In rosso in basso i veri
motivi che hanno portato alla convocazione dell'Assemblea
Egregi Signori,
ho appreso con stupore e sdegno che avete deciso di dare corso, il prossimo 26 marzo a Roma, ad un' Assemblea straordinaria dell'ANPEC che segnarà, con tutta certezza, la "morte" dell'Associazione stessa, intesa come "una libera e democratica associazione di persone nata per tenere vivo e valorizzare il patrimonio di memorie, storia e cultura della Banca Commerciale Italiana e porsi da riferimento e unità di indirizzo per la tutela dei diritti e degli interessi dei soci".
Scopo di questa Assemblea straordinaria non è altro che mettere in stato di accusa ed eliminare tutta la parte "milanese" del Consiglio Direttivo, rea di avere finora lavorato, con dedizione e competenza, esclusivamente nell'interesse dei soci, adoperandosi - con tutte le proprie forze - affinchè l'Associazione non perdesse mai di vista il suo scopo primario, facendo sentire la propria voce in Consiglio Direttivo ed assumendo posizioni critiche verso proposte ed iniziative insensate.
Forse voi temete che l'operosità "tipicamente lombarda" possa oscurare il vostro operato e quello del Presidente?
No, vi sbagliate. I signori Basilico, Costantino, Marini e Minotti - ai quali aggiungerei i signori Folesani e Vasta (anche loro "milanesi"), costretti recentemente a dare le dimissioni dai loro incarichi - hanno dimostrato, con fatti e comportamenti, di non avere alcuna sete di potere, ma di difendere solo lo spirito originario dell'ANPEC: tutelare i diritti e gli interessi dei soci.
Esaminiamo, ora, gli atti di accusa nei confronti dei "reprobi" (chiedo scusa agli interessati per la definizione):
1) mancato rispetto di talune deliberazioni assunte dalla maggioranza del Consiglio Direttivo
Non vi accorgete, cari signori, che il Presidente per primo, con il vostro servizievole avallo, non ha rispettato le deliberazioni assunte dal Consiglio?
Infatti, il 16 novembre 2011 il Consiglio Direttivo, riunito a Firenze, aveva - tra l'altro - deliberato all'unanimità di indire entro il 31 dicembre 2011 le elezioni per il rinnovo degli organi sociali, elezioni che dovevano tenersi in gennaio 2012. Perchè non sono state tenute? Numerosi soci vi avevano invitati a farlo, ma con scuse campate in aria sono state sempre rimandate.
Il Presidente, nel corso del lungo colloquio telefonico che ho avuto con lui ai primi di gennaio, ha avuto l'ardire di giustificare la mancata tenuta delle votazioni con la paura di non avere più la maggioranza dei consigliere fedeli e asserviti al suo volere. Questa, secondo voi è democrazia? Questo vuol dire fare gli interessi dei soci?
Chi si è opposto ai vostri comportamenti scorretti è stato "costretto" a dimettersi o, se ha fatto opposizione nell'ambito di un democratico dibattito di consiglio, tacciato come persona indegna e, pertanto, condannata, senza processo, alla decadenza dalla qualità di socio (con l'ovvia conseguenza di non potersi più ricandidare nel Consiglio).
2) diffusione all'esterno (non autorizzata dal Consiglio Direttivo ANPECOMIT) effettuata da parte dei citati Consiglieri (trattasi dei sigg. Basilico, Costantino, Marini e Minotti), di fatti riguardanti la vita associativa interna, utilizzando dati sensibili relativi agli associati.... (omissis)
Non sapevo che l'ANPEC fosse una società segreta, dove i soci non possono comunicare tra di loro; incontrarsi quando lo ritengono opportuno; scambiarsi pareri, notizie sui fatti che riguardano la vita dell'associazione nel loro comune interesse. Non pensavo che per fare questo ci volesse il superiore avallo del Presidente maximo o del suo fedele segretario. Non sapevo che il "verbo" dell'ANPEC fosse solo nelle mani del Presidente, che solo lui può comunicare con i soci dando, secondo le circostanze, la propria versione dei fatti (che non sempre - mi risulta - corrisponde alla verità).
