Si comincia sempre così e cioè facendo brevi accenni sui mass-media e poi,
come sempre, le persone oneste che hanno pagato i contributi sino all’ultima
lira, rimangono fregate. Scusate la polemica, ma quando si corrono certi
rischi lo sfogo diventa automaticamente d’obbligo….
Come avevo scritto infatti uno-due anni fa su questo giornale senza fare il
Pierino, inascoltato da alcuni soloni redazionali, dicevo che avrei messo
una mano sul fuoco ipotizzando che far confluire l’INPDAP, ente degli
statali, all’interno dell’INPS, avrebbe significato dimezzare il patrimonio
dello stesso INPS mettendo a rischio l’erogazione delle pensioni già in
essere. Ciò, per chi ancora non lo sa, è avvenuto con decorrenza 1.1.2012,
grazie a Mario Monti allo scopo di.... risparmiare (diceva lui), causando
per la prima volta un profondo rosso, circa 9 miliardi, nel bilancio
INPS....
Ora ci si trova con un patrimonio dimezzato dell’INPS che, pur essendo
ancora in buone condizioni di salute (almeno così dicono gli apici dell’ente
previdenziale), deve far i conti ogni giorno con l’ente incorporato, il
quale, ricordiamocelo bene, non ha mai avuto conti in attivo, ma era solito
erogare di volta in volta le pensioni agli statali prelevando denaro fresco
dalle casse dello Stato, problema che, in qualche modo, ora come ora, si sta
accollando l’INPS che (a meno non si sia degli emeriti sprovveduti per non
capire) finirà per trovarsi in serie difficoltà anche nei confronti di tutti
quei pensionati “privilegiati”, si fa per dire, che, fino all’anno scorso,
potevano nutrire qualche speranza di percepire la pensione INPS.
Dico, nutrire qualche speranza perché, l’incapacità, ma soprattutto la
rapacità di pregressi governi da prendere con le pinze, avrebbero portato a
questa situazione che ora ha quasi finito il periodo di incubazione per
esplodere patologicamente !
Che dire ? Che pensare ?
C’è poco da dire o da pensare: se la coperta è corta e non si può allungare,
dovremo quasi sicuramente patire il freddo causato da un coacervo di
politici che, sino ad oggi, ma lo faranno ancora fintantoché c’è da mungere,
continueranno a rovinare l’Italia. Poi ? La guerra civile, alla quale, da
quasi ottantenne, darò il mio onesto, democratico, seppur aspro contributo.
ARNALDO DE PORTI
http://www.lavocediarnaldo.altervista.org
Piazza Scala - luglio 2013