un "amarcord" di Arnaldo De Porti
Quando si raggiunge una certa età diventa pressoché ineludibile non
pensare al passato e, vuoi per auto-consolazione, ma vuoi anche per
una specie di necessità di attaccamento alla vita, ognuno di noi
cerca di trovare qualche motivo per cacciare determinati pensieri,
appannaggio dei tanti..... anta. Come si fa ?
C’è chi finge di non pensare, altri invece - come lo scrivente – che
attraverso i ricordi cerca di trovare una qualche gratificazione da
quel po’ (o tanto) che ha fatto nel corso della vita. Senza dubbio è
bello ricordare, anche se ci coglie un po’ di tristezza. Sembra
davvero impossibile che nell’arco della vita si siano susseguiti
così tanti avvenimenti che, tradotti in termini temporali, fanno
impressione per la loro lunghezza, mentre nella nostra mente essi
scorrono alla velocità di un semplice flash. E’ anche ineludibile
che si finisca per parlare di se stessi, talvolta anche
autocelebrandosi, ma altra strada non c’è per i motivi sopracitati.
A me, pare ancora impossibile, di aver lavorato oltre 37 anni in
banca ed almeno 50 nel giornalismo intersecando il tutto con tante
altre attività che non è possibile dimenticare, come un periodo
trascorso all’estero a fare il segretario della sezione italiana di
un Istituto Internazionale, di cui a documento che riporto in
appresso E’ stato un periodo abbastanza breve rispetto agli altri,
ma ricco di esperienza: è lì che ho recepito il rispetto reciproco
fra la gente, prescindendo da qualsiasi estrazione o posizione
sociale. Voglio dire che lo “spazzino” veniva trattato con la stessa
dignità sociale di un Direttore di Banca o di un medico; e ciò, non
certamente come succede in tanti paesi, non escluso il nostro, in
cui spesso si fa riferimento alla cosiddetta società civile… come se
altre fasce fossero incivili, fatte salve quelle… incivili davvero,
correlate alla politica italiana.
Detto questo, vorrei ricordare che il mio ingresso in COMIT, a Milano, è legato anche al predetto Istituto internazionale con il quale esistevano importanti rapporti finanziari bilaterali. Infatti, la Banca Commerciale Italiana, Filiale Milano, trasferiva al “Rosenberg” di Sangallo, le rette degli studenti italiani, di cui io ero segretario di questa sezione, in accostamento a quella americana, tedesca, francese ecc.ecc..
E spiego la mia assunzione. Feci regolare domanda, mi risposero di presentarmi e, dopo un solo mese dovuto al preavviso che dovevo dare in Svizzera, mi assunsero direttamente all’ufficio merci. Ove sono rimasto fino alla pensione.
Che aggiungere, se non che gli anni sono passati troppo in fretta ?
Arnaldo De Porti