UN ENTE IL CUI STATUTO TUTELA GLI INTERESSI DEL PRESIDENTE E NON BADA A QUELLI DEGLI ASSOCIATI, ILLEGALE O QUANTOMENO NON ETICO NELLA FORMA E NELLA SOSTANZA (PROROGATIO ED ASSEMBLEA STRAORDINARIA DOCENT!), CHE UTILIZZA IL 4% DEI VOTANTI PER PARLARE A NOME DI 2.500 ASSOCIATI,

CHE PREVEDE TRE QUARTI DEI SOCI PER LA SUA MODIFICA (COSA IMPOSSIBILE) E CHE DICE,
A SPROPOSITO, CHE TUTTI I SOCI HANNO GLI STESSI DIRITTI.

 

 

Basterebbe leggere gli art. 1, 6, 7, 20 dello statuto dell’Anpecomit per sobbalzare dalla sedia ponendo mente al fatto su ciò che essi contemplano e ciò che invece, non si sa con quale umano pudore, viene messo in essere. Parlare di farsa, sarebbe riduttivo, anche perché le farse hanno spesso una loro oggettiva importanza, mentre, nel caso di specie, manca qualsiasi costrutto.
In particolare, fa specie una inaccettabile realtà: la presa per i fondelli da parte dell’arroganza costituita. che ha ottenuto una percentuale ridicola del 4 % di presenti nell’assemblea straordinaria sul numero totale dei soci, risultato che, molto presumibilmente è forse da ascrivere ad un buon numero di precettati, amici, amici degli amici, pensionati che, dalla liquidazione del Fondo-comit, hanno potenzialmente ben poco da intascare e che, con i loro ricorsi lesivi dei tanti pensionati più anziani, possono pertanto permettersi di temporeggiare per anni, consapevoli aprioristicamente che i tempi della giustizia, ma anche gli interessi in gioco, bloccano tutto.
Detto questo, che non è cosa da poco e quindi non da sottovalutare, io penso che l’altro 90% che non ha votato, deve far sentire la sua voce. Per fare questo è necessario avere la lista degli associati (richiesta che rientra nel nostro pieno diritto) e far sentire loro anche l’altra campana, vale a dire la nostra, informando democraticamente e correttamente tutti gli associati e non associati (l’art. 1 dello Statuto prevede questo anche per i non soci: tra i Pensionati e gli Esodati (questi così indicati fino alla maturazione della pensione d'anzianità) è costituita un'Associazione denominata Associazione Nazionale fra Pensionati ed Esodati della Banca Commerciale Italiana (Comit) ANPEComit, al fine di dare una unità di indirizzo e di riferimento nella tutela dei diritti e degli interessi degli stessi nonché di tutti i Dipendenti in Servizio e dei Pensionati ed Esodati anche se non soci; e ciò allo scopo di chiarire le cose nel vero interesse di tutti i colleghi ex Comit e non di coloro che, per restare al comando, si affidano ad un’Assemblea di valore pressoché zero.
Con questi signori, ahimè, bisogna stare molto attenti perché la loro forza non sta certo nella dignità e nel rispetto dei colleghi, ma sulle carte legali a danno di chi chiede la soddisfazione dei propri diritti. Ed oggi si sa come vanno le cose quando si muove un legale: il denaro esce dai conti del Fondocomit e i tempi si allungano spropositatamente.
Del resto, l’epurazione da Anpecomit di due vice-presidenti e di altri membri seri e corretti dell’associazione cos’è se non una lapalissiana conferma di stili a dir poco autoritari (per non dire peggio) ?

Gli epurati si diano da fare per avere la lista e poi valuteremo, non certamente con lo stesso metro con il quale ha sin qui operato Anpecomit.

Alla mia età, fra non molto 80, credo di essere in pieno diritto democratico di sollevare critiche, per di più quando si tratta di fare gli interessi dei colleghi, come analogamente sono convinto che, criticando, non si calunnia nessuno (come qualcuno vorrebbe eccepire per incutere timore), non sottacendo che solo il soggetto debole e privo di argomenti, ha bisogno di rivolgersi all’avvocato, preferendo evitare il democratico contradditorio.

Arnaldo De Porti - aprile 2012
 

 

 

 

 

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