Cari amici stiamo ricevendo decine di telefonate e mail che ci richiedono informazioni sull'avvio della liquidazione del Fondocomit. Per questo riteniamo opportuno scendere in campo anche se sappiamo che qualcuno penserà (o scriverà...) che potremmo inviare informazioni imprecise, tali comunque da aumentare la confusione su questo argomento: noi siamo convinti invece che possedere notizie che stanno a cuore a tutti e non condividerle con tutti è come non averle.
Moltissimi lettori ci richiedono infatti notizie sulla evoluzione della
vicenda del Fondo Pensioni Comit dopo l’intervenuta pubblicazione sulla
Gazzetta Ufficiale del 2.5.13 dell’ “avviso di liquidazione in bonis”
concernente la formazione dello ‘stato passivo’ con richiamo agli articoli
207- 209 della legge fallimentare e portante la laconica informativa che “A
norma dell’art. 208 della legge fallimentare i creditori possono chiedere
mediante raccomandata, entro sessanta giorni dalla presente pubblicazione ,
il riconoscimento dei propri crediti , comunicando il proprio indirizzo di
posta elettronica certificata (anche ai fini dell’art. 207 , quarto comma
della legge fallimentare)”.
Di solito Piazza Scala non affronta in prima persona gli argomenti
pubblicati: tuttavia, tenuto conto dell'importanza della questione per tutti
noi, vogliamo brevemente intrattenervi su quanto abbiamo appreso
sull'andamento di questa spinosa e purtroppo pluriennale vertenza.
Ci scusiamo perché il nostro scritto sarà necessariamente farcito da verbi
al condizionale e da congetture: ciò perche i Liquidatori del Fondo non
hanno ancora precisato quali saranno i criteri con i quali procederanno alla
predisposizione dello ‘stato passivo’ ( e cioè all’elaborazione dell’ elenco
dei ‘creditori’ con le cifre di rispettiva spettanza) documento di cui
dovranno curare il deposito presso la Cancelleria del Tribunale di Milano
(formalità che, è da ritenersi , sarà eseguita entro il termine di 90 giorni
dalla pubblicazione in G.U. del su ricordato ‘avviso di liquidazione in
bonis’).
Come già molti di Voi sapranno , l' 8 maggio si è svolto un incontro dei
responsabili del Fondo con la Banca e con i Sindacati, che dopo l'avvenuta
messa in liquidazione non possono più essere definiti "fonti istitutive".
Della riunione alcune OO.SS. hanno già dato , con loro comunicati, un
sintetico resoconto circostanza che ci permette di soffermarci sui punti in
appresso non senza mancare di esprimere una nostra marcata delusione su
quanto parrebbe delinearsi.
1) Agli ‘attivi’ (intendendosi per tali tutti coloro ancora in servizio al
31.12.2004) ed ai ‘pensionati’ in quanto soggetti ‘partecipanti al Fondo’
(‘creditori’) i Liquidatori invieranno le comunicazioni portanti
l’indicazione delle somme di spettanza ed i destinatari potranno far
pervenire ai Liquidatori entro 15 giorni eventuali loro osservazioni o
istanze.
2) In ordine alle metodologie del riparto sembrerebbe che l’intendimento dei
Liquidatori sia quello di adottare i medesimi criteri di cui al ‘piano di
riparto’ depositato il 24.2.2009 (dichiarato nullo per vizi procedurali
dalle Sentenze di Cassazione deliberate il 17.10.2012) mentre le OO.SS.
paiono insistere su una messa in operatività dell’ articolo 27 dello Statuto
del Fondo, evenienza di cui andrebbero a beneficiare gli ‘attivi’ ed i
‘pensionati 98/99’ con marcato decremento delle posizioni dei ‘pensionati
ante ‘98’ (verrebbero esclusi comunque gli ex-iscritti: c.d. ‘esodati’,’zainettati’
e ‘ceduti’ , usciti dalla Banca prima del 2005, in base ad
un’interpretazione restrittiva degli ambiti applicativi del citato articolo
27 ).
