Cosenza, veduta del Centro Storico

 

 

Cedolare secca, acconto in scadenza

 

Chi ha scelto la cedolare secca sulle locazioni di unità immobiliari a destinazione abitativa deve versare, entro il primo dicembre, il secondo o unico acconto. Se l’appartamento è stato concesso in affitto per la prima volta nel corso del 2014, con opzione per la cedolare in sede di registrazione del contratto, l’acconto non è dovuto. La cedolare secca è un regime di tassazione sugli immobili locati ad uso abitativo e relative pertinenze, in sostituzione dell’Irpef, delle addizionali comunali e regionali e delle imposte di registro e di bollo dovute sul contratto di affitto. In altri termini, sul canone di locazione annuo si paga un’imposta sostitutiva, diversa per i contratti a canone libero rispetto ai contratti concordati, anziché tassare il reddito del fabbricato stesso con le modalità ordinarie. Vi è quindi l’opportunità, per chi opta per il nuovo regime tributario, di non far confluire i redditi derivanti dalle locazioni all’interno del proprio reddito complessivo, con il rischio quindi di sottoporli ad una tassazione più elevata considerato che l’Irpef è una imposta progressiva a scaglioni di reddito e che maggiore sarà il reddito dichiarato al Fisco più alte saranno le imposte da pagare ma, invece, di applicare al canone percepito dalla locazione una imposta sostitutiva con una aliquota fissa. La cedolare secca trova applicazione sulle unità immobiliari contraddistinte nelle categorie catastali che vanno da A/1 ad A/11 unitamente alle pertinenze e con la sola esclusione degli uffici, categoria A/10, oltre a negozi, magazzini e tutti gli altri immobili non abitativi. E’ possibile optare per la cedolare secca sia per i contratti a canone libero sia per quelli a canone concordato purché, in questo secondo caso, gli immobili siano ubicati nei Comuni ad alta tensione abitativa o nei Comuni con carenze di disponibilità abitative. Per i contratti a canone libero l’aliquota della cedolare secca è pari al 21%. Viceversa, per i contratti a canone concordato, l’aliquota dell’imposta sostitutiva è stata rivista, diminuendola, già due volte a tutto vantaggio di chi paga l’imposta. Inizialmente l’aliquota della cedolare secca per i contratti a canone concordato era pari al 19% scesa nel 2013 al 15%. Da quest’anno è passata al 10% e resterà tale fino al 2017, per poi tornare al 15% dal 2018. Per il locatore, in linea generale, è più conveniente optare per la cedolare secca piuttosto che per la tassazione ordinaria dell’Irpef, anche in considerazione dell’aumento della imposizione ordinaria sugli affitti poiché è stata ridotta dal 15% al 5% la riduzione forfettaria dell’imponibile Irpef sui redditi da locazione. D’altronde, le aliquote Irpef sono crescenti all’aumentare del reddito del contribuente e, se si raggiunge un reddito elevato, possono decisamente arrivare molto più in alto rispetto a quelle della cedolare secca.<<<<<

 

Consulenza fiscale a cura di Pasqualino Pontesi, Dottore commercialista.
Articolo pubblicato su “il Quotidiano della Calabria” del 23/11/2014.


 

 

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Piazza Scala - novembre 2014