Quando i consiglieri "reprobi" intrattenevano, per iscritto o per telefono, i soci su questioni legali, fiscali, sanitarie, ecc. e fornivano un servizio che dava lustro all'ANPEC andava tutto bene.
Quando queste persone hanno assunto un atteggiamento maggiormente dialettico, prendendo le distanza su alcune delibere del Consiglio, al di fuori da qualsiasi logica associativa: le stesse persone sono diventate inaffidabili, deve essere tolta loro la libertà di parola, devono essere imbavagliate e, se insistono, fatte tacere per sempre!!!
L'atto di accusa parla di "diffusione all'esterno" di fatti riguardanti la vita associativa interna. Ma quale è il pubblico "esterno" per una associazione di persone? Non certo i soci, specialmente se sparsi sul territorio, i quali anelano ad avere notizie sulla vita dell'associazione alla quale sono iscritti, di conoscere quello che succede, di sapere cosa ne pensano sui diversi argomenti gli altri soci. Un'associazione, libera e democratica, vive sulla circolazione delle notizie e non solo su quello che l'organo direttivo centrale vuole far conoscere. Non mi risulta che persone estranee all'ANPEC (ossia non soci ) abbiano mai usufruito di notizie riservate sulla vita dell'associazione.
Ben più grave è il fatto di utilizzare, in tutto o in parte, l'elenco dei soci per diffondere notizie che esulano completamente dalla vita associativa. Non è eticamente corretto inviare ai soci offerte di beni e servizi a scopo commerciale, segnalare iniziative non riguardanti l'oggetto della associazione.
Non è eticamente corretto, usufruendo degli archivi indirizzi in proprio possesso, inviare ai soci ANPEC di Roma l'invito a partecipare ad un convegno (Roma - 9 marzo 2012 - Campidoglio, sala promoteca) su "immigazione ed emigrazione: due facce di un unico viaggio. Apporti di riflessione della Comunità dei Sardi sul fenomeno migratorio"
Come direbbe l'On, Di Pietro: che c'azzecca nell'attività dell'ANPEC, se non per dare lustro al Presidente e poter, così, iniziare la sua campagna voti in vista dell' Assemblea Straordinaria.
Passiamo ad esamininare un aspetto formale relativo alla convocazione dell' Assemblea straordinaria.
I testi di diritto, insigni giuristi ed il... buon senso, stabiliscono che il compimento di atti straordinari possa essere effettuato soltanto da un organismo nel pieno delle sue funzioni e poteri.
Il Consiglio Direttivo dell'ANPEC è scaduto il 31 dicembre 2010. Nel corso dell'Assemblea ordinaria, tenutasi a Trieste il 21 maggio 2011, era stato deciso di concedere al Consiglio una "prorogatio" fino al 31 dicembre 2011, tale decisone fu presa all'unanimità dei soci presenti (64 persone, pari a circa il 2,60% degli iscritti all'ANPEC). Scopo della proroga (come dice Masia nell'articolo di NOI COMIT, luglio 2011 n. 14, pag. 3) fu quello di "cercare, nel frattempo con rinnovato impegno di coinvolgere altri colleghi a candidarsi ".
Tale obbiettivo era stato raggiunto alla fine dello scorso anno ed il notiziario NOI COMIT (gennaio 2012 n. 16) pubblicava a pagina 9 l'elenco delle candidature ricevute: ben 24 persone si erano dichiarate disponibili a ricoprire la carica di Consigliere dell'ANPEC; c'erano allora tutti i presupposti per andare all'elezioni nei termini previsti dal Consiglio Direttivo del 16 novembre scorso. Invece no. il Presidente, con il sostegno di fedeli consiglieri, iniziava manovre dilatorie, accampava scuse puerili, la paura di non avere più la maggioranza in Consiglio lo spaventa e, allora, si arrocca su posizioni insostenibili, ultima la convocazione di un' inutile e farsesca Assemblea Straodinaria, atto, non solo effettuato da un Consiglio Direttivo scaduto da oltre 14 mesi, ma in dispregio di quanto lo stesso Consiglio aveva deliberato non più di quattro mesi prima.
