Mario Auterio scrive nuovamente al Direttivo Anpecomit
(in particolare ai sette consiglieri che hanno deliberato l'Assemblea Straordinaria.....)
L'assurda e abnorme situazione che si desume dal Comunicato a margine, mi ha portato a fare altre riflessioni sull'"Assemblea straordinaria del 26 marzo 2012".
Nel Comunicato si precisa che il Presidente (parte in causa !) "svolgerà la dettagliata illustrazione dei fatti che hanno determinato la frattura tra i componenti del Direttivo. Seguiranno interventi di chi vorrà prenotarsi secondo i tempi che verranno stabiliti .........".
Come
mai non sono stati previsti in via prioritaria gli interventi a difesa
(art. 24 della Costituzione) dei Consiglieri "imputati", per un tempo
almeno pari a quello impiegato dal Presidente per illustrare i fatti ?
L'art. 18 dello Statuto dice: "Le Assemblee sono valide qualunque sia il numero dei soci interventuti."
Quindi anche 2 , anche 1 , oltre a Presidente/ Consiglieri "pubblici ministeri"/ "imputati" ?
Si dà il caso che l'art. 21 del c.c. (Associazioni e Fondazioni - Deliberazioni dell'Assemblea) così reciti: "Le deliberazioni dell'Assemblea sono prese a maggioranza dei voti e con la presenza di almeno la metà degli associati." (Esiste anche il voto per corrispondenza !).
Nel Comunicato il Presidente si premura di ricordare che "ogni socio può farsi rappresentare da un altro socio, ma non sono ammesse più di due deleghe."
Tutto questo in un'Associazione che conta circa 2.400 soci, sparsi dalle Alpi alla Sicilia e anche all'estero!
A mio parere, oltre all'illegittimità dell'Assemblea, si scopre uno Statuto anch'esso con tratti di illegittimità e che comunque non trasuda democrazia. Pare fatto "ad personam" !
Invito la Presidenza a pubblicare questa mia sommessa opinione, come quella del 7 c.m., sul sito dell'Associazione.
Mario Auterio - 20 marzo 2012
P.S.
Chissà come si rivolta nella tomba Raffaele Mattioli !
Commenti
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21 marzo 2012 - da Arnaldo De Porti: Pare che Mattioli, rebus sic stantibus, non abbia alcuna voglia di... rivedere la Comit, a causa di profanatori del suo pensiero. Io l'ho conosciuto, ho parlato insieme e mi sono bastati pochi secondi di... ascensore per capire più di quanto non abbia capito sulle circolari "lenzuolate" di Anpecomit...
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21 marzo 2012 - da Aldo Morpurgo: D'accordo, cari colleghi: Vogliamo rimettere in sesto l'Anpec. E poi? In definitiva, quello che tutti i pensionati vogliono, soci ANPEC o UNP o non, è la soluzione a breve (prima che siano morti tutti) del problema liquidazione Fondo. Ed allora, tutti questi litigi a cosa possono servire? Una volta appianati, si troverà il sistema per accelerare la liquidazione? Fatto sta che l'informazione è carente : ad esempio, perchè non si è saputo più nulla del preannunciato (sin dal 10.2.12!) incontro di UNP e ANPEC con i sindacati allo scopo di trovare una via d'intesa per addivenire all'erogazione? Personalmente non me ne frega niente dei litigi interni ad una associazione. Andiamo al dunque! Avete notato che sia nel 2010 che nel 2009 i costi di amministrazione della liquidazione del Fondo, beninteso senza portare ad alcun risultato, sono ammontati a cifra molto vicina di 1 milione di Euro, per anno? Non vi sembrano esagerate queste spese? E le due associazioni cosa hanno fatto per avere chiarimenti in proposito? Per me possono anche chiuderle entrambe, visti i risultati.
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21 marzo 2012 - da Carmelo Profeta: Condivido interamente quanto dice Morpurgo. Smettiamola di foraggiare i parassiti ed esigiamo la chiusura della liquidazione!
