Basterebbe leggere gli art. 1, 6, 7, 20 dello statuto dell’Anpecomit per
sobbalzare dalla sedia ponendo mente al fatto su ciò che essi contemplano e
ciò che invece, non si sa con quale umano pudore, viene messo in essere.
Parlare di farsa, sarebbe riduttivo, anche perché le farse hanno spesso una
loro oggettiva importanza, mentre, nel caso di specie, manca qualsiasi
costrutto.
In particolare, fa specie una inaccettabile realtà: la presa per i fondelli
da parte dell’arroganza costituita. che ha ottenuto una percentuale ridicola
del 4 % di presenti nell’assemblea straordinaria sul numero totale dei soci,
risultato che, molto presumibilmente è forse da ascrivere ad un buon numero
di precettati, amici, amici degli amici, pensionati che, dalla liquidazione
del Fondo-comit, hanno potenzialmente ben poco da intascare e che, con i
loro ricorsi lesivi dei tanti pensionati più anziani, possono pertanto
permettersi di temporeggiare per anni, consapevoli aprioristicamente che i
tempi della giustizia, ma anche gli interessi in gioco, bloccano tutto.
Detto questo, che non è cosa da poco e quindi non da sottovalutare, io penso
che l’altro 90% che non ha votato, deve far sentire la sua voce. Per fare
questo è necessario avere la lista degli associati (richiesta che rientra
nel nostro pieno diritto) e far sentire loro anche l’altra campana, vale a
dire la nostra, informando democraticamente e correttamente tutti gli
associati e non associati (l’art. 1 dello Statuto prevede questo anche per i
non soci: tra i Pensionati e gli Esodati (questi così indicati fino alla
maturazione della pensione d'anzianità) è costituita un'Associazione
denominata Associazione Nazionale fra Pensionati ed Esodati della Banca
Commerciale Italiana (Comit) ANPEComit, al fine di dare una unità di
indirizzo e di riferimento nella tutela dei diritti e degli interessi degli
stessi nonché di tutti i Dipendenti in Servizio e dei Pensionati ed Esodati
anche se non soci; e ciò allo scopo di chiarire le cose nel vero
interesse di tutti i colleghi ex Comit e non di coloro che, per restare al
comando, si affidano ad un’Assemblea di valore pressoché zero.
Con questi signori, ahimè, bisogna stare molto attenti perché la loro forza
non sta certo nella dignità e nel rispetto dei colleghi, ma sulle carte
legali a danno di chi chiede la soddisfazione dei propri diritti. Ed oggi si
sa come vanno le cose quando si muove un legale: il denaro esce dai conti
del Fondocomit e i tempi si allungano spropositatamente.
Del resto, l’epurazione da Anpecomit di due vice-presidenti e di altri
membri seri e corretti dell’associazione cos’è se non una lapalissiana
conferma di stili a dir poco autoritari (per non dire peggio) ?
Gli epurati si diano da fare per avere la lista e poi valuteremo, non
certamente con lo stesso metro con il quale ha sin qui operato Anpecomit.
Alla mia età, fra non molto 80, credo di essere in pieno diritto democratico
di sollevare critiche, per di più quando si tratta di fare gli interessi dei
colleghi, come analogamente sono convinto che, criticando, non si calunnia
nessuno (come qualcuno vorrebbe eccepire per incutere timore), non
sottacendo che solo il soggetto debole e privo di argomenti, ha bisogno di
rivolgersi all’avvocato, preferendo evitare il democratico contradditorio.
Arnaldo De Porti - aprile 2012