Egregi signori, alla luce dei fatti, siete ancora in tempo per annullare l'Assemblea del 26 marzo ed evitare, così, di compiere un atto ingiusto e deleterio per la vita futura dell'ANPEC.
Soltanto un nuovo Consiglio Direttivo, convocato immediatamente, liberamente e democraticamente eletto potrà ridare slancio alla vita dell'Associazione. Saranno i soci, nella loro interezza, a decretare chi è degno di rappresentarli e chi, invece, deve essere messo da parte. Questo non può essere delegato ad una Assemblea Straordinaria nella quale soltanto un ristretto numero di persone, certamente non rappresentative dell'universo dei soci, si arrogherà la decisione di cancellare l'attività finora svolta, al servizio di tutti, da parte dei Consiglieri Basilico, Costantino, Marini e Minotti.
Se questo non avviene ai soci non rimarrà che valutare la convenienza di rimanere all'interno di un'Associazione "segreta", dove manca la libertà di pensiero, uno spirito democratico e quell'unità d'intenti e di solidale amicizia che sono la forza di qualsiasi associazione di persone.
Poichè, nel rispetto della nostra Carta Costituzionale, ritengo di vivere in un Paese libero e democratico, queste mie riflessioni le ho inviate ad alcuni soci ANPEC e ad altri colleghi unito dal sempre vivo spirito Comit, invitando chi condivide quanto da me scritto a divulgarle a loro volta per fare in modo che questa situazione assurda venga portata a conoscenza di un sempre maggiore numero di persone.
Cordiali saluti
Leonardo Esposito - marzo 2012
Commenti:
14 marzo 2012 - Piazza Scala
riporta innanzitutto il parere di un legale esterno sulla validità
dell'assemblea:
......a un Consiglio in prorogatio non è preclusa l'attività anche
per la gestione straordinaria, sempre che, peraltro, vi siano adeguati
motivi per intervenire, ma sempre e comunque nell'interesse dell'ente,
per esempio perchè l'urgenza dell'intervento lo richiede appunto in
quell'ottica.
Nel caso di specie, non solo non vi è nessuna urgenza, ma, sulla base
del Consiglio di novembre (o
dicembre), gli stessi consiglieri si erano
dati un termine, quello del 31.12.2011, per la loro proroga. Quindi,
salvo, come detto, provvedimenti urgenti per la salvaguardia e
l'interesse dell'ente che, nella fattispecie, non vedo, l'unico atto che
potevano compiere era l'indizione delle votazioni per il rinnovo del
Consiglio stesso. Di qui, l'illegittimità, a mio avviso della
convocazione.......
14 marzo 2012 - da Emilio Rosso: Mi è pervenuto il messaggio di Leonardo Esposito indirizzato ad alcuni membri del Consiglio Direttivo dell'ANPEC. Condividendo integralmente quanto ivi espresso, invito i destinatari membri dell'ANPEC a farlo proprio, ad inviarlo agli stessi destinatari e ad inoltrarlo a tutti gli interessati, con il medesimo invito.
14 marzo 2012 - da Dedy Di Benedetto: Caro Esposito,nel dichiararti che condivido pienamente quanto da te argomentato che dà ulteriore forza a quanto scritto dall’amico Mario Auterio (vedi piazza scala) , mi auguro che altre libere voci si facciano sentire forti e chiare nell’interesse di questa libera associazione che ha deciso di immolarsi a difesa di un “gruppo” non esprime più lo spirito che ne aveva determinato la sua nascita.
14 marzo 2012: da Stefano Tabanelli: Amici, l'amico Giancarlo Cacchione mi ha fatto avere il messaggio di Leonardo Esposito ad alcuni membri del Consiglio Direttivo dell'ANPEC, con preghiera di diffonderlo. Da parte mia, nel condividere integralmente la posizione dell'amico Esposito, invito tutti i destinatari membri dell'ANPEC a farlo proprio e ad inviarlo a tutti quegli altri colleghi che non risultassero ancora fra i destinatari, con il medesimo invito. Mi sembra arrivato il momento in cui la "maggioranza silenziosa" debba farsi sentire. Certo di trovarvi tutti d'accordo, mi è gradito inviarvi un cordiale saluto.
