Il lago di Braies oggi è ancor più famoso di un tempo grazie alla serie televisiva con Terence Hill “a un passo dal cielo”, ma nel suo passato ci sono tante leggende e tanti ricordi di eventi, talora anche drammatici, spesso dimenticati. In particolare alla fine della seconda guerra mondiale proprio nell’antico albergo che sorge sulla sua riva erano trattenuti ben 133 prigionieri di altissimo rango delle SS che intendevano in un primo momento farne uso come ostaggi, in cambio di un trattamento di favore in particolare per il SichereitDienst e per il suo comandante Kaltenbrunner. Tra i prigionieri provenienti da 17 paesi diversi grandi nomi: gli italiani generale Sante Garibaldi e il figlio del maresciallo Badoglio, l’ex cancelliere austriaco Kurt von Schuschnigg conmoglie e figlia, l’ex primo ministro francese Léon Blum con la consorte, l’ex primo ministro ungherese Miklós vonKállay, il comandante in capo dell’esercito greco, generale Alexandros Papagoscon tutto il suo stato maggiore, il tenente sovietico WassilijWassiljewitsch(nipote del commissario del popolo agli affari esteri dell’URSS, Wjatscheslaw M. Molotov), Nikolaus von Horthy (figlio del reggente dell’impero ungherese ammiraglio von Horthy), il vescovo francese di Clermont-Ferrand Gabriel Piguet, l’ex capo di stato maggiore tedesco e generale d’armata Franz Halder con la consorte nonché numerosi familiari del colonnello di stato maggiore tedesco conte Claus Schenk von Stauffenberg, l’autore dell’attentato a Hitler. 

Solo la compassione della popolazione locale aveva consentito ai pur generosissimi titolari dell’albergo di raccogliere provviste sufficienti e di sfamare tutte quelle persone in qualche modo, in un paesaggio di guerra ancora immerso nella neve. Ma quando giunge la notizia della caduta di Berlino, scoppia il panico: le SS temono che gli ostaggi a questo punto diventino pericolosi testimoni e ipotizzano di ucciderli tutti. Il parroco di Villabassa assieme ad altri decide allora di tentare il tutto per tutto, si reca al comando della Wermacht e parla con il capitano Wichard Von Alvensleben, di confessione protestante ma noto come uomo di profonda fede cristiana. I soldati tedeschi aspettano solo di arrendersi agli americani e hanno timore a muoversi fuori dalla caserma ma il capitano li convince che in caso di massacro saranno anch’essi ritenuti complici. Il 30 aprile 1945 parte una piccola colonna, del tutto insufficiente ad aver ragione delle SS di guardia ma a Dobbiaco Von Alvensleben convince una colonna di granatieri in ritirata a unirsi a loro. Braies è presa di assalto, le SS arrestate e tutti gli ostaggi liberati. Von Alvensleben li consegnerà poi personalmente agli americani e sarà anch’egli immediatamente rilasciato dalla prigionia militare, in considerazione del suo più che onorevole comportamento. E un particolare rende l’impegno di  quest’uomo, che poi diverrà al suo ritorno in Germania anche pastore evangelico, ancor più rilevante: il 30 gennaio, pochi mesi prima dei fatti qui rievocati, la moglie, in Germania, durante l’occupazione sovietica della loro città, forse a seguito di un atto abominevole subito, si era suicidata. Credo che questa breve storia, oltre a illustrare in maniera diversa luoghi a noi noti specialmente per le vacanze, serva anche a rendere onore alla memoria di uomini, tedeschi e non, che hanno saputo conservare l’onore in circostanze estreme, nonostante tutto. 

 

Luca Bizzarri (Milano)

 

 

 

 

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Piazza Scala - settembre 2014