E CIO’ FINO ALLA MORTE DEGLI AVENTI DIRITTO, MA ANCHE DI COLORO CHE LE DOVREBBERO ONESTAMENTE DISTRIBUIRE E CHE NON LO FANNO.

 

 

Sarà l’età, sarà anche un momento difficile per tutti a causa di un management governativo-istituzionale dal quale non ci sentiamo certo rappresentati, sarà infine anche la convinzione che sta prendendo sempre più piede secondo la quale si sta facendo di tutto affinché non si faccia niente, fatto sta che in questo momento, coloro che aspettano ormai da troppi anni che venga loro erogato in base non soltanto ad un sacrosanto diritto, ma anche perché si tratta di soldi che tutti noi abbiamo versato per parecchi anni allo scopo di vedere un ritorno in termini oggettivi, sono veramente stanchi, vecchi, avviliti, amareggiati e fortemente arrabbiati.

Dapprima, come noto, sono stati frapposti numerosi ostacoli da parte di qualcuno, poi ci sono state le varie ed inutili questioni legali che finora non hanno portato nemmeno ad un barlume di speranza e, da qualche mese, sappiamo che la Cassazione ha deciso praticamente di non decidere, demandando una soluzione agli interessati, intendendo per interessati - ahimè - non certo gli aventi diritto alla liquidazione, ma coloro che, di anno in anno, continuano imperterriti a presentarci problemi affinché le cose stiano e…rimangano come stanno.

Ed intanto il Fondo viene eroso, la perdita del potere di acquisto fa la sua parte, i pensionati vanno nell’Aldilà e c’è chi, come il sottoscritto - che di soldi ne avanza parecchi dal Fondo - cerca di tenere in caldo la minestra, prima che questa disgraziata vicenda passi nel dimenticatoio, magari con il rischio, peraltro non scontato di questi tempi, che detti soldi vengano incamerati da qualcuno, stante il fatto che oggi appare piuttosto difficile sbrogliare un tale tipo di matassa, anche e soprattutto per il fatto che, col passare degli anni, nessuno saprà da dove incominciare, preferendo che il discorso venga demandato alla…... Provvidenza, poiché nessuno vuol assumersi la responsabilità di decidere.


Oggi, Cari Colleghi, il fair-play dialettico, è un’arma spuntata ed è pertanto necessario promuovere una forte dimostrazione presso i palazzi di giustizia, cosa che ho già suggerito in passato, ma che - per evitare di creare malumore con i liquidatori che stanno facendo il loro dovere - è stata più volte messa nel cassetto.
Ora è il momento di dire basta ! Ed è anche il momento della vergogna ! Per chi ancora non lo sa, ci sono alcune fasce che vantano fatiscenti diritti che non hanno e che, con il loro atteggiamento, malgrado magnanimamente noi ci siamo mostrati disponibili nei confronti delle loro pressoché inesistenti pretese, contribuiscono a far sì che i soldi non li prenda nessuno. E questo è disonesto e scorretto ! Anche perché c’è chi ha interesse che le cose rimangano tali e quali !

Questo significa parlar chiaro, se vuoi anche con scarsa cognizione di causa stante anche la mia posizione di paziente e fiduciosa attesa, per cui inviterei cortesemente chi ne sa più di me, di rispondere a questa semplice domanda, senza giri di parole: “ Quando riceveremo i soldi che ci spettano e, soprattutto, se ce li daranno ?” E se non lo sa, lo vada a chiedere a chi lo dovrebbe sapere !
In tutta questa faccenda c’è un responsabile che va perseguito, come ho fatto presente a suo tempo al Ministro della Giustizia, Paola Severino, la quale, bontà sua, mi ha dirottato presso il suo capo di gabinetto, il quale, a sua volta, mi ha detto a chi devo rivolgermi e, quest’ultimo, che ho intrattenuto più di un anno fa, da maleducato qual’é, deve ancora rispondere… probabilmente nascondendosi fra i vari meandri istituzionali. O fors’anche perché si vergogna pure lui, non sapendo cosa rispondere.
 

Arnaldo De Porti - 31 gennaio 2013
 

 

 

 

 

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