14 marzo 2012 - da Claudio Marchiori: Cari colleghi; Concordo con il messaggio di Leonardo Esposito. Cordiali saluti.
14 marzo 2012 - da Alessandro Buffardi: Caro Alfredo, ho letto quanto scrive Esposito. Non sono "milanese", non sono "romano" (non mi piace, comunque, questa deriva che sa di "leghista"); posso pensarla diversamente da Esposito (e da te) pur rimanendo (bontà tua) una "persona perbene"? Un caro saluto.
14 marzo 2012 - da Giovanni Vommaro: Io non ricordo di averla incontrata . (Leonardo Esposito). Ora però noto che scrive per conto di piazza scala (n.d.r:: abbiamo già chiarito a Vommaro che Leonardo Esposito non scrive per Piazza Scala: il suo scritto ci è pervenuto in quanto indirizzato ad un collega ex Comit che ce l'ha inviato), le chiedo se all'assemblea dell'anpec tenutasi a Trieste i sigg. Basilico Costantino Marini e Minotti erano presenti? Suggerisco che sarebbe meglio presentarsi all'assemblea a Roma il 26 c.m., solo li sarebbe possibile ricompattare la vera democrazia e proseguire i lavori che verranno preposti o modificati durante le varie sedute dell'associazione.
14 marzo 2012 -
da Santo De Marco: Marco Travaglio, che leggo con attenzione in quanto i
suoi scritti sono accompagnati da puntuali ed oggettivi riferimenti,
direbbe (al pari del ministro Riccardi): Che schifo!
Ma perché non si devono fare le cose in assoluta democrazia? Ma perché
una persona deve per forza occupare un "seggio" e non lasciarlo di
fronte ad una situazione di diffuso malcontento? Mi associo a Marco.
14 marzo 2012 -
da Mauro Alonge: Caro Alfredo vedrai che la maggiuoranza dei pensionati
non si presenterà a Roma quondi l'assemblea non avrà nessun valore e non
potra deliberare:I pensionati vogliono i loro
soldi e sono stufi di finanziare banca intesa e i loro liquidatori
guarda i bilanci e vedrai come si è depauperato il nostro patrimonio.A
roma andranno solo i romani e qualche altro.Questa è una assemblea
bulgara.
14 marzo 2012 - da Marco Scipioni: Cari Amici, penso proprio che le ragioni esposte da Leonardo Esposito siano inoppugnabili, specie dove richiede che si tengano al più presto le elezioni, che debbono avvenire, come già in passato, per posta e con scrutatori imparziali, in modo che tutti possano liberamente votare (è illogico ed impensabile ritenere che la maggior parte dei soci possa recarsi a Roma !).
14 marzo 2012 - da Maurizio Arpaio: Anch'io ho sottoscritto le considerazioni enunciate. Ad ogni modo, incrociamo le dita....anche se non credo che una simile azione porti a qualcosa. Non rimane che sperare in una sorpresa delle urne.
14 marzo 2012 - da Giuseppe Saita: mi dispiace moltissimo tutti uniti avevamo ottenuto dei grossi risultati contro Intesa SanPaolo , fondo pensione, Ufficio delle entrate. Probabilmente stiamo andando verso la disgregazione del gruppo e penso che i risultati non saranno gli stessi. Cari saluti a tutti
14 marzo 2012 - da Arnaldo De Porti: Mi pare che il testo non abbia bisogno di commenti. Il clima di certo è più vicino a quello dei più scassati regimi dittatoriali e, sembra impossibile che, nel 2012, si possa ragionare ancora a questo modo. Da cui dissento in toto e reagisco democraticamente con tutte le forze che ancora mi restano.
15 marzo 2012 - da Greg Cerra: E meno male che all'ANPEC abbiamo un governo di tecnici! Ho l'impressione che oramai l'atmosfera è tale che uno sbrigativo regolamento di conti potrà solo peggiorare la situazione. Quindi ritengo che a questo punto, al di là di ogni considerazione, indire delle elezioni al più presto sia assolutamente necessario.
