Nati nel segno del Fisco

Consulenza fiscale a cura di Pasqualino Pontesi, Dottore commercialista.
 

A questo mondo nulla è certo, tranne la morte e le tasse! La nostra vita scorre in parallelo con il Fisco accompagnandoci dall’infanzia alla vecchiaia con imposte e balzelli di ogni genere. Le tasse, impopolari in tutto il mondo, lo sono maggiormente nel nostro Paese dove, purtroppo, non è mai nato quel senso dell’interesse collettivo che presso le altre nazioni rende “accettabile” il sacrificio personale attraverso il versamento dei tributi. Negli Stati Uniti d’America, ad esempio, il contribuente oppone minori resistenze perché l’imposta discende direttamente dall’offerta di denaro che gli abitanti pagavano spontaneamente al tutore della legge, lo sceriffo, affinché li proteggesse tenendoli al riparo da soprusi ed aggressioni. Era un tributo volontario, che tutti accettavano senza indugio, perché consapevoli del vantaggio che ne ricavavano. In Italia, invece, le tasse provengono da ben altra tradizione ed estrazione: quella del pedaggio e del balzello imposte dal signorotto del luogo al fine esclusivo di arricchirsi sempre di più, e quindi considerate come un abuso ed una prepotenza da ricambiare con la furbizia. Così, tra noi, si è formata quella mentalità dell’evasore che considera perfettamente legittimo o perlomeno non disonorante, forse per certi versi quasi un vanto evadere i propri redditi, con tutte le conseguenze, a volte anche penali, per i trasgressori se “beccati” dal Fisco. Recarsi all’appuntamento annuale della dichiarazione dei redditi non è piacevole a nessuna latitudine fiscale del pianeta. Che si chiami modello 1040 (Stati Uniti d’America), o modello 11P (Regno Unito), o modello 2042 (Francia), o Steuererkiarung (Germania) o Kojin-Kakutei Shinkokusho (Giappone) è fuor di dubbio che la denuncia dei redditi rappresenta, per qualsiasi contribuente, un impegno tanto fastidioso quanto gravoso. In Italia, la stagione della dichiarazione dei redditi, è sicuramente la più lunga del mondo e in nessun altro Paese c’è un overdose di scadenze ed adempimenti come da noi! Senza poi contare che dobbiamo confrontarci con un Fisco, invadente e tiranno, caratterizzato da continui cambiamenti che sicuramente non aiutano i contribuenti ad orientarsi nei meandri della giungla tributaria. Misurarsi con il modello 730 o con l’Unico comporta dubbi ed incertezze, ecco perché molti cittadini si estraniano dalle problematiche fiscali e si affidano a qualcuno per la compilazione. C’è chi lo fa per avere maggiore sicurezza, chi per inesperienza, chi per un rifiuto verso i numeri e i conti, chi infine perché è quasi obbligato in quanto titolare di partita Iva come il professionista, l’imprenditore, il titolare di attività commerciale o artigianale. Individuare l’esperto non è semplice, tuttavia la prima regola da rispettare è quella di evitare i faciloni. Spesso si tratta di parenti ed amici che si limitano a certificare il comportamento fiscale del contribuente nell’anno precedente, senza che questi venga consigliato nelle scelte da compiere. Diffidate! Per non parlare del collega che si dà delle arie sulle proprie conoscenze in materia tributaria. Saranno disponibili e generosi ma il rischio che commettano errori è certamente elevato. Ad ognuno il proprio mestiere! La complessità delle regole e la rapidità dei mutamenti che rappresentano purtroppo una costante, difficilmente consentono, a chi non si dedica a tempo pieno alle problematiche fiscali, di essere a conoscenza delle ultime novità. E, si sa, che “chi sbaglia paga” e per il Fisco il detto calza proprio a pennello! Ed allora, rivolgetevi ai dottori commercialisti, esperti contabili,consulenti del lavoro, tributaristi e nei casi più semplici a patronati e sindacati. Se optate per il professionista, accertatevi che sia iscritto presso il proprio Ordine di appartenenza e quindi abilitato ad esercitare la libera professione.<<<<<

 

 

Articolo pubblicato su “PeopleLife Magazine” di Marzo 2015


 

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