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21 marzo 2012 - da Alberto Costagli: A me interessa solo che venga fatto l'impossibile per concludere subito (non domani) il riparto della torta prima che si ricopra di vermi.
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21 marzo 2012 - da Fernando Mazzotta: Caro Auterio, la tua "equilibrata saggezza" che ho avuto modo di apprezzare già nei trascorsi rapporti lavorativi, traspare tutta dai tuoi scritti. Ritengo che, comunque vada a finire questa faccenda, con questo assurdo braccio di ferro l'ANPEC si è già scavata la fossa. Sono venuti meno tutti quegli ideali che tantissimi di noi avevano inizialmente abbracciato con entusiasmo. De profundis.... requiescat in pace. Per quanto riguarda la liquidazione del Fondo probabilmente sto per dire una sciocchezza, ma chi ne sa sicuramente più di me può dirmi se l'idea di promuovere una class action o qualcosa di simile al di fuori di ANPEC e UNP sia una strada percorribile. In fondo l'azione collettiva è il modo migliore con cui potremmo essere tutelati e risarciti dal Fondo. Tanto ci penserà la Cassazione a rispedire tutto al mittente tutte le azioni in corso e a farci ricominciare punto e a capo! Se non addirittura, oserei dire, inviare un esposto alla Procura della Repubblica contro i nostri "Liquidatori" (nel senso che ci stanno fisicamente liquidando......) per agire nei loro confronti là dove il Magistrato dovesse ravvisare nel loro comportamento fatti penalmente perseguibili. Hic manebimus optime! Certo! Così i loro conti in banca continuano a crescere (arricchimento indebito?) a spese di migliaia di pensionati.
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22 marzo 2012 - da Arnaldo De Porti: Sono d'accordo con Fernando Mazzotta. Del resto mi era stato suggerito ciò da un noto avvocato romano. Poi il fair-play, anche imposto, fa temporeggiare. Ma qui si tratta di lesione di diritti oggettivi. Non esclusa la moralità ...
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22 marzo 2012 - da Giorgio Scattina: E' evidente che ciò che avverrà nell'assemblea di ANPECOMIT (ammesso che si svolga) non ha alcun fine pratico con la liquidazione del Fondo. E' altrettanto certo che se vogliamo ottenere qualcosa in tempo utile, dobbiamo intraprendere un qualcosa di comune accordo tipo class action o esposto purchè con un numero di firme consistenti. Questo può essere gestito solo da un avvocato. Al nostro interno ce ne sono parecchi. Oppure partiamo dal noto avvocato romano cui fa riferimento Arnaldo De Porti. Non mi pare che sia nostra intenzione andare contro a qualcuno, ma il solo scopo è portare a casa quanto di nostra competenza.
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22 marzo 2012 - da Gherardo Salvati: D'accordo con Fernando Mazzotta e Giorgio Scattina. Sono convinto che l'unica possibilità rimastaci sia un esposto denuncia all'A.G. e/o una class Action. La cosa certamente ci costrerà qualcosa ma non possiamo restare immobili di fronte al ladrocinio cui siamo sottoposti da anni.
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22 marzo 2012 - da Renzo Saitta: Ormai non siamo alla frutta ma al caffè. Spiace constatare che non si potuto comporre la vicenda. Il Presidente non ha voluto replicare alla giuste osservazioni,anche in termini giuridici. Ne prendo atto ognuno vada per la sua strada. Faccio un'ultima osservazione: forse capisco perchè ci siamo fatti "ciucciare " da Banca Intesa" non eravamo uniti (la recente vicenda ne è la dimostrazione) ci hanno fatto fessi, promettendo pari dignità ma solo per pochi mesi, poi.....
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22 marzo 2012 - da Peppe Russo: Qualcuno più bravo di me saprebbe chiarirmi come si arriva a quasi 1milione di euro l'anno di spese effettive. Se consideriamo che tra liquidatori e revisori il costo è di circa 250mila euro (che Dio li benedica), il resto a cosa è dovuto? Le spese generali e amministrative hanno un dettaglio? Grazie in anticipo.
Piazza Scala - marzo 2012