15 marzo 2012 - da Manrico Cervia: Non conosco le motivazioni specifiche della contesa,sono però sono d'accordo sul fatto che decisioni così gravi debbano essere assunte da un Consiglio Direttivo in carica e democraticamente eletto (e non scaduto).
15 marzo 2012 - da Luigi Pinto: Concordo con le chiare ed inoppugnabili ragioni esposte dall’amico Esposito. Auspico che con le richieste elezioni ( a massima diffusione ) si possa ritornare allo spirito associativo che ispirò la nascita dell’ANPEC. Un cordiale saluto a tutti.
15 marzo 2012: - da Gianni Rossetti: Condivido pienamente le ragioni indicate da Leonardo Esposito, mi auguro, nell'interesse dell'Anpec e quindi di tutti noi, che prevalga il buon senso e si eviti che l'assemblea straordinaria convocata per il 26 marzo determini una spaccatura non più rimediabile con conseguenze negative per tutti gli iscritti. Buona giornata ed un cordiale saluto a tutti.
15 marzo 2012 - da Doriana Goracci: Il 26 marzo se mai avessi avuto questa Fantasia... sono a Marsiglia dove vive mia figlia con il compagno... migrati per trovare lavoro e dignità... Quanto alla sostanza, ringrazio molto Leonardo Esposito per avermi fatto capire qualcosa. Da circa due anni non ricevo un rigo da Masia. Non sono mai stata un' attiva socia ANPEC, in nessun senso, perchè non ho chiesto nulla e non mi è stato chiesto nulla. Alfredo Izeta e lo stesso Masia, sanno benissimo cosa mi ha mosso a scrivere e partecipare in questi decenni, prima e dopo la pensione e l'esodo volontario. Come disse Lev Tolstoj "Se le persone corrotte si uniscono fra loro per costituire una forza, le persone oneste devono fare lo stesso".
15 marzo 2012 - da Alberto Pasini: Anch'io condivido completamente le valutazioni di Esposito, che mi auguro prevalgano nell'interesse dell'associazione. Se non sarà cosi non potrà che esserci una spaccatura con perdita pesante di soci per l'ANPEC.
15 marzo 2012 - da Salvatore Gaetano Migliore: Sono iscritto ad Anpecomit dalla prima ora e dobbiamo essergli grati per il lavoro che hanno e che stanno facendo per noi pensionati. Anche se personalmente le istanze che mi riguardano sono ancora in alto mare. I "quattro moschettieri" che anche loro hanno lavorato egregiamente e che tutte le volte che li interpelli sono sempre pronti e rapidi cosa hanno fatto di tanto grave da dover essere messi fuori? Invito tutti coloro che parteciperanno all'assemblea del 26 marzo di intervenire affinchè questo non avvenga e che tutti tornino alla ragionevolezza e l'unica che possono fare è chiudersi in un stanza cantarsele di santa ragione (se è il caso usino anche le mani) e usciti da lì darsi da fare per portare avanti le cose per cui hanno lavorato da anni. Non me ne voglia nessuno. Uno sei 650 zainettati rimasti.
15 marzo 2012 - da Anselmo Locati: Sono completamente d'accordo con quanto sopra esposto da Leonardo.
15 marzo 2012 -
da Giacomo Morandi: Mi ero iscritto all'ANPEC fra i primi perchè ci si
opponeva alla liquidazione del Fondo. Poi mi sono accorto che
l'associazione si schierava con un gruppo di soci contro gli altri. Mi
sono anche reso conto che l'associazione era diretta con criteri non
democratici e mi sono dimesso.
Se lo statuto consente l'elezione del Consiglio in un'assemblea a
consiglio scaduto anzichè a domicilio (ma mi pare che i pareri legali
dicano di no) vedo che si andrà avanti così e non vedo una soluzione se
non dare le dimissioni in massa e costituire una nuova associazione o
aderire tutti all'UNP, anche per rivitalizzarla. Quanti di noi se la
sentono di andare a Roma? E' vero, è uno schifo.
15 marzo 2012 - da Tiziano Zorzi: Non riesco a capire bene cosa è successo. Suggerisco però, di fare un passo indietro e parlarvi schiettamente.