3) Le richieste delle OO.SS. rivolte alla Banca per un’ accelerazione del
procedimento liquidatorio del Fondo non hanno avuto esito.
4) Allo stato parrebbero tenui le speranze in ordine all’attivazione di un
percorso operativo volto ad una concretizzazione del noto accordo UNP/Anpecomit
di natura conciliativa.
4) Pur volendo ancora credere in virtuosi ripensamenti , ci permettiamo di
suggerire a coloro che , in quanto ex-iscritti al Fondo, parrebbero
destinati ad essere esclusi da riparti e pertanto non riceveranno alcuna
comunicazione dai Liquidatori , di reperire, quale documentazione utile per
la predisposizione di domande che intendessero inviare ai Liquidatori per
tentare di ottenere il riconoscimento di un loro credito da inserire nello
’stato passivo’, il prospetto ricevuto dalla Banca nell’ottobre 2000
portante la somma attribuita dal Fondo come posizione individuale al
31.12.1999 (‘zainetto’) da cui ricavare l’importo corrispondente alla
perdita subita a seguito della riforma del Fondo del dicembre 1999 da
recuperarsi richiedendo l’applicazione dell'articolo 27.
5) Con riferimento alle posizioni degli ex-iscritti al Fondo che non hanno
promosso alcuna causa in ordine ai criteri distributivi liquidatori pensiamo
però che vi sia l’esigenza di una previa valutazione in ordine ad eventuali
problematiche di prescrizione ed a questo proposito reputiamo importante che
le Associazioni interessate possano acquisire informative immediate
contattando i legali di riferimento con i quali concordare - nell’ipotesi di
riscontri confortanti - le relative operatività di assistenza, anche
per quel che concerne le modalità di corrispondenza con i Liquidatori da
effettuarsi a mezzo posta elettronica certificata (PEC). A questo
proposito ci permettiamo di suggerire alle associazioni di ex Comit di
dotarsi di una PEC (la spesa annua sarebbe minima) al fine di aiutare i loro
iscritti a portare avanti le istanze di insinuazione al passivo
(ovviamente controllando se possibile operare in tal maniera).
6) Per quanto riguarda gli ex-iscritti che hanno avviato iniziative
giudiziali , e che pure , probabilmente , non riceveranno comunicazioni dai
Liquidatori , riteniamo che potranno sempre contare , per la tutela delle
loro posizioni, delle attenzioni dei rispettivi legali.
7) Un problema a parte è rappresentato dalle vedove dei pensionati: della
cosa si sta occupando anche il collega Leo Marchetti di Ravenna che è già
in grado di fornire le prime istruzioni operative
nello schema che potete visualizzare
cliccando qui;
vi invitiamo tuttavia a visionare periodicamente l'inserto in quanto è
suscettibile di variazioni.
Questo è quanto per ora possiamo dire: ribadiamo che anche se il Fondo
sembrerebbe orientato all'ammissione al passivo dei soli c.d. ‘partecipanti’
(‘pensionati’ e ‘attivi’ ) continuiamo a sperare che non sia del tutto
tramontata la possibilità di un’applicazione dell'accordo UNP/ANPECOMIT che
dovrebbe permettere di ridurre (se non proprio di estinguere) il
contenzioso. Qualora purtroppo tale accordo rimanesse un mero esercizio di
buona volontà le vertenze sarebbero destinate ad incrementarsi con profonda
amarezza per tutti.
Pur consapevole dei suoi contenuti ambiti di intervento, Piazza Scala si
rivolge pertanto ai Liquidatori - a nome delle migliaia di lettori che
visitano il sito - per raccomandare loro di agire presto e bene
nell’auspicio che non si voglia vanificare il su ricordato accordo: come
scritto in un comunicato di un'associazione di pensionati la clessidra si è
già avviata per scandire il tempo del deposito dello stato passivo. Speriamo
che non si voglia che il tempo rimanente trascorra nell’ ansia per tante
persone che non meritano di essere tenute ancora all'oscuro sulle decisioni
che saranno assunte in ordine alla sorte dei riparti liquidatori.
