Oggi, 29 maggio, si è tenuto il CdA del Fondo
Sanitario che ha , tra l’altro, approvato il progetto del
bilancio al 31 dicembre 2011. Dopo l’esame dei conti da
parte del Collegio Sindacale, che avverrà nei prossimi
giorni, si riunirà l’Assemblea dei Delegati che dovrà
procedere all’approvazione definitiva. A quel punto, il
bilancio produrrà i suoi effetti, fra i quali è ricompreso
l’addebito a tutti i pensionati di un ulteriore contributo,
a copertura di una parte del disavanzo d’esercizio della
gestione quiescenti.
Poiché l’entità dell’addebito è proporzionale al contributo
versato da ciascuno, ho chiesto alla Direzione del Fondo di
fornirmi la percentuale incrementale, per agevolare a
ciascuno la previsione di quanto sarà chiamato a sborsare.
Il dato mi verrà comunicato prossimamente. Comunque il
sacrificio che saremo chiamati a sostenere, senz’altro grave
per la sua iniquità, non sarà di entità rilevante,
collocandosi in media intorno a 50/60 Euro, con una punta
massima di 150 euro per coloro il cui contributo è calcolato
sul limite massimo di 100.000 Euro di pensione.
Il progetto di bilancio è stato approvato da tutti i membri
del Consiglio, ad eccezione del sottoscritto, che ha
dichiarato il proprio dissenso nel modo qui riportato:
Esprimo voto contrario all’approvazione di questo
progetto bilancio. Il mio voto contrario non parte
dall’asserto che tale progetto non rifletta la reale
situazione dei conti del Fondo Sanitario - anzi do’ atto
alla Direzione e alla Contabilità di aver dato una
rappresentazione veritiera e corretta dei risultati - ma in
quanto esso è redatto conformemente ad uno Statuto che
recepisce l’iniquità di un accordo che penalizza la
componente più debole della platea dei soci, contravvenendo
al principio di mutualità che aveva sinora contraddistinto,
nei decenni, le Casse del Gruppo. Le recenti iniziative
assunte dalle Fonti Istitutive hanno solo in parte mitigato
l’assurdità dei risultati, ma hanno lasciato inalterate le
ragioni di fondo, rinviando in sostanza agli anni futuri il
redde rationem. Ritengo del tutto irragionevole una
struttura che comporta, nella gestione degli attivi,
l’accumulo di riserve destinate a crescere all’infinito,
mentre il Personale in quiescenza verrà costretto, prima o
poi, ad abbandonare la sanità integrativa per la sua
eccessiva onerosità confrontata a prestazioni sempre più
ridotte. Si abbia almeno l’onestà di abbandonare la retorica
e di estrinsecare i reali disegni che stanno dietro un
comportamento di tale illogicità, contro la quale mi
pronuncio in questa sede, forse non la più idonea, ma
l’unica, purtroppo, dove i pensionati possono esprimere
attraverso il sottoscritto la propria voce e il proprio
sdegno. Davanti a questi risultati e alle decisioni che sono
state proposte, la mia veste di amministratore non mi
consente un piatto adeguamento al dettato statutario;
rivolgo pertanto all’Assemblea dei Delegati un caldo invito
a non approvarne i contenuti se non dopo una radicale
revisione dei suoi criteri di formazione, che conducano ad
un bilancio realmente improntato a equità e giustizia.
Nella pagina successiva
(visualizzala)
si riporta, in forma sintetica, i conti economici della
gestione degli attivi e di quella dei quiescenti, nonché il
piano di ripianamento del disavanzo dei quiescenti.
Risulta evidente che il Fondo, nel suo complesso, ha avuto
quasi 7 milioni di avanzo. Non c’era dunque alcuna necessità
di non pagarci i rimborsi differiti, di decurtarci
pesantemente le riserve, di chiederci un ulteriore
versamento e di correggere in peggio le prestazioni.
Risulta di tutta evidenza l’intento vessatorio nei confronti
della nostra categoria. Purtroppo ho potuto constatare, a
questo riguardo, il pieno accordo di tutte le Organizzazioni
sindacali, che hanno votato concordi, insieme con i
rappresentanti della banca ed i consiglieri esterni.
Milano, 29 maggio 2012
Filippo Vasta
Piazza Scala - giugno 2012