Il vulcanico Piernicola Ricciardelli, ex Comit Firenze, ci ha
segnalato che parteciperà alla Collettiva "Il sacro nell'arte
- verso
la Terra Promessa" che avrà luogo dal 16 al 27 marzo presso la
Basilica SS. Annunziata (v. invito in alto).
Il
tema di quest'anno è l'esodo biblico: è considerata "esodo" anche la
fuga in Egitto. Ciò premesso, da una bibbia aprocrifa ha tratto l'episodio della sete nel deserto
per dipingere una tela ad olio che vi presentiamo in questa pagina: un angelo
arriva e fa sgorgare delle sorgenti di acqua da una roccia che
salvano la Sacra Famiglia dalla sete e dalla morte.
E' sottinteso che Piernicola attende al Chiostrino dei Voti
della Basilica tutti i nostri lettori di Firenze e dintorni.
Piazza Scala - marzo 2013
Vi presentiamo il quadro del collega: cliccate sull'immagine per ingrandirlo
La Basilica della Santissima Annunziata
La chiesa attuale sorge sul luogo in cui nel 1250 viene costruito un piccolo
oratorio destinato ai Servi di Maria, un ordine fondato nel 1233 da
sette ricchi mercanti fiorentini. Il primitivo nome della chiesa, Santa
Maria di Cafaggio, testimonia che l'area, al di fuori della cerchia delle
mura, era immersa nella campagna. Della chiesa e del convento medievale non
restano oggi che cinque finestre a sesto acuto, a sinistra della facciata.
Alla metà del Quattrocento Michelozzo intraprende la ricostruzione della
Basilica, conclusasi soltanto nel 1476 secondo un nuovo progetto dovuto a
Leon Battista Alberti. Sul corpo longitudinale della chiesa si innesta una
grande tribuna a pianta centrale che si richiama a modelli di epoca romana.
La stessa copertura della tribuna a calotta emisferica, visibile dalla
piazza ad una certa distanza dalla facciata, riprende le tecniche
costruttive romane, essendo realizzata attraverso una sola colata di
calcestruzzo. La chiesa è preceduta dal quattrocentesco Chiostrino dei Voti,
che conserva importanti affreschi di Alessio Baldovinetti, Andrea del Sarto,
Franciabigio, Pontormo e Rosso Fiorentino. Il portico di facciata, a sette
arcate, è frutto di interventi volti a dare un aspetto omogeneo alla piazza
in rapporto al loggiato brunelleschiano dell'Ospedale degli Innocenti.
L'arcata centrale infatti è opera di Antonio da Sangallo il Vecchio, autore
anche del Loggiato dei Serviti, mentre le altre arcate sono state aggiunte
dal Caccini (1599-1601).