Concludiamo aggiungendo che il 22 p.v. è previsto un ulteriore incontro tra
le OO.SS. ed i Liquidatori per gli approfondimenti degli aspetti
tecnico/giuridici della procedura liquidatoria.
Se i nostri lettori sono d'accordo, Piazza Scala continuerà a fornire
autonomamente informazioni sulla vertenza: ci scusiamo sin d'ora degli
errori che certamente commetteremo ma è nostra intenzione stare vicini a chi
attende da più di un lustro.
Questo articolo viene postato su alcuni spazi Facebook di pertinenza di ex
Comit.
Ringraziamo tutti i colleghi che ci hanno dato una mano a stendere la
presente comunicazione: ci auguriamo che faranno lo stesso in futuro.
Piazza Scala - 11 maggio 2013
N.B.: nella prima stesura dell'articolo abbiamo parlato di "liquidazione
coatta": abbiamo eliminato tale termine in quanto si tratta di "liquidazione
in bonis" nonostante alla stessa (secondo quanto statuito dalla Cassazione)
siano state considerate applicabili le formalità contemplate dagli articoli
207-209 della L.F. relativi alla Liquidazione Coatta Amministrativa. La
sostanza non cambia ma per rispetto alla forma abbiamo apportato le
opportune variazioni.
Fondo pensioni Comit (comunicato FIBA
CISL dell'8 maggio 2013)
L'incontro era stato richiesto dalle Organizzazioni Sindacali nel corso del
mese di aprile per fare il punto sulla liquidazione del Fondo Comit dopo la
sentenza della Corte di Cassazione che ha respinto il piano di riparto e
costringe il Fondo a ripartire con la costituzione dello stato passivo.
All'azienda è stato chiesto un intervento di sostegno per accelerare la
ripartizione a favore dei colleghi tramite il pagamento pro soluto del
credito a tutti coloro che accettavano la proposta dei Liquidatori ed è
stata rappresentata la posizione delle Organizzazioni Sindacali in merito ai
criteri da adottare.
Le Organizzazioni Sindacali hanno evidenziato come in questi anni i
lavoratori hanno tenuto un atteggiamento paziente e responsabile di attesa
ed hanno registrato con preoccupazione il contenzioso attivato dai
pensionati.
Di fronte a un nuovo avvio del riparto delle plusvalenze (iter iniziato con
la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 2 maggio u.s.), è necessaria
una grande attenzione rispetto alle spettanze ed ai diritti dei lavoratori
in servizio, abbiamo infatti ricordato l'art. 27 dello Statuto del Fondo
Comit, il quale prevedeva in caso di plusvalenze una sorta di “risarcimento”
a fronte dei tagli nelle prestazioni attuati dalla riforma del 1999.
L'Azienda ha dichiarato che, allo stato, non intende e non può avere alcun
ruolo nel processo liquidatorio, nelle mani dei liquidatori e del giudice
fallimentare.
Ha dichiarato inoltre che non intende farsi carico di alcun onere per
accelerare il processo.
Il Responsabile del Welfare aziendale ha dichiarato che la liquidazione è
seguita dal Presidente della sezione Fallimentare del Tribunale di Milano e
che il criterio adottato nel riparto sarà la “par condicio creditorum” in
merito ai criteri di riparto. Secondo i rappresentanti aziendali, l'art 27
non sarebbe applicabile perchè la plusvalenza doveva attenere alla “vita
normale” e non a quella della “liquidazione del Fondo”.
Come Fiba Cisl abbiamo dichiarato che di fronte a una nuova costituzione
dello Stato passivo, in un'ottica di tutela dei lavoratori, faremo le
opportune valutazioni sull'inserimento dei crediti derivanti dall'art. 27
dello Statuto del Fondo Comit.
Agli iscritti al Fondo Comit verrà inviata una nuova lettera con indicato il
credito, uguale a quello comunicato nel 2011 che teneva già conto della
vicenda dell'imposta di registro e del contenzioso con l'Agenzia delle
entrate.
Nel corso del prossimo incontro con i Liquidatori del 22 maggio p.v.
approfondiremo l'iter avviato con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale
negli aspetti tecnici e giuridici.
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Piazza Scala - maggio 2013