ho letto con interesse le Tue osservazioni su Piazza Scala, titolate “O noi
o loro”. Premetto di non essere addentro abbastanza in questa faccenda, ma
già dalle prime sensazioni, a naso si direbbe in gergo, mi par di poter
capire, rebus sic stantibus, che la “controparte” sia delegittimata ad
intraprendere qualsiasi iniziativa nell’interesse di
tutti noi: è poi “stranamente” evidente una ostinata forzatura volta a tener
in piedi un’istituzione che, specie con riferimento alla liquidazione del
fondo, pare avere tutti contro. E questo non è certamente bello…
Io non ho nulla contro Antonio Masia, anzi capisco che, al di là della
gratificazione personale che l’associazione può umanamente procurargli come
succede in tutti i contesti di un certo standing, ci sia anche la buona
fede, ma intravvedo - ripeto - troppa voglia di restare in sella a tutti i
costi, col rischio di ossidare l’interesse di tutti noi.
Mi chiedo poi se la “prorogatio”, così come è stata concepita “fra pochi
intimi” possa avere un qualche valore legale, atteso che è stata
materializzata, salvo errore, senza sentire i soci, tanto che ogni atto
potrebbe essere invalidato da qualsiasi istituzione ad hoc. Anche le ultime
iniziative poste in atto. In qualsiasi società, e Tu me lo insegni, si fa
così, specie negli atti di straordinaria amministrazione. Sarebbe come se un
amministratore, per soddisfare un suo interesse personale, prorogasse di
qualche mese la vita di una azienda commerciale, e di conseguenza ledesse
gli interessi dei soci. Non è certamente il caso di Masia, ma la sostanza è
questa !
Per ora però non vedo altro che l’opzione del male minore, e cioè della
riduzione del danno ai soci. Come ? Posto che un contenzioso “fra noi e
loro” non agevolerebbe certo le aspettative di tutti e che il denominatore
comune, ossia il definitivo riparto e correlata erogazione del fondo è molto
ambito dalla stramaggioranza dei soci tanto da offrirci senz’altro più forza
contrattuale, sarebbe necessario, un passo pesante, d’imperio istituzionale
(purché non allunghi i tempi tecnici).
Per questo, come ho scritto al Ministro Paola Severino, io ho chiesto un
intervento esterno molto forte, che decida a tamburo battente, in quanto le
cose chiare sono state ingarbugliate a danno di tutti noi. Lo so che si
tratta di fanta-diritto-legalità, ma sottrarre soldi, o comunque impedirne
la disponibilità di chi ne ha diritto, eccependo giustificazioni che
lasciano il tempo che trovano ma che, in ogni caso ledono gli interessi dei
più, potrebbe essere perseguito.
Non andrebbe poi sottaciuto che molti colleghi hanno bisogno di questi soldi
in quanto, oltre ad essere stato loro tolta la rendita del fondo in
questione, devono fare oggi i conti anche con il dimezzamento del potere di
acquisto della loro pensione. Ed ho ricevuto parecchie telefonate e mail al
riguardo !
Avrò detto anche tante fesserie non essendo un legale, ma l’ho fatto
unicamente allo scopo di dare un apporto, lasciando a chi ne sa più di me,
di estrapolare qualche eventuale suggerimento da quanto ho detto.