LA BANCA COMMERCIALE ITALIANA
La Banca che non c'è più

Queste note sono state scritte nel ricordo di una grande Banca che non c'è più ma anche del contesto in cui operava. Intendo la cosiddetta società civile. A quel tempo incontrare dei galantuomini non era tanto raro a differenza di oggi che quando ci capita di incontrarne uno lo apprezziamo in modo esagerato come rappresentasse una razza in via di estinzione.
Potrei scrivere i nomi di tanti personaggi eccezionali ma nel ricordo si impone la figura di ANDREA CARLINI. Il culmine della sua carriera egli lo toccò quando fu nominato capo del personale della Sede di Milano.
Figura dominante , uno sguardo pieno di umanità. Sapeva ascoltare e mettere la gente a proprio agio. Certo quando occorreva,sapeva usare il polso fermo ma non era quella la sua vocazione più portata ad usare toni paterni. Una volta, di passaggio da Milano, gli resi visita (P.zza Scala 1° piano). Lo trovai quasi malinconico. Credo fosse stato costretto a prendere qualche provvedimento. Lo intuii per una frase proferita nel corso della conversazione: “....tutto compreso nel prezzo..”. L'espressione era quella di una persona che aveva ubbidito. Come sempre alla sua coscienza, il navigatore satellitare che non lo abbandonava mai.
Considerava la Banca quasi una sua seconda famiglia ed era un punto di riferimento per tanti di noi per il suo equilibrio e la capacità di guardare oltre la realtà con una pennellata di ottimismo.

LEO PRESANI
Aveva iniziato la sua carriera presso la filiale di Savona ,della quale era divenuto direttore, e lì la terminò. Era uno scapolo impenitente e viveva a Savona con madre e due sorelle. Da Savona non lo avrebbero spostato neppure le bombe.
Lo conobbi bene e sentii parlare molto di lui come preparato Dirigente e come galantuomo. Di lui mi parlò anche il Sig. Carlini che a differenza di lui non aveva avuto mai problemi per i trasferimenti con ricaduta favorevole sulla carriera.
Il Sig. Carlini mi diceva che se si vuol fare carriera bisogna essere disposti a “muoversi e fare esperienze”. Capii più tardi che “parlava a nuora perchè suocera intendesse”


Ero “procuratore” a Milano. Una sera dopo il lavoro ero appena rincasato quando squillò il telefono. Era una calda primavera vigilia della riunione del fatidico consiglio di Amministrazione. Mi stavo spogliando. Al telefono andò mia moglie che mi si rivolse con aria preoccupata “è il capo del personale che hai fatto?”.
“Noera è disposto a lasciare Milano?”.
Titubai. In fondo ero come Presani.
Mi ricordai di colpo le parole del Sig. Carlini preziose in quel momento e che mi aiutarono a superare molte perplessità.
Se ripercorro a ritroso il tempo ricordo la Comit che non c'è più e quegli uomini parte integrante del ricordo. Nostalgia? Certo. Anche dei tanti anni in meno sul groppone.

Giovannino Noera - giugno 2010

 

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Piazza Scala - luglio 2010