16 marzo 2012 - da Franco Bisogni: Caro Masia sono in contatto con un gruppo di ex-colleghi e,ahimè,di eredi di quanti,nell’attesa del battagliato riparto di quanto dovutoci dal Fondo Pensioni,sono passati a miglior vita. Siamo,ripeto, i più anziani e non interessati nelle varie dispute legali che, a quanto pare, hanno favorito l’enorme e ingiusto ritardo della liquidazione definitiva. In questi anni si sono alternate speranze e “docce fredde”, tanto che molti di noi si sono rassegnati al peggio. Come se ciò non bastasse si aggiunge ora una ulteriore “grana interna". Possibile che non si riesca ,rianimando buona volontà,spirito conciliativo e lodevoli iniziative a concludere la questione evitando di protrarre le “ostilità” fino a chissà quale data e comunque “ a babbo morto “? Vi prego di pubblicizzare questo mio messaggio nell’intento di caldeggiare il più possibile quanto ho detto e produrre altre adesioni al mio “ grido di dolore “. Saluto tutti con la massima cordialità e amicizia
16 marzo 2012 - da Roberto Cardone: Condivido integralmente le riflessioni di Leonardo Esposito
16 marzo 2012 - da Renzo Saitta: In questi mesi ho cercato più volte di verificare via fono /mail i veri motivi della diaspora. Non ci sono riuscito,con i citati mezzi è difficile confrontarsi,meglio di presenza ma ciò mi è impossibile. Mi spiace molto della frattura ,ormai insanabile. Come avevo scritto qualche settimana addietro,la convocazione dell'assemblea ha solo le caratteristiche di un atto di forza. Ne prendo atto e ,quindi, ognuno vada per la sua strada. Quanto è accaduto e accadrà a breve non scalfirà minimamente il Nome di Comit che resterà, nonostante tutto,nei nostri cuori e nella storia come l'istituzione bancaria che ha avuto un rilevante peso per la nostra economia.
16 marzo 2012 - da Massimo Osti: Dal lontano Canada faccio arrivare anch’io un pensiero personale. Sono completamente d’accordo con quanto espresso dall’amico Leonardo Esposito nel suo messaggio qui allegato. Spero soltanto che le diatribe personali e l’orgoglio di qualcuno vengano messe da parte al fine di evitare “secessioni” e fughe dall’Anpec. Faccio di notare che di proposito non ho ancora rinnovato la mia quota di adesione all’Anpec per il 2012 proprio per vedere come andra’ a finire tutta questa triste e assurda faccenda.
17 marzo 2012 - da Nello Penna - Testo del messaggio: Concordo sul contenuto della lettera di Esposito. Invito Masia ad una riflessione sullo spirito/contenuti oggetto della assemblea straordinaria. Abbiamo situazioni critiche da risolvere ( Liquidazione Fondo Pensione e situazione Cassa Sanitaria)e non è con le epurazioni che si risolvono i problemi. Mi auguro che il buon senso prevalga.
19 marzo 2012 - da Sergio Radrizzani: Purtroppo non posso che condividere le osservazioni fatte da Leonardo e da Armando. Dico “purtroppo” perché è un vero peccato che un’Associazione che con tanto entusiasmo, impegno e lavoro è stata costituita ed ha operato per diversi anni dando concreta prova di quello che era (e mi auguro sia ancora) lo “stile e la professionalità Comit” vada ora disgregandosi per motivi che francamente fatico a comprendere e soprattutto giustificare. Auspico un passo indietro da parte di tutti in modo si possa procedere a “libere elezioni” di un nuovo consiglio.
20 marzo 2012 - da Carlo Umberto
Rossi: Come non concordare sulla lucida e puntuale analisi di Leonardo,
purtroppo però ho l'impressione che ci si trovi di fronte ad un muro di
gomma romano del tutto sordo ad ogni richiamo benevolo al buon senso ed
alla legalità. A questo punto non ci resta che essere pronti a
compattarci intorno alla rappresentanza milanese dell'Anpec, nella
malauguratissima ipotesi in cui si dovesse giungere ad una scissione.
Facendo da contrappunto al latino di Cannata concluderei con un
milanesissimo "sperém in bén..."