Consulenza fiscale a cura di Pasqualino Pontesi, Dottore commercialista.

Articolo pubblicato su “il Quotidiano del Sud” di domenica 23 agosto 2015

 

 

Ricevute, quando il Fisco è in fuorigioco

Ritagliate e conservate questo articolo se volete evitare che vi possano richiedere un pagamento che invece avete già eseguito! Anche se la nostra vita dipende sempre di più dall’utilizzo di computer, internet ed informatizzazione degli archivi, vi sono dei documenti che è sempre meglio custodire. Alcuni, non soggetti ad obbligo di conservazione, è bene tenerli nei cassetti: libretto di lavoro, lettere di assunzione, di licenziamento, contratti di affitto, rogiti notarili, contributi previdenziali ecc. Altri, invece, sono soggetti a termini di prescrizione, fissati per legge, che variano a seconda della tipologia del documento e che vanno quindi conservati per un periodo di tempo variabile, da tre a quindici anni, per poterli poi esibire in caso di richiesta, ed evitare così di pagare due volte lo stesso importo con l’aggravante di sanzioni pecuniarie. Insomma, per non incorrere rischi, serve un po’ di pazienza e tanto ordine!

Dichiarazione dei redditi: oneri e spese indicati nel modello 730 o nell’Unico (rate del mutuo, spese mediche ecc.) certificazioni varie e modelli F24 devono essere conservati fino al 31 dicembre del quarto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione. In altri termini, la documentazione del 730 e di Unico 2015 deve essere serbata almeno fino al 31 dicembre 2019, termine entro il quale l’Agenzia delle Entrate ha facoltà di richiederla. Le ricevute per spese di ristrutturazione del patrimonio edilizio e sul risparmio energetico devono invece essere conservate fino al il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui si ha avuto la detrazione dell’ultima quota del bonus Irpef. Il contribuente che, ad esempio, avendo sostenuto spese nel 2005, indica l’ultima quota della detrazione nel 730/2015, deve conservare l’intera documentazione per 15 anni e quindi fino al 31 dicembre 2019. Cinque gli anni per le ricevute di Imu e Tasi, con decorrenza dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui sono stati effettuati i versamenti. Considerato che i termini per il controllo della documentazione potrebbero essere prorogati, è bene prolungare di almeno due anni la conservazione.

Bollette e varie: la ricevuta del bollo auto non va cestinata prima dei 3 anni. Il termine, dopo il quale va in prescrizione, è il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello dell’avvenuto versamento. Le bollette di gas, luce, acqua, telefono e condominiali devono essere conservate per 5 anni a partire dalla data di pagamento, mentre quelle del canone Rai e della tassa sui rifiuti per 10 anni. Contravvenzioni e multe vanno anche conservate per 5 anni. Se il versamento avviene presso una rivendita di tabacchi, la ricevuta è rilasciata su carta termica che potrebbe col tempo sbiadirsi e rendere illeggibile la stampa. E’ sempre bene quindi fare una fotocopia, non suscettibile al deterioramento, per poterla poi esibire in caso di controllo.


 

 

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