Quest’oggi, domenica 12 gennaio 2014, ore 12.30 ,  spinto da un input-desiderio che dentro di sé aveva  propellenti eterogenei per far viaggiare qualsiasi tipo di riflessione verso il presente ma anche e soprattutto verso il passato non proprio recente, ho deciso di fare “quattro passi”  verso Croce d’Aune a bordo del mio abbastanza potente SUV  rispetto a quelle 600 FIAT del passato che spesso ci tradivano perché l’acqua andava in ebollizione costringendoci a spingerle, a volte anche su strade innevate e ghiacciate, come è successo a me qualche ora prima dello scoccare della fatidica mezzanotte di un fine anno,  circostanza che mi costrinse subito a letto per fronteggiare una congestione dovuta al freddo.  Con conseguenze da sfig…  e poi dirò il perché!

Accolto da un sole fantastico che ha consentito a me e moglie di fare una bella camminata in direzione del  Monte Pavione, tutto innevato,  ho provato subito la piacevole sensazione dell’ampio, dell’aperto e del sano ed i miei pensieri, alimentati da questo clima disponibile,  hanno preso forma per attualizzare fatti e situazioni riconducibili a questo posto, ai suoi ritrovi (pochi per la verità, ove faceva da padrone indiscusso il locale-bar-ristorante di Evelino, persona buona, disponibile e sempre con il sorriso  accattivante  tanto da diventare simpatico a tutti fin dal primo approccio).

 

Albergo di Evelino, a Croce d’Aune, ora rimodernato rispetto agli anni 50-60

 

Mi è venuto in mente che, intorno agli anni 50-60, arrivando da Venezia-Mestre con altri amici (io ospite della mitica Fiat 600 di Gianfranco Zebellin, collega di Bancoper),  ad appena 3-400 metri dall’arrivo in albergo di Evelino ove dovevamo festeggiare l’arrivo del nuovo anno   fui costretto a spingere detta Fiat 600 in quanto non c’era più acqua nel radiatore a seguito della discreta salita da Pedavena a Croce d’Aune che aveva fatto andare tutto in ebollizione. 

Per fortuna siamo arrivati lo stesso all’Albergo (v. foto sopra)  che era stato predisposto per la cena di San Silvestro, anche con la… fisarmonica dello scrivente.  Dico subito che, in attesa del pranzo, c’era un giradischi a 78 giri, con dischi di vinile,  che  continuava ininterrottamente a farci ascoltare  Perfidia ed il Tango delle Rose e che in…contemporanea - ahimè - mi prende un tale mal di stomaco da non poter restare lì con gli amici tanto da dovermi appartare in una stanza dell’albergo.   

Passo la mezzanotte in detta stanza d’albergo con l’assistenza più che cordiale  di una magnifica ragazzetta con la quale pensavo di…suggellare la festa come si può sperare a 20 anni o poco più, quando sento dei forti rumori che provenivano dall’esterno delle mura dell’albergo,  tra l’altro  proprio all’altezza dei balconi della mia stanza sita addirittura al terzo piano (v. foto). Al momento non ci feci caso: c’era infatti una forte congestione da freddo (dopo la spinta della 600 in mezzo alla neve)  a cui badare,  e ciò, purtroppo,  al suono del Tango delle Rose e di Perfidia che provenivano dal basso ove gli amici avevano già incominciato le danze…  che, oggettivamente,  infastidiscono quando uno  non sta bene…

Ad un certo momento si apre il balcone e vedo entrare un…arrampicatore, in perfetta tenuta da alpino, (che era stato sopranominato Kariba perché aveva scalato le  alte  vette della Karakorum, il cui scheletro pesava molto di più della norma  per via dei tanti bulloni con i quali gli avevano saldato gambe e femore per vari incidenti di montagna), il quale, si era arrampicato fino al terzo  piano per vedere cosa io stessi facendo con la predetta bella ragazzina, tutto solo, pensando, sicuramente forse spinto da una irrefrenabile libido,  che io mi fossi appartato di proposito per qualche intima effusione alla faccia di coloro che stavano ballando al piano terra e voleva pertanto condividere indirettamente le emozioni, giustificandole  come scherzo di fine anno, al posto dei fuochi di artificio, ma anche forse per assistere ad un film in diretta…

 

Terzo piano di albergo scalato da Kariba

 

Vuolsi il  caso che questa sua irrefrenabile libido si spegnesse immediatamente a causa di una inaspettata deludente visione:   Kariba non vede la ragazzina che era fino a qualche istante prima con me in quanto era scesa per informare gli amici sulle mie condizioni, ma vede il padrone dell’Albergo, il sopraccitato signor Evelino,  il quale,  con un bicchiere in mano contenente un Ramazzotti caldo con tanto di buccia di limone,  si stava prodigando “amorevolmente” per farmi passare la congestione…  

Di certo, la delusione per Kariba è stata grande, ma lo è stata soprattutto per me che, in quella notte di San Silvestro, avevo predisposto il dopo mezzanotte con un ottimo ingrediente femminile… pure lui deluso   E non aggiungo altro, ad evitare rimpianti riconducibili alle occasioni perdute.

 

Veduta d’insieme delle due strutture alberghiere vicine ove,
dato il numero dei presenti,  allora si era pernottato

 

Arnaldo De Porti

 

 

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Piazza Scala - gennaio 2014