Caro Gioacchino Costantino,

ho letto con interesse le Tue osservazioni su Piazza Scala, titolate “O noi o loro”. Premetto di non essere addentro abbastanza in questa faccenda, ma già dalle prime sensazioni, a naso si direbbe in gergo, mi par di poter capire, rebus sic stantibus, che la “controparte” sia delegittimata ad intraprendere qualsiasi iniziativa nell’interesse di tutti noi: è poi “stranamente” evidente una ostinata forzatura volta a tener in piedi un’istituzione che, specie con riferimento alla liquidazione del fondo, pare avere tutti contro. E questo non è certamente bello…

Io non ho nulla contro Antonio Masia, anzi capisco che, al di là della gratificazione personale che l’associazione può umanamente procurargli come succede in tutti i contesti di un certo standing, ci sia anche la buona fede, ma intravvedo - ripeto - troppa voglia di restare in sella a tutti i costi, col rischio di ossidare l’interesse di tutti noi.

Mi chiedo poi se la “prorogatio”, così come è stata concepita “fra pochi intimi” possa avere un qualche valore legale, atteso che è stata materializzata, salvo errore, senza sentire i soci, tanto che ogni atto potrebbe essere invalidato da qualsiasi istituzione ad hoc. Anche le ultime iniziative poste in atto. In qualsiasi società, e Tu me lo insegni, si fa così, specie negli atti di straordinaria amministrazione. Sarebbe come se un amministratore, per soddisfare un suo interesse personale, prorogasse di qualche mese la vita di una azienda commerciale, e di conseguenza ledesse gli interessi dei soci. Non è certamente il caso di Masia, ma la sostanza è questa !

Per ora però non vedo altro che l’opzione del male minore, e cioè della riduzione del danno ai soci. Come ? Posto che un contenzioso “fra noi e loro” non agevolerebbe certo le aspettative di tutti e che il denominatore comune, ossia il definitivo riparto e correlata erogazione del fondo è molto ambito dalla stramaggioranza dei soci tanto da offrirci senz’altro più forza contrattuale, sarebbe necessario, un passo pesante, d’imperio istituzionale (purché non allunghi i tempi tecnici).

Per questo, come ho scritto al Ministro Paola Severino, io ho chiesto un intervento esterno molto forte, che decida a tamburo battente, in quanto le cose chiare sono state ingarbugliate a danno di tutti noi. Lo so che si tratta di fanta-diritto-legalità, ma sottrarre soldi, o comunque impedirne la disponibilità di chi ne ha diritto, eccependo giustificazioni che lasciano il tempo che trovano ma che, in ogni caso ledono gli interessi dei più, potrebbe essere perseguito.

Non andrebbe poi sottaciuto che molti colleghi hanno bisogno di questi soldi in quanto, oltre ad essere stato loro tolta la rendita del fondo in questione, devono fare oggi i conti anche con il dimezzamento del potere di acquisto della loro pensione. Ed ho ricevuto parecchie telefonate e mail al riguardo !

Avrò detto anche tante fesserie non essendo un legale, ma l’ho fatto unicamente allo scopo di dare un apporto, lasciando a chi ne sa più di me, di estrapolare qualche eventuale suggerimento da quanto ho detto.

Cordialità,


Arnaldo De Porti - 09 febbraio 2012

 

 


 

 

 

 

 

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