QUINDICESIMA PUNTATA 

 


Cactus rari, strani, difficili, curiosi (Parte I)

 

 

L’acquisto di cactus e/o piante succulente presso i fioristi delle nostre città non offre grandi possibilità di ampliamento delle eventuali possibili collezioni che il neofita o l’appassionato gradirebbe compiere.

Per soggetti più sofisticati o rari  occorre rivolgersi alle ‘nursery’ specializzate.

Ecco alcune varietà che non è facile reperire.

 

 

Ariocarpus  (falso Peyote)

 

Il genere Ariocarpus  -  il nome deriva dal greco aria = quecia  e Karpos = frutto  per la somiglianza del frutto a una ghianda – è originario dei deserti del Messico e dalle colline calcaree del Texas (Rio Grande) dove gode di una forte esposizione ai raggi solari. Pianta rara a crescita lentissima è composta da una grossa radice centrale a fittone e una parte epigea appiattita totalmente priva di spine con lanugine al centro dove spuntano i fiori rosa o gialli da settembre a novembre mentre il frutto appare la primavera successiva.

La pianta al pari dell’Aztekium e della Lophophora era considerata sacra dalle popolazioni indigene perché al suo interno contiene degli alcaloidi neuro tossici come la ‘ordenina’ che la protegge dagli erbivori.

 Gli sciamani  ne  masticavano parti essiccate  per procurarsi allucinazioni o per curare attacchi febbrili.

Per coloro che desiderano cimentarsi con la coltura é da porsi in evidenza la composizione del terreno che deve essere magro composto per la maggior parte da terreno poroso con ph neutro; (Io uso Akadama un particolare terriccio usato anche per i bonsai e mi trovo benissimo). Il vaso deve essere profondo e capiente;  le innaffiature devono essere dosate in estate (aspettando la totale scomparsa di umidità tra le irrorazioni) e nulle in inverno quando la temperatura ambientale non deve mai scendere sotto i 12/14° C. pena la marcescenza e la morte della pianta. Considerato il costo di ogni singola piantina la loro cura deve essere proprio speciale.

 

Aztekium  (Riccio di mare)

 

Il genere fu scoperto nel 1929 da Friedrich Ritter ed annovera 2 sole specie di piccoli cactus globulari: Ritteri  (qui a lato) e Hintonii , scoperto nel 1991. L’areale è  lo stato di Nuevo

Leon , Mexico ed esattamente deserto di Chihuauhua -Zacatecas  e Durando.

Il suo nome è dedicato al popolo azteco del quale richiama alcune sculture (calendario Azteco).  Pianta a crescita lenta con radice axonomorfa (tipo rapa) e piccolo fusto globoso,

5 cm di diametro, privo di spine, 8/10 costole solcate da creste longitudinali ed apice lanoso dove spuntano i  fiori rosa. Anche questo genere contiene alcaloidi  come per la specie precedentemente illustrata. Terreno arenoso prevalentemente inorganico, esposizione in pieno sole e temperatura invernale mai sotto i 10°C.

Pianta piuttosto rara e ovviamente costosa nondimeno molto richiesta dai collezionisti.

 

Obregonia De Negri   (artichoke  Cactus)

 

Questo strano cactus, monotipo, deve il suo nome al presidente messicano Alvaro Obregon cui fu dedicata la scoperta da parte del botanico ceko Fric. La pianta,  apparentata con il genere Ariocarpus e Strobocactus,  é una cactacea a forma globosa  di circa 15 cm di diametro formata da tubercoli triangolari avvolgenti su i cui apici insiste un’aureola con un una spina sottile ricurva; anch’essa presenta una radice axonomorfa ed è sacra per nativi.  I fiori, bianco rosati,  spuntano tra la lanugine dell’apice durante tutto il periodo vegetativo.
Il fruttoé carnoso, claviforme bianco/marrone.
Il suo areale si  pone  nel centro America e Mexico nord orientale.
Essa vive tra gli interstizi pietrosi ed ombreggiati  delle valli dello stato di Tamaulipas ed al contrario delle precedenti è meno rara. Il terreno deve essere miscelato con sabbia, ghiaia calcarea e terriccio di foglie. La crescita é lenta, accetta concimazioni nel
periodo estivo con innaffiature abbondanti prediligendo posizioni semiombrose e arieggiate.
 La  temperatura invernale non deve scendere sotto i 7°C.  e le irrorazioni sospese

 

Lophophora  (Peyotl)


 

Cactus conosciuto fin dalla preistoria ed usata dai nativi americani, per i quali la pianta è sacra,  nel corso di riti religiosi in particolare nel Mexico centro/settentrionale dove gli stregoni erano soliti mangiarne la polpa essiccata per ottenere visioni colorate, distorsioni  e dilatazioni della realtà e perdita della nozione temporale.  Ciò perché la ‘nostra’ e ricca di un alcaloide  –  la mescalina -  che induce i suddetti fenomeni. Oggi sono molto pochi

gli allevatori autorizzati alla sua coltura specialmente negli Stati Uniti del sud dove la pianta deve necessariamente essere distribuita ai nativi  (Native American Church), che ne fanno un uso legalmente riconosciuto. Il genere annovera due sole specie L. Williamsii e L. Diffusa: la prima originaria del Mexico centro settentrionale e Texas, la secondo del Mexico centrale. Da queste due specie si possono ottenere ibridi con altre specie affini. Il nome deriva dal greco lophos = ciuffo, pennacchio ed il nome dato dai nativi Peyotl o Peyote = pane degli dei. Globosa con tubercoli piano/arrotondati recanti sulla sommità appunto un ciuffo; il centro peloso fa da crogiuolo ai fiori rosa/bianco/giallastri. Anche questo genere prospera su una radice axonomorfa.  L’esposizione deve essere Soleggiata/mezza ombra – essa vive tra i cespugli - il terreno poroso umifero misto a sabbia grossolana e pietrisco. La Temperatura invernale mai sotto i 5°C.     

 

 

 

Vincenzo Graziano

Fine quindicesima puntata

(continua)

 

 

 


 

 

 

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