da Nuova Realtà, periodico Associazione Bancari Caripuglia - UBI><Banca Carime    

     numero 2 - giugno 2011   
 

Il 24 marzo scorso, presso la libreria Laterza di Bari, è stato presentato "L'ANGELO RIBELLE", l'ultimo romanzo di Angelo Roma, giornalista, scrittore, docente di Antropologia della Narrazione presso l'Università degli Studi di Bergamo e Direttore Responsabile del Bimestrale d'informazione di UBI Banca.

Il romanzo, che per il suo stile sciolto ed incalzante si legge piacevolmente tutto d'un fiato, ha come protagonista Gabriele, un "giovane settantenne" che racconta sé stesso e la propria stravagante vita, nella quale il lettore si immerge immedesimandosi in questo straordinario personaggio, in un'alternanza di partecipazione e distacco.

Sin da piccolo Gabriele si sente "lontano" dal mondo conformista e abitudinario della sua famiglia, così ancorata ai propri valori: l'impegno nel lavoro, il benessere economico ed una dignitosa apparenza che in fondo cela grossi problemi (la mamma alcolizzata ed il padre donnaiolo).

Ai suoi occhi di ragazzo irrequieto, esuberante ed incostante, i genitori appaiono come "persone ricche di buon senso qualunquista, incapaci di elevarsi, di guardare la vita da prospettive diverse ", troppo lontane, quindi, da lui che ama vivere esperienze nuove, divertirsi, piacere agli altri e dare spazio al proprio talento per diventare un numero uno.

Anche la sua città, Bergamo, è poco accogliente e lo fa sentire un estraneo, un diverso, tanto che in essa lui vede solo "uomini e donne coi paraocchi che muoiono senza avere ancora tolto il cellofan dalle loro vite ".

Ed è da questo mondo che Gabriele ogni volta si allontana "con l'impeto di un fuggiasco e lo stato d'animo di un rapace in cerca di cibo ".

Cresce così, con un "angelo ribelle nel cuore ", libero nelle sue scelte in amore, nel lavoro, nelle amicizie.

Diventa un cuoco di talento che cucina come vive, con altrettanta creatività, libertà e fantasia, alla continua ricerca di sorprendere con la sua arte.

Il desiderio di provare sempre nuove emozioni lo porta prima a Parigi, dove vive per mesi mantenuto da una ricca ed appassionata vedova; poi su una nave da crociera come apprezzato cuoco ed infine a Los Angeles, al seguito di un potente magnate americano dalla vita lussuosa ed ambigua.

Ogni incontro lo appaga e lo arricchisce, ma ogni volta arriva il momento di fuggire dalla ripetitività e di ricominciare.

Unico punto fermo è il periodico ritorno nella sua Bergamo e nella sua famiglia; pur non condividendone la logica piccolo borghese, costituiscono i luoghi dei suoi affetti più veri.

E' soprattutto nello speciale rapporto con il nipote, Simone, che trova una forte motivazione al ritorno; solo lui, che ha la sua stessa voglia di scoprire il mondo, è capace di "trattenerlo", di togliergli "l'ansia di un volo cieco, il bisogno disperato di scappare da tutto e da tutti per nutrire il suo angelo ribelle ".

Ad un certo punto della sua vita, con il suo bagaglio di esperienze, decide di tornare nella sua città ed è lì che sente l'impulso di mettere il suo talento a disposizione soprattutto di persone in difficoltà, siano essi ra­gazzi con problemi, disabili o anziani ospiti di case di riposo.

Avvia così una società di catering che presto si espande e gli dà notorietà e visibilità anche in televisione.

Un successo inaspettato che tuttavia non riesce a riempire il vuoto della solitudine di Gabriele.

Fino a quando, nella sua vita divisa tra lezioni nella sua scuola di cucina, convegni ed apparizioni televisive, compare una persona che lo sorprende e lo sconvolge, proiettandolo improvvisamente in una nuova ed entusiasmante dimensione!

Quando un personaggio lascia una traccia nel ricordo di un romanzo letto e ci seduce pur essendo non condivisibile e lontano dal nostro modo di essere, non si può non complimentarsi con l'autore.

E Gabriele, nonostante i suoi difetti, piace e affascina soprattutto per la sua autenticità!

Probabilmente perché in ognuno di noi c'è o c'è stato, almeno una volta nella vita, il desiderio, represso dalla razionalità di una vita convenzionale e perbenista, di seguire il nostro istinto (il nostro angelo ribelle) e tuffarci in esperienze anche estreme, prive di sicurezze, ma autentiche e libere!

 

Margherita Dolce

 

 

Angelo Roma (Brindisi 1969) insegna Scrittura creativa e Antropologia della narrazione all’Università degli Studi di Bergamo.
Giornalista, scrittore e ghost writer, è opinionista de L’Eco di Bergamo e direttore responsabile del magazine di UBI BANCA.
Nel 2004 ha preso parte al workshop, riservato a scrittori e attori professionisti, tenutosi all’Actors Studio di New York.
Ha pubblicato la raccolta di poesie L’imperatore di cenere (Genesi 1999), il saggio Informare Tecniche di scrittura per la comunicazione interna (Franco Angeli 2005 - Prefazione di Mauro Ceruti) e i romanzi Il meticcio (PeQuod 2005), Il barbiere di Ostuni (Àncora 2007) e Confessioni di un egoista (Marco Tropea 2008 - Postfazione di Moni Ovadia). Alcuni brani del suo ultimo romanzo sono stati inseriti nell’antologia letteraria È finita la controra (Manni, 2009) curata da Filippo La Porta.
I suoi romanzi sono stati recensiti da autorevoli critici letterari (Giorgio De Rienzo, Fulvio Scaglione, Filippo La Porta, Sandra Petrignani), e sono apparsi su importanti quotidiani (Corriere della Sera, Avvenire, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Riformista) e magazine (Panorama, Famiglia Cristiana, Donna Moderna, Chi).

 

 

 

 

 

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