Carissimi,
di proposito non voglio entrare nel merito della diatriba che sta dilaniando
i vertici dell'Anpecomit. Quello a cui stiamo assistendo è la replica di
altri spettacoli similari recitati in varie sedi della nostra vita pubblica.
I protagonisti - che in altre occasioni se ne riempiono la bocca -
dimenticano quali furono i "motivi fondanti" dell'Associazione. Li ricordo:
"...tenere vivo e
valorizzare il patrimonio di memorie, storia e cultura della B.C.I...."
(...)
"...tutela dei diritti e degli interessi dei soci..."
"...rispetto per i diritti acquisiti..."
ecc. ecc.
Ora invece essi si beccano ( e, da quanto si arguisce, si sbranerebbero)
come i famosi polli di Renzo. Nessuno, da quanto si riesce a capire dalle
velenose polemiche, si dichiara disposto a fare un passo indietro, a
riconoscere le ragioni dell'altro, a sacrificare parte del proprio orgoglio
sull'altare della coesione societaria. Ma dove abbiamo confinato - di grazia
- il patrimonio di serietà e compostezza che la Comit ci ha profuso a piene
mani nei lunghi anni di lavoro?. Suvvia, diamoci tutti una scossa, anche di
umiltà, e ricompattiamoci. I nostri maggiori ci guardano!. E sappiate che
alimentando in continuità dissapori e repliche, si andrà fatalmente a
battere il capo, su questo - ahimè - non ci sono dubbi, nella frattura. Che
è l'obiettivo più prestigioso al quale i nostri contradditori (uso un
eufemismo) aspirano. Una mano sulla coscienza e rifletteteci.
Un abbraccio a tutti,
Lorenzo Milanesi. 10-2-2012
Commenti:
- 12 febbraio 2912 - da Giacomo Morandi: Giusto condividere le riflessioni di Lorenzo Milanesi e Arnaldo De Porti. Belle parole e buoni concetti. Vorrei osservare che gli elementi fondanti dell'ANPEC, alle quali io avevo aderito con entusiasmo per poi andarmene senza sbattere la porta comportavano la rappresentanza degli interessi di tutti i soci e non solo di una parte contro gli altri (questi ultimi, fra l'altro, avendo anche contribuito in denaro alle spese legali).
Detto questo, l'accordo ANPEC-UNP era da considerarsi ragionevole, appunto come un sano compromesso al fine di sbloccare la faccenda, prescindendo dalle ragioni e dai torti. Il Tribunale non ha riconosciuto la validità dell'accordo. Per implementarlo, non vedo altra soluzione che tutti, ma proprio tutti, ritirino le istanze legali e che si possa raggiungere una conciliazione extragiudiziale. Come si può fare?
Le due associazioni dovrebbero convincere soci e non soci che questa sembra l'unica via d'uscita, allo stato attuale. L'alternativa è quella di aspettare una soluzione guardando dall'Aldilà, se esiste.
- 12 febbraio 2912 - da Costantino
Gioacchino: Caro Milanesi. basta poco per ritrovarsi.
Occorre solo dire di sì a Masia.
Dire di sì quando nega (in spregio allo statuto) l'iscrizione di ex Comit o
quando nega candidature per le elezione agli organi sociali di nominativi a
lui non graditi, quando impedisce le democratiche elezioni degli organi
sociali scaduti da oltre un anno, quando costringe un validissimo avvocato a
non occuparsi di nuove cause per l'Anpecomit con grave disagio per i soci.
Oppure lasciare che interloquisca da solo con tutte le controparti, sulla
base di ridondanti minacce prive di reale concretezza, tanto quello che
conta non è ottenere dei risultati, ma fare la guerra; lasciare che
comunichi in esclusiva ai soci con le sue tiritere prive di aderenza con la
realtà degli avvenimenti ecc.
Masia non ammette alternative.
In tanti anni di banca, una situazione del genere non ci era mai capitata e
siamo sempre riusciti a mantenere intatta la nostra dignità. Ci sembra
assurdo metterla a repentaglio ora, collaborando a prendere in giro la
gente, per soddisfare il super ego di qualcuno.
Cordialmente.
Francesco Basilico
Gioacchino Costantino
Sergio Marini
Gianfranco MInotti
- 12 febbraio 2912 - da Arnaldo De Porti: ho letto il caloroso “invito a ritrovarci” di Lorenzo Milanese, apparso oggi su Piazza Scala. Io sono in linea con lui da sempre, e lo sono stato anche in altri contesti professionali di contenzioso estranei al caso di specie. Ciò fa parte del mio Dna come ho scritto recentemente anche su Piazza Scala. Vorrei anche aggiungere che le parole di Lorenzo sono “sacrosante”, ma sono davvero applicabili dalle persone di quella buona volontà da loro sin qui manifestata? Anch’io, ripeto, chiedo le stesse cose di Lorenzo, con la precisazione però che i diritti ed interessi dei soci, nonché il rispetto di ciò che è stato già acquisito, si materializzino in via extragiudiziale, nella assoluta trasparenza di tutti i punti di vista, e non già nell’interesse di “chi ci lavora sopra”, su input abbastanza opinabili…?!.
Così si rispettano davvero i “motivi fondanti” dell’Associazione Anpecomit, ma anche di coloro che democraticamente si permettono di non essere sulla stessa linea.
Del resto, vorrei vedere, ove fosse oggettivamente possibile ritrovarci tutti noi creditori contestualmente, ripeto contestualmente, se la penseremo-penseremmo in maniera positiva rispetto alla gestione di questa maledetta liquidazione. Io penso di no !
Avrei anzi perplessità tali da poter ipotizzare delle maggioranze bulgare, se non plebiscitarie, a favore di una soluzione rapida in via extra-giudiziale. Questo è fare gli interessi dei soci !
Chi gestisce, nel caso di specie, ha margini per farlo solo perché molti colleghi non hanno dimestichezza con l’informatica o ne sono quasi a digiuno per via dell’età, legata ancora alle raccomandate con ricevuta di ritorno, posto che ne abbiano ancora la voglia e la possibilità di farlo.
Anche questa semplice ma oggettiva riflessione andrebbe tenuto in debita considerazione nel rispetto dei succitati “motivi fondanti”, fors’anche in maniera ancor più rispettosa rispetto a tutti gli altri, intendendo per tutti gli altri coloro che hanno contribuito relativamente in favore delle risorse del fondo, in quanto la vecchiaia, purtroppo, spegne diverse velleità e lascia fare..
Si vuol approfittare, o peggio, giocare su questo ?.
Io, non ci sto.