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Premesso che non sono un esperto di ballo, conosco al massimo per antichi trascorsi giovanili, la ginnastica artistica e ritmica femminile, a volte in palestra, quindi da dirigente regionale, il balletto in un atto ispirato dalla favola dei fratelli Grimm ha riscosso un chiaro successo di pubblico ed è piaciuto agli esperti. Forse c'è stato qualche indugio all'inizio, ma ripeto solo parole altrui.

Anche se non c'era l'orchestra, il sincronismo con la musica, anzi le musiche di Gustav Mahler è stato perfetto. Un'ora e quaranta minuti di una bellezza anche scenografica in linea con le migliori esaltate ed esaltanti produzioni del Teatro torinese in questa straordinaria stagione 2010-2011.  Merito dei torinesi, di chi ama questo luogo assurto ai vertici del panorama europeo tra i luoghi in cui la musiva vive, merito degli stranieri che lo affollano e dei collaboratori del sovrintendente Vergnano. A lui in modo partcolare vanno i miei personali ringraziamenti e l'ammirazione che onora la bravura. Conosco il suo lavoro da anni e mi auguro che possa e desideri ancora dedicarsi per molti altri lustri al Regio.

La coreografia di Angelin Preljocaj ha toccato i vertici della felice sintesi tra la tradizione e la trasposizione moderna di un lavoro conosciutissmo che si occupa di un argomento che tutti conoscono a memoria fin dalla più tenera età.

Una sintesi che  gioca anche sul perfetto rapporto tra forza, elasticità e leggerezza, con splendidi  interpreti. Caroline Jaubert, Julien Thibault disegnano una danza d'amore in cui, dal primo momento e soprattutto fino alla fine del risveglio, incantano e rapiscono l'attenzione di tutto il pubblico; straordinari i passi in cui lui e lei ancora addormentata e quasi a corpo morto, ballano trasformando un epilogo scontato in un sorprendente gioco in cui i corpi rimbalzano, si fondono, s'accarezzano, come se fossero anime. Un confronto spirituale prima che corporale. Con Mahler che aggiunge la musica geniale delle sue sinfonie.

Bellissima la scena dei nani, minatori, ballerini acrobati. Patrizia Telleschi era la Regina ed è bellissima, come quasi tutte le altre danzatrici. Non è la  cattiva di turno, ma è la  gelosa donna  al centro della propria presunzione. L'interpretazione è perfetta. Ottimi i gatti ed in generale tutte le idee del coreografo: splendido il rapimento della morte, dopo il morso della mela; suggestivo e poetico. Si sa: è una favola che finirà bene, eppure in quel momento ciò che si vede, suscita emozione ed ammirazione. Non manca lo specchio, non manca il cervo. Una precisazione: i ballerini sono a piedi nudi e chi balla sa quanto sia difficile farlo, con una eleganza stupefacente.

Citare tutti i nomi dei protagonisti è impresa difficile, ma chi si è occupato dei costumi, Jean Paul Gaultier e delle luci Patrick Riou deve essere applaudito più di altri perchè grazie a loro, si può esaltare senza alcuna remora la già citata splendida regia. Lo spettacolo dovrebbe essere visto da un pubblico vasto; non male sarebbe se non fossimo in Italia, la possibilità di trasmetterlo con un DVD, in tutte le scuole italiane, dalle elementari alle superiori. 

Ovviamente a parte merita ancora la citazione  della straordinaria  musica di Gustav Mahler che fa da colonna sonora alla vicenda. Una sintesi voluta  da Preljocaj . Adagi, adagietti e languori per i momenti intimi fra Biancaneve e il suo principe, grancasse e fanfare, czardas e mazurche per far procedere il racconto. Una musica sublime, nei passi a due e nelle scene o quadri d'insieme.

 

Maurizio Dania - 20 maggio 2011

 

 

 

 

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