Piazza Scala

 

Filippo Vasta rappresenta i pensionati nel CdA del Fondo Sanitario Integrativo
 

Oggi, 29 maggio, si è tenuto il CdA del Fondo Sanitario che ha , tra l’altro, approvato il progetto del bilancio al 31 dicembre 2011. Dopo l’esame dei conti da parte del Collegio Sindacale, che avverrà nei prossimi giorni, si riunirà l’Assemblea dei Delegati che dovrà procedere all’approvazione definitiva. A quel punto, il bilancio produrrà i suoi effetti, fra i quali è ricompreso l’addebito a tutti i pensionati di un ulteriore contributo, a copertura di una parte del disavanzo d’esercizio della gestione quiescenti.
Poiché l’entità dell’addebito è proporzionale al contributo versato da ciascuno, ho chiesto alla Direzione del Fondo di fornirmi la percentuale incrementale, per agevolare a ciascuno la previsione di quanto sarà chiamato a sborsare. Il dato mi verrà comunicato prossimamente. Comunque il sacrificio che saremo chiamati a sostenere, senz’altro grave per la sua iniquità, non sarà di entità rilevante, collocandosi in media intorno a 50/60 Euro, con una punta massima di 150 euro per coloro il cui contributo è calcolato sul limite massimo di 100.000 Euro di pensione.
Il progetto di bilancio è stato approvato da tutti i membri del Consiglio, ad eccezione del sottoscritto, che ha dichiarato il proprio dissenso nel modo qui riportato:
Esprimo voto contrario all’approvazione di questo progetto bilancio. Il mio voto contrario non parte dall’asserto che tale progetto non rifletta la reale situazione dei conti del Fondo Sanitario - anzi do’ atto alla Direzione e alla Contabilità di aver dato una rappresentazione veritiera e corretta dei risultati - ma in quanto esso è redatto conformemente ad uno Statuto che recepisce l’iniquità di un accordo che penalizza la componente più debole della platea dei soci, contravvenendo al principio di mutualità che aveva sinora contraddistinto, nei decenni, le Casse del Gruppo. Le recenti iniziative assunte dalle Fonti Istitutive hanno solo in parte mitigato l’assurdità dei risultati, ma hanno lasciato inalterate le ragioni di fondo, rinviando in sostanza agli anni futuri il redde rationem. Ritengo del tutto irragionevole una struttura che comporta, nella gestione degli attivi, l’accumulo di riserve destinate a crescere all’infinito, mentre il Personale in quiescenza verrà costretto, prima o poi, ad abbandonare la sanità integrativa per la sua eccessiva onerosità confrontata a prestazioni sempre più ridotte. Si abbia almeno l’onestà di abbandonare la retorica e di estrinsecare i reali disegni che stanno dietro un comportamento di tale illogicità, contro la quale mi pronuncio in questa sede, forse non la più idonea, ma l’unica, purtroppo, dove i pensionati possono esprimere attraverso il sottoscritto la propria voce e il proprio sdegno. Davanti a questi risultati e alle decisioni che sono state proposte, la mia veste di amministratore non mi consente un piatto adeguamento al dettato statutario; rivolgo pertanto all’Assemblea dei Delegati un caldo invito a non approvarne i contenuti se non dopo una radicale revisione dei suoi criteri di formazione, che conducano ad un bilancio realmente improntato a equità e giustizia.
Nella pagina successiva (visualizzala) si riporta, in forma sintetica, i conti economici della gestione degli attivi e di quella dei quiescenti, nonché il piano di ripianamento del disavanzo dei quiescenti.
Risulta evidente che il Fondo, nel suo complesso, ha avuto quasi 7 milioni di avanzo. Non c’era dunque alcuna necessità di non pagarci i rimborsi differiti, di decurtarci pesantemente le riserve, di chiederci un ulteriore versamento e di correggere in peggio le prestazioni.
Risulta di tutta evidenza l’intento vessatorio nei confronti della nostra categoria. Purtroppo ho potuto constatare, a questo riguardo, il pieno accordo di tutte le Organizzazioni sindacali, che hanno votato concordi, insieme con i rappresentanti della banca ed i consiglieri esterni.
Milano, 29 maggio 2012
Filippo Vasta
 

 

Segnala questa pagina ad un amico:



 

 

 

 

Piazza Scala - giugno 2012