo vasto genere comprende centinaia di specie originarie del Sudamerica ma diffuse dal Canada fino giù in Patagonia, dal livello del mare fino a 4000 metri di altitudine. A seconda della forma che assumono si dividono in tre grandi sottogeneri: Platyopuntia con fusti appiattiti, es. la familiare ficus indica, Cylindropuntia con fusti appunto cilindrici che raramente emettono piccole foglie caduche cilindriche  e Tephrocactus, piante di montagna, con fusti piccoli globosi o brevemente cilindrici.

Le areole di questo genere sono quasi sempre costituite da piccole spine dette glocidi che hanno la caratteristica di essere simili a minuscole fiocine che penetrano facilmente nella pelle ma sono difficilmente estraibili. Poche altre hanno spine robuste. Sono piante a fioritura diurna con colorazioni che vanno dal giallo al rosso passando per l’arancione ai quali seguono  frutti ovoidali ricchi di vitamina C e pieni di semi nerastri .

La coltivazione delle Opuntie richiede terreno ben drenato, il solito terriccio indicato per le Cactacee ma  un po’ più torboso con  l’aggiunta di letame maturo; esposizione in pieno sole ed erogazioni di acqua regolari in estate che vanno sospese in inverno quando la temperatura deve restare attorno ai 4 gradi.

La moltiplicazione, oltre che per seme, avviene molto più rapidamente  per talea degli articoli  nei mesi estivi che dovranno essere fatti asciugare prima di metterli a dimora. L’opuntia è usata per innesti di altre cactacee in modo da accentuarne e velocizzarne la crescita.

Ma vediamoli più da vicino.

 

 

Platyopuntia

Nativa del Mexico, ma diffusa largamente tra le popolazioni del centro America, é la specie più facile a trovarsi. Arrivata in Europa sul finire del XIII secolo, tutti abbiamo notato in giro per le riviere mediterranee e nelle campagne assolate delle regioni del sud ed insulari, l’Opunzia Ficus Indica con le sue  rigogliose ‘pale’, coperte da fiori giallastri prima seguiti poi dai frutti giallo/verdi/rossi molto zuccherini, che ci vengono offerti freddi durante l’estate. Questa specie era largamente coltivata sin dai tempi degli Aztechi i quali, oltre a considerarla sacra, sfruttavano un insetto parassita associato, la Dactylopius vulgo Cocciniglia, per ricavarne acido carmico un’ottima tintura naturale  rosso vivo ancora oggi impiegata per tessuti e lane. Le pale, chiamate Tuna,  sono impiegate come foraggio per gli animali  e l’estratto de loro succo è usato in erboristeria per limitare l’assorbimento dei lipidi e glucidi alimentari con azione quindi ipoglicemica e ipocolerestemica, il tutto ovviamente,  sotto controllo medico. Dalla polpa dei frutti si hanno invece alcuni prodotti  commestibili quali: il Queso de Tuna = mostarda, la Melcocha = marmellata, il Colonche = bevanda alcolica, la Tuna pasas = frutta secca e il  miel de Tuna = sciroppo. Dai semi si ottiene inoltre un olio insaturo con caratteristiche  simili a di quello di soia, girasole e mais. Infine la polpa delle pale ha proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti. Vi sono poi altre specie con frutti non commestibili adatte ad adornare i nostri giardini.  Ecco alcuni esemplari.

 

 


 

 

Cylindropuntia

 

Nativa dell’ Arizona e New Mexico ha articoli cilindrici portanti in alcune specie piccole foglie cerose decidue;  I fiori sono bianchi, gialli, rosa, viola o rossi mentre i frutti sull’apice dei fusti  sono gialli con riflessi violacei. Le spine a fiocina garantiscono, oltre ai semi, la moltiplicazione per talea in quanto si attaccano al vello degli animali che li strappano e li portano con se fino a quando cadendo al suolo formando nuovi soggetti altrove. Le tribù di nativi americani usavano sezioni del fusto di C. Egelmannii  per stimolare la produzione di latte delle giovani madri  mentre dalle ceneri dei fusti bruciati dell’C. Acanthocarpa ottenevano un infuso che leniva problemi gastrointestinali.

Ecco alcuni esemplari (foto da internet):

 

 

 

 

Tephrocactus

 

Questo genere cresce ad alta quota sulle Ande ed è quindi resistente al freddo (4/6*C.) purché asciutto.

Ha portamento cesptioso a volte cilindrico  o strobiliforme   di colore verde grigiastro con areole a volte senza spine a volte con spine cartacee .I fiori sono di color bianco rosato. Il terreno deve essere più fertile che le altre cactacee e l’esposizione in pieno sole. Pianta molto adatta alle quote di montagna, ma teme l’umidità. Moltiplicazione da talea oltre che da seme.

Alcuni specimen:

 

 

 

Vincenzo Graziano (Genova)

Fine diciannovesima puntata

(continua)

 

 

 

 

 


 

 

 

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